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Giustizia: opporsi alla controriforma
24.01.2004

Giustizia: Opporsi alla controriforma
Magistratura Democratica: il DDL è un attacco alla democrazia.

Il disegno di legge - delega presentato dal Governo per la riforma dell'ordinamento giudiziario è in corso di esame in prima lettura al Senato e rischia di essere approvato entro il presente mese di gennaio.

Il testo attualmente in discussione, lungi dal costituire una risposta ai gravissimi problemi della giustizia, costituisce una vera e propria “controriforma” e contiene un attacco senza precedenti alla giurisdizione e alla stessa qualità della nostra democrazia.

Esso infatti mette in discussione profili fondamentali dello status dei singoli magistrati e la stessa indipendenza della giurisdizione al punto da costituire un rischio per l’equilibrio della democrazia. In particolare ciò è evidente per gli effetti della gerarchizzazione delle procure e per la conseguente possibilità di controllo dell’azione penale, senza alcun vantaggio per i cittadini, che avranno un servizio sempre più inadeguato da parte di magistrati distratti dalla preparazione di inutili concorsi e che non vedranno valorizzate le proprie specializzazioni e capacità.

Non dobbiamo coltivare illusioni: la controriforma, se diverrà legge il testo proposto dal Governo, sconvolgerà la vita quotidiana di giudici e pubblici ministeri, che sarà scandita dalla necessità di una continua partecipazione a concorsi (almeno sette nella carriera), da una elevata mobilità forzata (derivante da norme rigidissime sulle incompatibilità, dalla temporaneità di dieci anni in ogni incarico, e dalla possibilità di cambiare funzioni solo fuori distretto) e dalla accentuata soggezione (di diritto o di fatto) ai dirigenti degli uffici. Persino i diritti civili dei magistrati (di associazione e di libera manifestazione del pensiero) verranno gravemente limitati se non totalmente inibiti.

La stessa attività giurisdizionale, in macroscopica violazione dell'art. 101, secondo comma, della Costituzione, verrebbe controllata e svilita con l’anacronistica previsione di un obbligo disciplinarmente sanzionato di rendere una interpretazione "conforme alla lettera e alla volontà della legge" e del divieto dell'interpretazione "di contenuto creativo".

L'Anm ha dato sin dall’inizio un giudizio drasticamente negativo di questo disegno di legge e, mostrando grande responsabilità istituzionale, ha da mesi cercato di rappresentare, anche con incontri con le forze politiche e i gruppi parlamentari, non solo gli aspetti macroscopicamente peggiorativi del d.d.l., ma anche la strada alternativa che si potrebbe percorrere per una reale modernizzazione della giustizia, dalla modifica delle valutazioni di professionalità, alla temporaneità delle funzioni, alla revisione delle circoscrizioni giudiziarie.

A tale responsabilità istituzionale non è corrisposto analogo atteggiamento del Governo e della sua maggioranza, visto che le modifiche ad oggi apportate al testo nel corso del dibattito parlamentare sono state di scarsissimo rilievo, quasi che per "dialogo" si intenda unicamente l’ascolto delle opinioni altrui per poi totalmente ignorarle. Nel suo discorso di fine anno il Presidente della Repubblica ha richiamato la necessità che le riforme vengano approvate con il più ampio consenso; al contrario quella in gestazione è una “riforma contro”, esclusivamente ed inutilmente punitiva nei confronti della magistratura e del tutto incapace di indicare alcuna soluzione alla necessità di una funzione giudiziaria vista anche nella sua dimensione di servizio da rendere ai cittadini.

Il disegno di legge - delega, anche qualora venga approvato al Senato, dovrà affrontare ancora alcuni passaggi, sia nella successiva lettura alla Camera, sia in seguito per la stesura e l'approvazione dei decreti delegati. A fronte di ciò la risposta della magistratura dovrà continuare ad essere chiara ed univoca, nella denuncia, nella ricerca di ogni possibile alleanza, nell’opposizione intransigente ad un disegno pericoloso ed inutile.

La gravità dell'attacco impone una risposta forte, a partire dall'occasione che ci è data dall'inaugurazione dell'anno giudiziario. Deve essere chiaro a tutti, oggi e per il futuro, che questa controriforma che attenta all'indipendenza della giurisdizione e nega i principi costituzionali se verrà approvata lo sarà contro la magistratura e senza alcuna condivisione e connivenza.

Va fatto tutto il possibile per far comprendere e denunciare i gravi effetti che questa legge delega può produrre e per contrastare, e comunque impedire che la controriforma giunga alle sue estreme conseguenze.

Occorre per questo sin d'ora preparare lo sciopero dei magistrati; non vi è più tempo per timidezze, dubbi e ritrosie.

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