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Bambini: prima figli o cittadini ? di Anna Serafini
24.01.2004

BAMBINI: PRIMA FIGLI O CITTADINI?
La Festa Neve ha ospitato sabato 24 gennaio il dibattito sull\'infanzia. Anna Serafini, responsabile Area Infanzia dei DS, spiega perché occorre respingere la visione paternalistica della destra

Nei molti argomenti discussi alla Festa nazionale de l\'Unità sulla Neve, emerge quello dei diritti. Diritto alla scelta d\'amore e di convivenza, diritto alla pace, diritto a un\'infanzia felice. Non è sbagliato, dunque, pensare che il nuovo orizzonte politico della sinistra riformista italiana ed europea sarà proprio quello di diritti civili e individuali. Al tema “Bambini e bambine cambiano la politica” sarà dedicato l\'incontro di sabato 24 gennaio (ore 18, Sala Dibattiti del Palasport di Folgaria) con l\'on. Anna Serafini, responsabile nazionale Infanzia dei DS, e Magherita Cogo, vice presidente e assessore alla Cultura della Provincia autonoma di Trento.
E\' con Anna Serafini che ne parliamo, osservando, inannzitutto, come nel partito ci sia una crescente attenzione verso questi temi. Solo per citare, quest\'anno a Reggio Emilia si è svolta la festa nazionale tematica su media e bambini, mentre nella Festa nazionale de l\'Unità di Bologna sono stati pensati spazi come la ludoteca o ristoranti con \'Kinder Menù\'.

Cosa sta cambiando, onorevole Serafini?
Nel passato la sinistra ha investito tanto, tantissimo su questo settore, basti pensare all\'azione degli enti locali, agli asili nido, alle scuole per l\'infanzia, a tutta la rete dei diritti che si è sviluppata a livello territoriale in comuni grandi e piccoli, all\'attività dei governi di centro-sinistra... E anche a livello di partito c\'è un lavoro politico forte, non a caso siamo stati i primi, tre anni fa, a dar vita alla Consulta DS Infanzia e Adolescenza.

I diritti dell\'infanzia sono uno di quegli argomenti bipartisan, sui quali, cioé, è possibile trovare convergeze fra centro sinistra e centro destra?
Non abbiamo visto una grande attenzione di questo Governo verso i bambini, gli adolescenti; penso, ad esempio, alla pessima riforma Castelli sulle carceri minorili. E\' vero che quando sono stata relatrice della legge su pedofilia e adozioni, abbiamo avuto un voto all\'unanimità, ma è anche vero che molto ancora bisogna fare per avere una consapevolezza a livello nazionale e maggiore disponibilità di tutti su questo argomento.

Cosa divide, invece, destra e sinistra sui temi dell\'infanzia?
Il vero problema è che la cultura dei diritti del\'infanzia non è \'neutra\'. Non è neutro, quindi, concepire l\'autonomia dei ragazzi. Un bambino, prima di tutto, va considerato un figlio o un cittadino? Noi crediamo che, innanzittutto, sia un cittadino, con tutto ciò che questo comporta in termini di diritti allo studio, all\'alimentazione, al gioco, alla cultura... Non è la stesa cosa, insomma, muoversi all\'interno di una cultura paternalistica e \'adultocentrica\' o lavorare alle leggi dello Stato avendo in testa la Carta dei Diritti dell\'infanzia dell\'ONU e davanti il progetto di una società che, garantendo i più deboli, riesce a garantire meglio tutti.

Lei apre, così, un altro fronte, quello del divario sociale...
Certo, perché la nostra cultura politica si batte per offrire ai bambini eguali opportunità; tutti devono essere posti sulle stesse basi di partenza, e questo, indubbiamente, richiede un investimento rilevante dello stato sulla salute, sulla scuola pubblica, sul sostegno alle famiglie con maggiori fragilità economiche e culturali. Siamo lontani, quindi, dallo Stato che si limita a legiferare, senza però intervenire sulle cause della diseguaglianza. C\'è un\'inchiesta di Klaus Davi, realizzata inchiesta per conto di una multinazionale, che mostra come siano i bambini più svantaggiati economicamente a passare più tempo davanti alla tv o alla play station. Noi, invece, siamo convinti che possano sviluppare se stessi in modo meno passivo, più creativo e consapevole.

E qui vien fuori il problema del tempo pieno.
Vede, per noi il tempo pieno non deve essere un parcheggio per i bambini. Ormai è un fatto riconosciuto l\'importanza delle acquisizioni manuali e intellettuali nei primissimi anni di vita e nidi aziendali, scuole materne ed elementari devono essere attrezzate con spazi verdi, laboratori di musica, luoghi per attità sportive, ecc.
La famiglia tradizionale, con tante persone intorno al bambino, dai genitori ai nonni, ai vari parenti... non esiste più e oggi, sempre più spesso, la famiglia ha un unico figlio, a volte i genitori sono separati, e come può una sola persona dare al bambino quella molteplicità di relazioni, e quindi di stimoli, di cui ha bisogno? Usiamo la tv come succedaneo ai rapporti personali oppure ricreiamo una molteplicità di rapporti attraverso altre opportunità? Noi siamo per quest\'ultima scelta.

Giovanni Belfiori

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