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Forum :: Lettere :: Lettere aperte a.... :: Genova,operaio in fin di vita |
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Genova,operaio in fin di vita |
Redazione1 |
15.07.2008 14:57
Operaio in fin di vita: «Tragedia nascosta»
da: Il Secolo XIX
Un operaio dell'Ilva di Cornigliano è in gravissime condizioni nel reparto di rianimazione dell'ospedale Villa Scassi di Sampierdarena. Da sabato sera. La notizia è trapelata soltanto ieri tra le maglie del riserbo nel quale è rimasta avvolta per due giorni, riserbo sindacale, istituzionale, aziendale, sanitario, giudiziario. Il lavoratore, che stava andando verso la mensa, è stato investito sul piazzale degli imbarchi marittimi delle acciaierie da uno dei carrelloni su gomma che trasportano le bobine di lamierino. Si chiama Giuseppe Pastorino, ha 53 anni, un figlio di 23 e una moglie, Lorella Bozzano, infermiera, la cui vita da quell'istante è come sospesa sul nulla.
«Mi hanno chiamata per dirmi che era accaduto un piccolo incidente e che mio marito se l'era cavata con un braccio rotto - racconta, con un filo di voce al telefono - quando finalmente sono riuscita a parlare con il primario ho saputo che aveva quasi perso il braccio sinistro, si era rotto una vertebra, uno zigomo, una clavicola e otto costole, oltre ad avere complicazioni renali e polmonari. Se questo è un piccolo incidente».
La donna è infuriata e al contempo annientata dal dolore. Per questo ha deciso di chiamare il giornale: «Ho comprato i quotidiani domenica e lunedì e non ho letto la notizia - racconta - sono convinta che vogliano coprire questo incidente, che vogliano insabbiarlo. Invece tutti devono sapere che cosa accade là dentro, i rischi ai quali sono sottoposti gli operai. Voglio che tutti sappiano, perché incidenti così non accadano più».
Il caso, nascosto ai media da tutte le fonti ufficiali della città , come se non fosse un diritto essere informati di fatti di questo genere, è stato affrontato dall'unità operativa della Asl specializzata in sicurezza e prevenzione degli infortuni sul lavoro. «Siamo intervenuti subito dopo nell'area dove l'incidente è avvenuto - conferma il responsabile del servizio Attilio Busnelli - sono in corso accertamenti per capire se esistano delle responsabilità ».
Il conducente del mezzo che ha travolto l'operaio ha raccontato di non essersi accorto della presenza in banchina di Pastorino. Non ha potuto abbozzare nessuna manovra per evitare l'impatto. È bastato sfiorare il corpo dell'uomo, che si trovava a piedi sul molo, perché le tonnellate di acciaio producessero sul suo corpo ferite e traumi gravissimi.
Gli ispettori della Asl hanno acquisito dall'Ilva tutti i documenti relativi alle procedure per il trasporto delle bobine di acciaio e quelle relative agli spostamenti a piedi degli operai, dettagli tutt'altro che secondari che sono stati allegati alla relazione trasmessa in procura. Già nelle prossime ore, come atto tecnico, dovrebbe essere iscritto nel registro degli indagati (per lesioni gravissime) il conducente del mezzo che è stato al centro dell'incidente. Ma è chiaro che le cause di quanto è accaduto sono molto più profonde, vanno cercate alla radice. Si tratta ora di capire se i regolamenti interni siano lacunosi o insufficienti oppure se siano stati violati, a un prezzo altissimo. E prima ancora bisogna che siano predisposte misure idonee affinché quello che è accaduto non si ripeta.
Come prima misura operativa, in via di urgenza, la Asl ha imposto che per gli operatori appiedati sia predisposto un percorso stradale alternativo, un tracciato interno all'Ilva che eviti ogni potenziale e micidiale contatto con i mezzi pesanti, gru o altro.
Il pericolo è rappresentato non solo dalla movimentazione delle merci per mezzo degli elevatori, ma anche dagli spostamenti interni, in un mondo chiuso fatto di strade e percorsi ad alto rischio. E quando si movimentano tonnellate di metallo, ogni errore (di chi organizza come di chi esegue e mette in pratica le disposizioni operative) rischia di portare alla tragedia.
fonte: mery43 <mery43@email.it>
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