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Forum :: Lettere :: Lettere aperte a.... :: Non solo Gregoriano |
Autore |
Non solo Gregoriano |
Redazione1 |
29.07.2008 23:02
NON SOLO GREGORIANO
In altre occasioni ci si stracciava le vesti perché si toccavano valori “non negoziabili”. Ora forse, almeno le vesti non sono a rischio. Anzi. A rischiare la pelle oggi sono ... le bandiere. Soprattutto quelle della pace. "Come mai uomini di Chie¬sa ( laici o chierici che siano) hanno per tutti questi anni ostentato la bandiera arcobaleno e non la croce come simbolo di pace? Sarebbe interessante inter¬rogare uno per uno coloro che forse anche inconsapevolmente, hanno affisso sugli altari, ingressi e campanili delle chiese lo stendardo arcobaleno", scrive solen¬nemente l'agenzia vaticana Fides.
Per quel che ci riguarda, nessuna difesa d'ufficio. Certo, in quel popolo colorato ci siamo ritrovati anche noi, in più di una circostanza, semplicemente con un 'segno' che parla a tutti al di là di lingua, razza o religione. A Sarajevo con don Tonino Bello, sotto l'assedio del 1992, o in Kossovo, in Iraq, in Palestina, in Congo. In Burun¬di, in Salvador e in tante manifestazioni, come la Perugia-Assisi.
Resta solo un simbolo. Di pluralismo, di rispetto delle diversità, di Pace come valore supremo senza ideologie né steccati. E potremmo benissimo vivere da paci¬fisti anche senza bandiera. Ma senza la Pace proprio no . Perché "la pace non è una delle mille 'cose' che la Chiesa evangelizza. Non è uno scampolo del suo vasto assortimento. Non è un pezzo, tra i tanti, del suo repertorio. Ma è L'unico suo annuncio" (don Tonino Bello).
Mentre, accanto ad Aldo Capitini a noi importa "fondamentalmente l'impiego di questa modestissima vita, di queste ore o di questi pochi giorni; e mettere sulla bilan¬cia intima della storia il peso della mia persuasione", assistiamo iner¬mi allo sgretolamento della democrazia.
Con applausi tristissimi si calpesta la giustizia e il valore supremo dell'uguaglianza. Con tappeti rossi e passeggiate nei giardini vaticani si incontrano i potenti, men¬tre i poveri della terra continuano a morire di fame.
E poi ricordiamo che la bandiera della pace non è mai stata benedetta da nessuno.
Mentre benedizioni solenni sono state date - usando proprio il simbolo della croce di Cristo - ad aerei militari, carri armati, missili e ogni genere di strumento di guerra!
Di fronte a tutto ciò, ci piace raccogliere segni costruttivi di pace. Mons. Giovan¬ni Nervo, presidente della Caritas Nazionale degli anni Settanta, ha scritto (Setti¬mana n.19-11 maggio 2008): "Come si può dire che sono delinquenti perché clan¬destini? Questa è la linea della Lega, sostenuta anche con il voto di molti cattolici, proprio nei paesi di maggiore frequenza religiosa. Come cristiani non abbiamo nul¬la da dire su questo? Chi respinge l'uomo immagine di Dio, non respinge Dio?".
Per andare oltre i simboli e compiere gesti concreti, ci domandiamo: perché non cogliere questo momento di fatica per fare scelte chiare, di pace? Perché tutte le parrocchie non chiedono, ad esempio, al Presidente del Consiglio di rendere pub¬blico l'elenco delle banche coinvolte nell' export di armi e non scrivono alla propria banca per sapere se anch'essa è coinvolta?
Riprendiamo il lavoro per un nuovo sogno possibile. Oltre ogni paura, perché ¬come scrive il card. Tettamanzi - "militarizzare le città serve solo ad aumentare il senso di smarrimento e la paura. Perché la paura non passa per decreto legge".
E le comunità cristiane hanno un ruolo importante. Per questo abbiamo voluto raccogliere un mosaico di voci, interno alla Chiesa e colorato proprio come una bandiera, per ripartire e continuare a sperare. L'ultimo tassello lo lasciamo al vescovo di Alba, mons. Sebastiano Dho: "Tenendo conto della larga adesione anche nelle nostre terre a forze politiche sociali ispirate a teorie razziste e xenofo¬be, siamo convinti che un serio esame di coscienza s'imponga urgentemente per le comunità cristiane, poiché qui si tratta di veri valori "non negoziabili" (la dignità della persona e la vita stessa) e occorre perciò ricordare a tutti, sma¬scherando ogni ipocrisia o illusione, ciò che ha scritto in tempi drammatici ed eroici il grande martire vittima del nazismo D. Bonhoeffer :”'Chi non grida a dife¬sa degli ebrei non può cantare in gregoriano!”
Redazione di Pax Christi Italia
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