Redazione1 |
24.01.2004 17:55
Cari amici,
è dalla scorsa estate che noi, ignorantoni dell'IDV (in buona compagnia,
comunque), andavamo cianciando nelle piazze e sulla stampa che il
lodo-Schifani altro non era che il lodo-salva Berlusconi. Una legge fatta su
misura per sottrarre un imputato eccellente al giusto processo.
Questa nostra visione da ignoranti, era stata confortata dalle brutte
reazioni dei colti della casa delle libertà , dopo la decisione della Corte
Costituzionale.
Avevamo, perfino, letto (evidentemente male) che la Consulta aveva, con la
dichiarazione di incostituzionalità , arrogantemente sovvertito la
democrazia, offendendo il Parlamento.
Ci eravamo e ci siamo sbagliati.
A denunziare il nostro errore è un articolo sul Giornale del 15 scorso (pag.
8). Vale la pena leggerlo:
«Si torna in aula. E i primi a mostrare serenità sono proprio i legali del
premier (...) Insomma, può anche sembrare un paradosso ma Pecorella e il suo
collega Niccolò Ghedini paiono quasi ringraziare la Consulta per la chance
offerta: potranno dimostrare l'innocenza di Silvio Berlusconi in Tribunale.
Percorella, in particolare, si era sempre opposto al Lodo, considerando
intempestivo il momento in cui le Camere si erano interessate al tema. Di
più, riteneva inopportuno un intervento legislativo che avrebbe impedito, di
fatto, al Cavaliere, di difendersi nel merito.
È andata come è andata, la paura di sprofondare in un periodo di instabilitÃ
giudiziaria proprio in coincidenza col semestre di presidenza italiana nella
Ue ha prevalso sulle altre considerazioni e il Parlamento ha approvato lo
scudo. Ora la Corte Costituzionale restituisce il premier al Tribunale di
Milano».
Insomma, finalmente, Berlusconi può tirare un sospiro di sollievo;
finalmente è stato cancellato quel deleterio lodo che le cattive
opposizioni, avevano in tutta furia approvato per impedire al Cavaliere di
dimostrare la sua cristallina innocenza.
Sono stati mesi di sofferenza per Berlusconi ed ora finalmente (lo dice il
Giornale, organo di stampa a lui vicinissimo) si torna in Tribunale, grazie
alla Corte Costituzionale che, sintonizzandosi sulle aspettative frustrate
del Cavaliere, ha rimosso quel perfido scudo (ed elmo) che la perfida
opposizione gli aveva, con violenza, imposto.
E noi non lo avevamo capito!
Così come non avevamo capito che Di Pietro, sotto sotto, ci ha fatto
lavorare per Berlusconi perché il referendum era proprio il Cavaliere a
volerlo, qualora la Consulta avesse perfidamente sancito la costituzionalitÃ
dello scudo anti-Berlusconi.
Antonio Di Pietro
Presidente
Italia dei valori
Luigi Li Gotti
Responsabile Nazionale
Dipartimento Giustizia IDV
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