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Forum :: Politica :: Ulivo che fare....... :: Giochi di potere e politica della finzione
Autore Giochi di potere e politica della finzione
Redazione1
19.02.2004 21:14
Giochi di potere e politica della finzione

D) Quattro mesi e poi si vota?
B) Ormai prevale la tattica al virtuosismo politico. L'elettore è un complemento strumentale per il potere. Ciò che conta è gestire le leve di comando, consentire alle lobbies rappresentate di fare i loro affari, (vedi anche accuse del Premier in verifica!!!) e non l'impegno per il bene comune, né coltivare un vivace dibattito politico attraverso cui sviluppare la qualità collettiva della polis, il pensiero comunitario. Non solo si è persa la visione strategica, ma pure la funzione di compensazione sociale con cui conciliare valori e interessi.

D) Caduta di stile?
B) Caduta di contenuti e di uomini che si prestano, avvalendosi di leggi e sistemi consenzienti.

D) Sia a livello nazionale che locale?
B) Non cambia. Ma è possibile parlare di ineleggibilità o incompatibilità? Occorreva la direttiva europea? Non è già di per sé inconcepibile in una società ad alta complessità avere o concorrere per più incarichi? Oppure è plausibile proporre ancora candidati bandiera dimissionari all'indomani delle elezioni? Tutto questo è la dimostrazione evidente del blocco di potere oligarchico e autoreferenziale, esercitato dalla classe politica.

D) E a Parma?
B) Le sembra serio che a così poca distanza non si sappia chi l'elettorato andrà a votare? Le sembra giusto che i cittadini non conoscano il programma e la possibilità di elaborarlo, compararlo, a così poco tempo dalle elezioni? Le votazioni perciò sono vissute dalla gente come se fossero un ostacolo incidentale, o, per ottenere favori personali. Per chi vi opera invece si apre un vero e proprio mercato. Ha presente il calcio e il mercato calciatori? La serie e le categorie, le squadre? Il debito, anche quello in comune.

D) Forse esagera?
B) La verità è che non si eleggono più né politici, né ideologie, ma lobby di potere. Ma forse è sempre stato così.

D) Chi decide?
B) Intanto chi governa avrebbe dovuto già dichiarare almeno il candidato! Poi Ubaldi. E' lui che deve sciogliere le riserve. L'attuale suo peso politico in ambito locale gioca un equilibrio strategico.

D) Cioè?
B) Deve dire se si candiderà alle Europee, o alle prossime Regionali come Presidente. Ma ciò che lui vorrebbe, non dipende ovviamente solo da lui, vuoi per equilibrismi, vuoi per scelte che cadono dall'alto. Per queste due cariche Ubaldi ha bisogno dei voti anche dei DS e della Margherita, cosa che ha già avuto nelle elezioni precedenti, qui però l'intesa non può fermarsi a Parma, visto l'ampio collegio territoriale. Se vi sarà il pass per l'Europa o altro la contesa politica per la Provincia potrebbe assumere toni più soft.

D) Si, ma la Provincia?
B) Lei sa che Ubaldi potrebbe presentarsi anche in Provincia in quanto non incompatibile. Alla faccia però del pluralismo! Non credo che lo farà. La Provincia è una scelta conseguente agli accordi politici per le Europee e le Regionali, anche se chi governa mi ripeto avrebbe dovuto già presentarsi ufficialmente. Cosa succede in America in Inghilterra dove il maggioritario fa scuola?

D) E per i Sindaci?
B) Se parliamo di quelli per il capoluogo rientrano nelle logiche di suddivisione regionale tra i partiti.

D) Quello che dice è grave?
B) Il voto perde molto del senso democratico e si trasforma in una scelta: o così o pomì. Siamo in tema, mi sembra! Si vota il rappresentante dell'oligarchia, altro che elezione diretta!

D) Ne va della credibilità politica?
B) Siamo alla finzione della democrazia rappresentativa, maggioritaria o proporzionale che sia. In Italia si vuole fare il maggioritario senza passare dalle primarie. E quindi i voti pesano per le lottizzazioni che determinano la contrattazione politica. Guardi gli incarichi distribuiti: pura meritocrazia!!! E' in atto un mostro elettorale: scelte secondo le logiche proporzionali (conventicole locali e decisioni nazionali, sopra la testa della gente), poi voto con le modalità del maggioritario. Risultato? Una indecenza rappresentativa. Una caduta di democrazia. Stando così le cose non vedo perché non si debba accettare il 40% proposto da Berlusconi. Così avremo demandato il potere completamente nelle mani dei partiti, dentro e fuori dal Parlamento. Forse potrebbe essere uno strumento per arrivare al maggioritario. E' quello che si vuole! Il centro destra dichiara le intenzioni, il centro sinistra le vuole, ma vorrebbe salvare la faccia.

D) Lei è per il maggioritario o per il proporzionale?
B) Intanto sarebbe opportuno che fossero proposti i sistemi nella loro completezza in ambito nazionale e locale e non in un ibrido senza senso. Nel maggioritario si perde in democrazia e si acquista in governabilità. Forse per la nostra cultura proporzionale si sarebbe dovuto insistere su quella e migliorarne il modello. Abbiamo perso molto tempo in questo passaggio e siamo ancora in mezzo al guado. Maggioritario o proporzionale sono comunque un transito per l'autodeterminazione democratica.

D) Come uscire da questa spirale?
B) La società della tecnica, la responsabilità individuale e l'etica della gioia: la politica dovrebbe liberare «potenza piena di desiderio» che è virtù e saggezza (Spinoza). Forse dopo un periodo di sonno il pensiero etico conosce un risveglio. Comunque o si ritrova la strada dell'etica e indipendenza politica o sarà sempre più la lobby di potere finanziario che determinerà i governi. Vi sono politici capaci di interpretare le tendenze e cavalcarle, e vi sono politici (pochi) che cercano nuove visioni, interpretano una responsabilità sociale per non cadere nel conflitto professionale, personale...oltre a quello di interessi. L'impegno politico risponde a logiche diverse da quelle dell'impresa economica, ogni tanto varrebbe la pena ricordarlo. Ciò non toglie che nei sistemi organizzati vigono regole economiche e di qualità alle quali non ci si può sottrarre. La responsabilità individuale non è demandabile. Oggi l'obiettivo primario è quello economico, se non si riesce a spostare l'attenzione, fare in modo che le persone trovino la propria dignità e autorealizzazione attraverso altri obiettivi sarà solo guerra sociale e decadenza etica. Ovviamente non mi riferisco al reddito in funzione del costo del vivere. Assistiamo purtroppo a un processo di povertà di ritorno, oltre all'analfabetismo.

D) In ambito locale come le sembra la lotta?
B) Gli equilibri in politica sono sempre molto precari. Attualmente, il centro destra per aspirare al governo mi sembra molto Ubaldi dipendente, nel senso della sua persona e lista civica, mentre il centro sinistra è riuscito nel perseguire la politica del malcontento: se candideranno uno della Margherita molti DS voteranno il candidato di Ubaldi; se candideranno un DS molti della Margherita faranno lo stesso. Cose già viste. Nel centro sinistra parlano di pluralismo di voci e praticano l'oligopolio di potere; invitano alla partecipazione e praticano la conventicola. A Parma poi i post comunisti non sono ancora stati sdoganati. E questo è anche colpa loro...Poi guardi, perché "Uniti nell'Ulivo" non si presenta anche nelle Elezioni Provinciali? Il progetto politico nazionale, potrebbe consentire una maggiore possibilità di progetto politico locale. La mono candidatura dei candidati cosiglieri nei collegi alle Provinciali, permetterebbe anche una strategia elettorale in linea con il maggioritario ed inoltre costituirebbe una significativo test politico a livello nazionale. Credo che se su questa linea si muovessero i vertici a livello nazionale ciò ridurrebbe anche la litigiosità locale. Potrebbero infatti bilanciare il potere del Presidente con quello del Consiglio. Un'analisi che come indipendenti ci possiamo permettere.

D) Perché è così drastico?
B) Non sopporto la falsificazione, pensi quando diviene sistema! E' la politica della finzione che diviene poi falsificazione. Tanzi l'ha rivelato: 7/8 organi di controllo baipassati oltre alle connivenze. Cossiga è stato esplicito penso! Vi è stata una, dico una dimissione? Il caso Parmalat è la rappresentazione dell'attuale decadenza etica del Paese e il primato del risultato economico immediato! E' la politica perseguita in tutti i Paesi cosiddetti evoluti. Sa qual è il nuovo nel crac Parmalat?

D) Mi dica?
B) Il ruolo del digitale nel crimine finanziario. Se è vero che favorisce la velocità e la globalizzazione, consente anche la rintracciabilità del percorso del denaro. Questo aldilà di tutti i sistemi di controllo, divoratori di risorse e di fatto telecomandati. Il denaro è una informazione economica; se l'informazione è digitale, i sistemi economo/finanziari possono essere sotto controllo basta volerlo! Se non lo si fa è perché vi è interesse a non farlo, diverrebbero trasparenti. E' ancora una volta l'esempio di come la tecnica si serve del capitale per il suo primato e non viceversa.

D) Quindi?
B) Per combattere l'attività criminosa cosa si fa di solito? Si mette in luce! E'una scelta politica.

D) Perché non si fa?
B) Il vertice è l'espressione della cultura del Paese, probabilmente o il paese non sa che può accendere la luce o non la vuole affatto. Ha mai visto il film di Kusturica: "Underground"? Esprime la vera cultura della classe politica, la sua anima.

D) Sull'Authority?
B) Vorrei che «Parma Europa» non fosse solo una trasmissione televisiva, ma fosse un pensiero etico ed estetico. Auspico la costituzione da parte delle Istituzioni di un luogo di incontro, sviluppo, raccolta progettuale. Parma è divenuta città delle conoscenze alimentari, capitale d'Europa. E' una identità che cambia. Abbiamo l'opportunità di sviluppare un grande progetto, sta a noi essere capaci di farlo. Bisognerebbe attivare e far convergere le migliori menti da tutto il mondo per pensare il nuovo. L'Università di Parma avrà un ruolo chiave nel cambiamento, spero ne sia all'altezza. Ad esempio, vorrei vi fosse il coraggio per una qualità architettonica diffusa che non vedo praticare, aldilà di spot sporadici. La gente dovrà elaborare una nuova dimensione. Si diventa città di indirizzo. E' una potenzialità che non si può disperdere. Ciò richiede una grande collegialità partecipativa, di cui non vedo per ora le intenzioni. Una città di provincia che diviene capitale d'Europa! E' forse la prima nuova capitale nell'era digitale! Tutta da costruire, in tutti i sensi. Purtroppo non vedo quell'entusiasmo che meriterebbe. Per troppi anni i processi culturali della città sono stati depressi o non adeguatamente sostenuti.

D) Cosa suggerisce?
B) L'economia delle conoscenze non è decorativismo. Bisogna investire in cultura, in ricerca, nelle scienze moderne, nelle arti, coltivare luoghi in cui queste forme di potenziale individuale e collettivo possano esprimersi nella loro capacità economica. Ma qui si preferisce l'economia nostalgica, anche perché è la cultura della classe dirigente.


N.B. Intervista apparsa sul periodico online www.alicenonlosa.it Cordialità Luigi Boschi

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