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Forum :: Lettere :: Lettere aperte a.... :: Unità e cambiamneto a Brindisi di Michele di Schiena
Autore Unità e cambiamneto a Brindisi di Michele di Schiena
Redazione1
26.03.2004 18:27
UNITA’ E CAMBIAMENTO
ANCORA POSSIBILI NEL CENTROSINISTRA?

Brindisi, 25 marzo 2004 di Michele DI SCHIENA

Si è mortificato lo spirito delle Assemblee popolari dell’Universal che, all’insegna del motto “cambiare rotta”, avevano indicato al centrosinistra la via da seguire per uscire dalla grave situazione determinatasi dopo la caduta della Giunta Antonino a seguito delle inchieste giudiziarie tuttora in corso che avevano aperto sulla politica locale un inquietante scenario. Si era detto e si era convenuto che quei dirigenti i quali avevano commesso gravi errori politici (le eventuali responsabilità penali sono altra cosa e vanno valutate in sede propria) avrebbero dovuto fare un “passo indietro” dal ruolo dominante avuto di fatto nella politica di centrosinistra (e non solo nei termini riduttivi di rinunzie a candidature personali) per favorire l’unità di tutte le forze progressiste ed una radicale innovazione nei metodi e negli obiettivi programmatici. Ed in questa ottica l’Assemblea dell’Universal del 23 gennaio scorso aveva espresso, sia pure con dei limiti, una Commissione unitaria (partiti e società civile) col compito di formulare le direttrici programmatiche e di individuare i candidati a Sindaco di Brindisi e a Presidente dell’Amministrazione provinciale per poi sottoporre queste scelte all’approvazione di una successiva assemblea popolare col rilancio della partecipazione come metodo caratterizzante la nuova fase politica. Un lavoro che avrebbe potuto allargare l’unità fino ad allora registrata.

Quanti si erano spesi per scongiurare qualunquistici terzi poli comunque denominati e per far compiere all’intero schieramento progressista un auspicato salto di qualità devono oggi esprimere la loro delusione e la loro amarezza. E ciò perché proprio quei dirigenti del centrosinistra politicamente responsabili di una dannosa e fallimentare esperienza amministrativa che aveva aggravato la situazione ambientale ed occupazionale dimostrandosi incapace di progettare un nuovo modello di città e di sviluppo, ebbene proprio quei dirigenti che avrebbero dovuto dar prova di un “ravvedimento operoso” hanno invece, chi in primo piano e chi in posti di regia, preconfezionato (forse da tempo) e sostanzialmente imposto una candidatura a Sindaco di Brindisi che, pur nel sentito apprezzamento delle qualità personali dell’interessato, è apparsa alla maggioranza dei componenti della Commissione, e non solo ad essi, inaccettabile per il metodo che l’aveva generata e per un oggettivo difetto di novità. Ne è seguita la fine traumatica di detta Commissione che avrebbe dovuto anche dare un pregnante contributo alla conduzione della campagna elettorale.

Risulta allora chiaro che il problema centrale non è quello (pur rilevante) delle qualità personali di questo o di quel candidato ma è un altro e cioè quello se il centrosinistra sia oggi in grado o meno di dare a Brindisi, città dove per ovvi motivi è più pressante l’esigenza di cambiamento, un segnale forte ed inequivocabile di discontinuità rispetto al recente ed anche meno recente passato. Un tale segnale non si è voluto dare e perciò, dopo qualche tattica apertura verso candidature notoriamente inesistenti, si sono pregiudizialmente respinte tutte le proposte che potevano dare corpo e forza alla necessaria svolta, a partire da quella tendente a portare “una donna alla guida della città”, formulata in modo aperto e con la indicazione di alcune persone di elevate qualità morali e professionali impegnate da anni sul versante sociale. Si è anche a cuor leggero recato pregiudizio alla prestigiosa candidatura a Presidente della Provincia del senatore Gaglione. E siffatte scelte, condite dal malinconico ricorso a vecchie pratiche del gioco politico, hanno mandato in frantumi l’unità e accantonato l’atteso rinnovamento.

E’ ancora possibile ritrovare unità e innovazione? Temiamo che il tempo sia oramai scaduto salvo il caso di un vero e proprio recupero in “zona-Cesarini”. Un recupero che sarebbe forse possibile se l’avv. Vincenzo Guadalupi con generosità e lungimiranza rinunciasse alla sua candidatura e se i due maggiori partiti locali di centrosinistra traducessero subito in fatti politici concreti alcune sagge dichiarazioni come quelle più volte rese dal senatore Gaglione e quella recentissima del segretario pugliese dei DS Michele Bordo il quale il 23 marzo – e quindi dopo le ultime scelte in questione - ha detto testualmente: “A Brindisi si è chiusa definitivamente una fase politica cominciata nel momento in cui il centrosinistra ha deciso di condividere l’esperienza di governo di Giovanni Antonino … Chiedo a tutto il centrosinistra di Brindisi di ritornare a dialogare per superare le divisioni delle ultime settimane e giungere così all’individuazione di candidature, sia alla carica di Sindaco che a quella di Presidente della Provincia, unitarie e condivise”. Una ricetta questa da prendere sul serio se si vuole davvero contrastare con efficacia lo schieramento di destra.



COMUNICATO CON CUI ABBIAMO ABBANDONATO
LA COMMISSIONE LA NOTTE DEL 19 MARZO 2004

La Commissione espressa dall’Assemblea dell’Universal il 23 gennaio scorso ha dovuto registrare il suo fallimento per la ferma decisione dei gruppi dirigenti dei DS e della Margherita di predeterminare e sostenere fino alle estreme conseguenze una candidatura a Sindaco di Brindisi che la maggior parte delle altre forze politiche e dei rappresentanti della società civile hanno ritenuto, aldilà delle apprezzabili qualità della persona interessata, inaccoglibile per ragioni di metodo e perché non tale da esprimere quelle esigenze di innovazione da tempo richieste e divenute pressanti dopo il fallimento politico delle ultime esperienze amministrative segnate dalle note inchieste giudiziarie tuttora in corso.

Prendiamo atto che da parte dei dirigenti dei due maggiori partiti dell’area progressista si è operata una precisa scelta e cioè quella di privilegiare su ogni altra ragione l’intendimento di dare un segnale di sostanziale continuità col passato nei metodi e nei contenuti politici ignorando nei fatti la domanda espressa col motto “cambiare rotta” accolto solo formalmente nell’accettazione di alcune linee programmatiche che, in siffatta situazione, appaiono destinate a rimanere lettera morta.

La gravità della situazione venutasi a determinare viene confermata dall’orientamento espresso dal senatore Gaglione di ritirare la sua candidatura da Presidente della Provincia in difetto di una ritrovata unità resa impossibile dalla ostinata determinazione degli indicati gruppi dirigenti che ha pesato in negativo sui lavori della Commissione. E l’atteggiamento del senatore Gaglione fa preventivamente giustizia di un possibile “scaricabarili”, malinconico gioco al quale la vecchia politica fa spesso ricorso. Sta di fatto che questa lamentata ostinazione è divenuta, a nostro avviso, col passare dei giorni una vera e propria forza centrifuga che ha mandato in frantumi la coalizione con un danno politico che nessuna eventualità di ballottaggio e nessun esito elettorale potrà in breve tempo eliminare.

Allo stato dobbiamo dire con grande amarezza che sono venute meno le condizioni per la prosecuzione del nostro servizio all’interno della Commissione ma dobbiamo dire anche di avere comunque fatto una buona semina, in termini di sensibilizzazione democratica, i cui frutti positivi non tarderanno a maturare. Ciascuno dovrà assumersi ora le proprie responsabilità come noi lo stiamo facendo anche con questa nota E dovranno farlo pure quelle forze, politiche e della società civile, che hanno operato preventivi ed estemporanei ritiri aventiniani indebolendo all’interno della Commissione le posizioni di coloro che si sono impegnati a fondo per favorire il cammino verso gli obiettivi dell’unità e del rinnovamento. Obiettivi che, se subiscono oggi a Brindisi una mortificazione, rimangono pur sempre le direttrici fondamentali da seguire, specialmente in questa fase della vicenda italiana, per portare avanti un progetto alternativo a quello fallimentare e disastroso della destra berlusconiana. Continueremo perciò a dare il nostro contributo per il successo delle liste di sinistra e di centrosinistra ma lo potremo fare solo senza assunzione di corresponsabilità politica e nel ruolo marginale nel quale siamo stati di fatto relegati.

Brindisi, 20 marzo 2004

Giancarlo Canuto - Mario Carolla - Michele Di Schiena - Ennio Masiello





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