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Forum :: La vetrina di Penna d' Oca :: E' meglio essere precisi :: La Politica lassù nel Loggione.Atto II (2^parte)
Autore La Politica lassù nel Loggione.Atto II (2^parte)
Redazione1
1.06.2004 18:42
La Politica lassù nel Loggione.
Incontro in tre atti con Luigi Boschi

Atto II (2^parte)

La montagna parmense?
Finché la montagna in Italia non avrà un proprio regime fiscale, uno specifico Istituto di credito e una rete di mobilità virtuale e fisica efficiente sarà tutto inutile. Il riequilibrio passa attraverso queste forme che potrebbero ridefinire il contesto e l'ambiente. Nel 2000 presentai un progetto integrato di piano per la montagna. Devo dire che molti di quei punti sono oggi in realizzazione o in progettazione, ovviamente si son ben guardati dal coinvolgermi.
Credo inoltre si sarebbero dovute sostenere maggiormente le iniziative agroambientali, ossia l'agricoltura rivolta per curare e gestire: a)ambienti per fauna e flora selvatica; b)produrre habitat per specie di interesse conservazionistico. Si sono però scoraggiati i ritiri seminativi e oggi le misure economiche a sostegno dell'agroambiente sono mortificanti.

E' al corrente di "malefatte"?
Le cito alcuni esempi che mi sono cari, ma ben altri e maggiori sono i disastri prodotti:
-A Tiedoli, in un paesaggio splendido, su una sorgiva (da cui si deve estrarre giornalmente l'acqua con un getto di 10 litri al secondo), a fianco di una frana, a mezzacosta di una montagna, cosa è stato costruito? Una discarica che incombe Magrano e Ostia parmense. E si sta aprendo la sesta buca! Si stanno spendendo miliardi, anche con palificazioni, per non far franare questa montagna di rifiuti. E' questo il modo per valorizzare la montagna? Per incrementare l'insediamento, residenziale? Per far sì che la gente si senta "protetta" da un possibile disastro? O la montagna è un luogo da riempire di rifiuti...tanto è disabitata!
-La Val Baganza risulta completamente dimenticata: non viene nemmeno più citata. Eppure esiste, ha dato vita ad una ricca economia agroalimentare. Il nome non risulta inserito in nessuna delle due comunità montane. E' la conseguenza della spartizione dei comuni della stessa vallata ad una o all'altra comunità senza alcun rispetto per le logiche di identità storica e geografica di valle: oggi per la politica è inesistente!
-A Vairo, da anni viene denunciata una situazione insostenibile da un punto di vista ambientale, una puzza e un inquinamento incredibile causato dal liquame di 600 maiali maltenuti in un allevamento al centro paese, con tampa annessa, realizzata e utilizzata senza collaudo.
-L'acqua del Taro una volta balneabile è oggi improponibile almeno fino a Bedonia.
-Il disastro paesistico, l'icuria boschiva e fluviale, la distruzione dell'architettura rurale.
Le sono sufficienti?
Il Loggione: "N'a volta t'andäve in montagna pär l'aria bógna, incò pr'i rifiut; i dízon ch'jen pr'i fónz!"

La Diga di Vetto?
Penso che una scelta che dovrebbe essere tecnico scientifica sia stata sufficientemente strumentalizzata dai politici. Vorrei invece che fosse una commissione scientifica indipendente, non pagata dai costruttori, ad esprimersi sulla necessità di realizzazione.

Quale ruolo, identità futura per la Montagna Parmense?
Oggi si limita la montagna a una proposta di servizio per la pianura che è inaccettabile, non strategica, che priva la montagna di ogni autonomia economica e di sviluppo reale, la riduce a servizio per una economia che non le appartiene. In cambio di che? Di transito turistico e di decorativismo paesaggistico? La montagna non sta elaborando una sua nuova identità dopo la morte della civiltà contadina. La Montagna rappresenta oggi un valore abbandonato con una economia di sopravvivenza. E' sotto agli occhi di tutti. Le amministrazioni locali e il privilegio personale hanno fatto disastri e distrutto paesaggi. Bisogna salvare le identità e si deve però anche progettare e immaginare il futuro. Si parla di recupero del passato, ma si pensa poco al futuro, se non in forma speculativa e si dà per scontata la colonizzazione dei saperi e dei luoghi cercando di insediare un modello che nulla ha a che fare con quell'ambiente. La Montagna deve essere connessa, collegata e accessibile, forme necessarie per dar vita a iniziative tese a sviluppare un contesto favorevole, luoghi da abitare e non essere abbandonati o semplicemente transitati. La Montagna deve essere aiutata a ripensarsi. L'ambiente costituisce la ricchezza naturale con cui i saperi devono interagire per forme di ritorno positivo di qualità di vita ed economico. I sindaci poi chiamino e ospitino artisti, favoriscano l'insediamento di centri di ricerca. Avevo proposto al Presidente del Parco dei Cento Laghi una scuola per il documentario e la fotografia naturalistica: la risposta? Non lo ho più sentito!

Due iniziative per la montagna?
L'Oasi del Silenzio e il Parco delle Frane.

Capisco l'oasi del silenzio, ma il parco delle frane?
Provi a comparare due fenomeni naturali come la frana e un vulcano. Provi a vedere che tipo di economia si è sviluppata sul vulcano. E perché non si potrebbe realizzare sulla frana? Immagini un parco naturale delle frane di portata internazionale, con centri di studio, attività formativa, preventiva, di sperimentazione, di sistemi di rilevazione tecnologica; si potrebbero formare specialisti di geologia delle frane per tutto il mondo. Anche la frana se valorizzata e non celata può generare un suo interesse: oltre a quello geologico è una espressione artistica naturale in continua mutazione; ha un suo valore cognitivo e economico. Si potrebbe creare un turismo sul dissesto geologico, idrogeologico, sui cambiamenti morfologici naturali, sulla vita delle frane, sulla memoria storica degli eventi, sulla fauna presente. E invece la stupidità della classe dirigente compiacente con l'imprenditore e col populismo cosa fa? Uno stabilimento sulla frana. E quando viene giù, come è venuto, lo paghiamo noi.
Il Loggione: "S'j'isson dè a lor, a cui ed Cornì, col ch'j'an spez par la frana, a pens ch'j'ìeron dispost a andèr via e lasèrog a lor tutt al paéz"

In Europa?
Lei sa cosa ha risposto il Commissario Monti alla mia domanda: "qual è la posizione della sua Commissione a seguito del voto positivo dell'Europarlamento sul rapporto della liberale olandese Johanna Boogerd-Quaak sulla pericolosa concentrazione dei media e in particolare la concentrazione in Italia del potere mediatico, economico, politico?"

Mi dica?
"Non è di nostra competenza." E la sua Commissione si occupa della concorrenza, delle concentrazioni. La motivazione addotta è che questo problema riguarda il "pluralismo". Lei poi mi capisce che non si può dar torto al Loggione che sostiene "J'en dei Commision d'afèri?
Ritengo comunque che non sia oltremodo procrastinabile la necessità di una politica economica e il diritto societario Europei, così come mi auguro venga concertata al più presto una politica della solidarietà Europea. La sfida etica degli Europei non può non essere sostenuta da una adeguata politica sociale.

Alcuni progetti per Parma che lei ritiene importanti?
La prima casa per tutti e una politica sociale preventiva e proattiva. Questo è il primario. Poi: a) un grande piano ambientale che comprenda energia a idrogeno e da fonti rinnovabili, risanamento delle acque, reti idriche e fognarie, un innovativo progetto di smaltimento rifiuti con recupero energetico a zero emissioni; b) una politica qualitativa urbanistica, architettonica, paesistica e di recupero rurale, valorizzazione dei percorsi fluviali; c) una qualificata e distribuita rete di mobilità virtuale e fisica; d) il nodo intermodale mediopadano; e) un sistema sanitario efficiente; f) una fondazione per lo sviluppo, la ricerca e l'innovazione; g) una agenzia artistica per la valorizzazione e promozione delle arti; h) il Palazzo delle nazioni; i) l'esposizione alimentare internazionale; l) il tavolo di concertazione permanente socio-culturale sullo sviluppo in Europa di Parma e Provincia.

Un'opera strategica?
Il nodo intermodale mediopadano: stazione, aeroporto, autostrada, automezzi di trasporto collettivo e privato interconnessi, unitamente alla connettività a banda larga .

Un suo progetto in particolare che ritiene strategico per Parma?
Il Palazzo delle Nazioni. Una politica estera per Parma, un luogo dove promuovere e coltivare la pratica e la memoria storica dei gemellagi nazionali, europei, internazionali. Un luogo dove sviluppare istituzionalmente gli affari esteri della città, un'area da destinare a esposizioni permanenti tematiche, per nazione. Non un luogo fieristico, ma dove accogliere le culture e le economie mondiali con possibilità di presentazione dei loro saperi, delle loro arti, dei loro prodotti. Un luogo di work shop, seminari, relazioni culturali, diplomatiche. Un luogo dove far incontrare le cucine internazionali. Una vetrina sul mondo che potrebbe coniugarsi e interagire con il Collegio Europeo, con la secolare tradizione universitaria. Un luogo sede e di incontro per Consolati e Ambasciate.
Certo un'iniziativa ambiziosa, ma necessaria per far decollare culturalmente, socialmente, economicamente questa città in Europa, nel mondo. Questa città ha bisogno di un luogo dove fare pratica di politica internazionale, dove le idee indigene possano incontrarsi e confrontarsi con le menti foreste.
Il Loggione: "An gh'è gnent'da dir, al pù l'è färos sintìr".

Dove realizzarlo?
Un'ipotesi: ristrutturare Palazzo Enel attualmente vuoto e in attesa di riconversione d'uso. L'edificio comodo per la facilità di accesso e in particolare per la vicinanza con la Ferrovia, potrebbe essere ristrutturato e rientrare nella logica di sviluppo del nuovo progetto Bohigas.

Un suo slogan, per la Provincia, la sintesi del suo pensiero politico?
"Conoscenza e Solidarietà: aprirsi al futuro è aprirsi al mondo!"

Cosa ne pensa di quello di Civiltà Parmigiana: "Un'altra Provincia è possibile"?
Risponde il Loggione: "Si sertamént collà d'affäri. Ag piasrìs féria lor e mìga lasèria fär a chiätòr".
(continua)

Parma, 19 maggio 2004

Movimento Sorgenti
tel 338 7152065 e-mail: luigi.boschi@libero.it
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