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Forum :: Politica :: Forum delle e per le formichine :: Scuola islamica:non è un ghetto!!
Autore Scuola islamica:non è un ghetto!!
Redazione1
20.07.2004 21:05
La Corte Costituzionale è già stata onvestita del problema, ed ha sentenziato che il crocefisso va tolto ogniqualvalta qualcuno lo chieda.

Quanto ai cani di Pavolv, quando ero bambina c'era un detto:
"Chi lo dice lo è"
Forse questo vale anche in questo caso.
Annarosa

Caro Piero e cari tutti,
il problema del crocefisso e quello della classe (non della scuola)
islamica, sono problemi distinti.
Se vuoi che discutiamo sul crocefisso, facciamolo pure: da parte mia,
sono assolutamente contraria all'esibizione di simboli religiosi in una
scuola laica, quindi sono contraria a che il crocefisso sia presente sui
muri delle scuole e in generale dei luoghi pubblici: mi sembra un limite
alla laicità dello stato ed un'offesa ai credenti di altre religioni e ai
non crdenti, che dovranno sentirsi cittadini di serie B.
Tu scrivi: "esiste una legge (il decreto del 1923 più volte citato sulla
stampa di oggi) che dice (giusto o sbagliato che sia) che nelle scuole ci
va il Criocifisso"
Ricorda che in quella legge c'è scritto che nelle scuole deve essere
affissa anche l'effige del re e la bandiera dei savoia: se fai riferimento
a quella legge, dovresti chidere che venga applicata integralmente.
Che poi tu mi porti, in favore della presenza del crocefisso sui muri,
la parola di un Cardinale, mi sembra fuorviante: mi meraviglierei proprio
che un Cardinale chiedesse di toglierlo!
Ma qui non stiamo parlando di crocefissi: stiamo parlando del tentativo
di fare una classe "speciale" per ragazzi islamici che avevano prima - si
tratta di una prima liceo, non di una scuola elementare - frequentato solo
la scuola coranica, e quindi avevano difficoltà ad integrarsi in una
classe normale, anche per difficoltà nell'uso della lingua italiana.
Questi ragazzi, senza la "classe speciale" non verrebbero iscritti
affatto nella scuola, e quindi verrebbe tolta loro la possibilità di
proseguore gli studi e di integrarsi meglio nella comunità e nella cultura
italiana.

Si tratterebbe di un esperimento, e come tale andrebbe valutato, e non
cancellato apriori.
I ragazzi seguirebbero i normali programmi della scuola italiana, e
sarebbero inseriti in una scuola italiana pubblica: sarebbero quindi
continuamente a contatto coi ragazzi delle altre classi, diminuirebbe il
loro isolamento, e, se l'esperimento avesse successo, penso che gli stessi
ragazzi dopo un anno più o meno, chiederebbero di essere inseriti nelle
classi normali.

La rapidità con cui la Moratti è intervenuta a bloccare l'esperimento mi
sembra un cattivo segno: non ha voluto un tentativo (un compromesso, come
dice Umberto Eco) per facilitare l'integrazione dei ragazzi islamici di
nazionalità egiziana nella cultura italiana.

Non è questo il metodo migliore?
Può essere.
Ma non parliamo di segregazione, perché l'obiettivo è proprio l'opposto.
Parliamo piuttosto di sezione "speciale" per ragazzi con difficoltà
particolari.
Un tentativo di questo genere è stato fatto negli anni '60, ma non ha
avuto successo. Non è detto quindi che abbia successo anche in questo
caso, ma perché non provare?

Gli islamici, di cultura molto diversa dalla nostra, hanno particolari
difficoltà, oltre alla rigidità delle famiglie, ad inserirsi nella nostra
cultura.
Un esperimento che cerchi di facilitarli va sperimentato.
Se non avrà successo, trattandosi di un esperimento, verrà sospeso.
Perché tanto accanimento prima ancora che l'esperimento abbia inizio?
E' da questo accanimento che si trae l'impressione di un "integralismo
cattolico" e si scivola a parlare di crocefissi.

Comunque, la Moratti ha deciso, e a te piace la sua decisione.
Invece di affermare che per una volta la Moratti ha fatto una cosa
giusta, perché non ti chiedi se forse non sbagli tu, a concordare con la
Moratti, che fino ad ora di cose giuste mi pare non ne abbia fatte, o ne
abbia fatte ben poche?

Annarosa
----------------------

Cara Annarosa e cari tutti,

intervengo ancora sperando di mettere meglio a fuoco l'argomento, che
è certo più importante di molti altri che hanno appassionato la lista.
Ho visto che Annarosa si concentra sul problema del Crocifisso, come
pure l'articolo della Repubblica da lei riportato e come pure anche Furio
Colombo sull'Unità di ieri (come ho ascoltato a Prima Pagina ieri
mattina).
A me pare che questo sia indizio di uno scambio fra il marginale e
l'essenziale: è un po' come quando uno indica la luna e l'interlocutore
guarda il dito.
Il fatto del Crocifisso non c'entra niente con l'opposizione alla
classe ghettizzata: il fatto è che la scuola ghettizzata è uno sbaglio in
sé, perché rinnega oltre 200 anni di storia, in cui abbiamo creduto
nell'uguaglianza degli uomini, che la scuola ghettizzata nega in radice
(come pure nega la separazione fra religione ed organizzazione dello
stato, in quanto è l'espressione di un integralismo allo stato puro).
Allo scopo di chiarire cosa penso della questione, ripeto
assolutamente marginale, del Crocifisso, in calce vi riporto un lettera da
me scritta, quasi un anno fa, alla mailing list della Margherita.
Un caro saluto.
Piero Stagno
---------------
ecco la lettera alla mailing list della Margherita, che a sua volta
riprende concetti che avevo svolto un altro anno prima.

26/10/2003
Cari amici,
ho visto gli interventi di oggi sull'argomento.
a mo' di introduzione, mi permetto di ripetervi quanto scrivevo in
lista su argomento analogo più di un anno fa (28settembre 2002).
".....Allo scopo di contribuire ad un approfondimento del dibattito,
mi permetto di riportarvi la sintesi di un'intervista del cardinale Tucci,
così come pubblicata dal Popolo di ieri. ...dice dunque il Cardinale:
"l'esposizione del Crocifisso non è offensiva per nessuno che abbia un
minimo di apertura culturale...., la maggioranza che si riconosce in
qualche misura nel Crocifisso è molto più ampia di quella parte della
popolazione italiana che aderisce alla Chiesa; ha diritto, questa
maggioranza di essere rispettata; questo è fondamentale.....Però va anche
spiegato....che cos'è il Crocifisso, perché spesso, soprattutto i
Musulmani, lo intendono in modo che non corrisponde a quello che noi
pensiamo... occorre far capire cosa dice questo segno sul quale è
costruita la nostra cultura....è il segno del Dio che ha compassione di
noi, accetta la debolezza umana, apre tutti uno all'altro e quindi crea la
relazione della fraternità". Il cardinale poi contesta "l'opinione di
qualche pen
satore cattolico, che dice il Crocifisso deve starci....come simbolo
dell'identità occidentale contro il fondamentalismo islamico....".
L'idea di un Crocifisso "contro" appare al Cardinale inaccettabile:
tuttavia "abbiamo anche il diritto di difenderci contro chi irride questo
simbolo.....non è accettabile che si dileggi...ciò che è sacro per i
cristiani".
Ciò premesso, sull'argomento e cioè sul giudice dell'Aquila che
avrebbe imposto di togliere il Crocifisso da una scuola, a me pare:
a) l'articolo 101 della Costituzione dice: "i giudici sono soggetti
soltanto alla legge", quindi non possono disapplicarla.
b) esiste una legge (il decreto del 1923 più volte citato sulla stampa
di oggi) che dice (giusto o sbagliato che sia) che nelle scuole ci va il
Criocifisso
c) L'art. 1 della Legge Costituzionale 9/2/1948 n. 1 e l'articolo 23
della Legge 11/3/1953 n.87 dicono (vi risparmio i testi, ma fidatevi) che
quando in un giudizio sia necessario applicazione una legge, per la quale,
a richiesta di una parte sia eccepita la illegittimità costituzionale ed
il giudice ritenga l'eccezione manifestamente infondata, gli atti sono
rimessi alla Corte Costituzionale per la decisione di costituzionalità. La
rimessione può anche essere decisa d'ufficio dal giudice, anche in assenza
di eccezione delle parti.
d) quindi come è stato rilevato da più parti, l'unico modo di
procedere sarebbe stato di rimettere gli atti alla Corte costituzionale.
e) Consapevolmente o no il giudice dell'Aquila ha fornito ulteriori
munizioni alla campagna di delegittimazione della Magistratura promossa
dall'attuale Governo (Castelli, probabilmente ignaro che l'unico modo di
cambiare gli atti dei giudici è l'appello, ha già promesso un'ispezione).
Un caro saluto
Piero Stagno
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