Redazione1 |
13.09.2004 16:03
Scusate, ma a Milano si vota?
No, non intendo le elezioni suppletive nel collegio n. 3: lì si è già deciso, le segreterie dei partiti hanno fatto le loro trattative, hanno intavolato discussioni ma, alla fine, hanno trovato l’accordo sul candidato e, forse, sul simbolo da usare.
Lunedì, finalmente, i segretari dei partiti, e solo loro, si incontreranno per ratificare il tutto.
Le primarie? Il coinvolgimento della società civile? Il rapporto con le associazioni?
Ma no, calma.
Quelle sono solo “fregnacce romane”, sparate estive di un vecchio trombone come Romano Prodi che (detto in tutta franchezza), se vuole fare il leader della coalizione, farà bene a giungere a più miti consigli.
Lui e quei quattro matti dei Cittadini per l’Ulivo che, oltretutto, continuano ostinatamente ad usare questo nome ed a chiedere che si usi questo simbolo ormai obsoleto, superato, vecchio che, tuttalpiù, potrebbe interessare a qualche milione di italiani romantici che chiedono unità ma anche capacità programmatica a partiti, movimenti, associazioni, eletti nelle istituzioni.
Insomma, tutte quelle menate un po’ pallose che, alla fine, non fanno altro che disturbare il manovratore.
Detto questo, torno alla domanda iniziale: ma, a Milano, si vota?
No, non avete capito ancora, non mi riferisco neppure alle regionali del 2005: lì si tratta di un passaggio poco interessante, che non attira l’attenzione di alcuno.
Mi riferisco, invece, a quel dibattito accesissimo, a Milano non si parla d’altro, sulle elezioni comunali del 2006, sul dopo- Albertini.
Basta salire su un tram, entrare in un negozio, dal parrucchiere, o in un centro commerciale, per vedere che la gente (gli elettori) non pensa ad altro:
Ho sentito l’altro giorno ai giardinetti, un gruppo di vecchiette che se la raccontava: “hai sentito, forse si presenta Fedele Confalonieri” “Si- ha risposto un’altra, però Scalpelli, Carrubba ed altri stanno già preparando la lista civica, così gliela fanno vedere loro!!””E io ho saputo da mio nipote, che il candidato del centro sinistra federato (non confederato) e ricostituito, allargato a rifondazione e Di Pietro, sarà Ferruccio De Bortoli.””Ma faranno anche le primarie?- ha buttato lì la solita maligna, che pareva essere la più giovane del gruppo- guadagnandosi uno sguardo all’unisono (come fosse un solo occhio) dalle amiche; sguardo senza dubbio di rimprovero, misto a stupore e sdegno per la sfrontatezza”
Questa, lo sanno tutti, è la situazione in città.
E quindi, se non vi è angolo dove non si affronti il tema, è più che naturale che un giornale importante come Repubblica dedichi ogni giorno una pagina all’argomento, chiamando in causa i principali esponenti della vita politica di questa città.
Ed è ancora più logico che essi principali esponenti alimentino e tengano vivo il dibattito.
Possiamo tutti dormire sonni tranquilli: così come al collegio 3, le segreterie sono al lavoro e, certamente, faranno la scelta giusta.
Anche perché, quando parlano di società civile e di lista civica, mica si riferiscono alle migliaia di elettori che continuano ostinatamente e pervicacemente a far capire che voterebbero molto volentieri l’Ulivo, ma non sempre sosterrebbero i partiti che lo compongono (chiedere informazioni a Mannheimer ed agli istituti di sondaggio); nemmeno si riferiscono alle centinaia di associazioni presenti sul territorio, al mondo del volontariato, ai movimenti ed ai comitati.
No, l’asse (importante, senza dubbio, se considerato uno dei tanti, devastante se considerato l’unico) è con i “terzisti” che, da parte loro, fanno sapere di gradire moltissimo e di avere già in testa un percorso più che chiaro.
Naturalmente lo discuteranno in riunioni riservatissime con i segretari provinciali più Massimo Cacciari che è l’unico, insieme a Gad Lerner, ad avere diritto di cittadinanza e di parola in questo waltzerino delle idee nella Milano che conta.
Forse si sta partendo con il piede sbagliato e, con questo metodo, chissà, da qui a un anno e mezzo, quanti De Bortoli (che sarebbe un ottimo candidato) avremo bruciato.
Intanto, tra un pisolino e l’altro, fra qualche mese dovremo sbrigare la noiosissima pratica delle elezioni regionali.
Uhh, che noia!! Tiremm innanz.
Nessuno, però, disturbi i manovratori.
Stefano Facchi
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