Redazione1 |
19.11.2003 21:53
Nonostante il lungo procedimento giudiziario in più fasi e in più direzioni, il mistero non è stato svelato, la verità non è stata scoperta, le tenebre non sono state diradate, eppure non ci troviamo nella sfera dell'inconoscibile. Si tratta di un mero fatto, che appartiene in quanto tale alla sfera del conoscibile, per cui se pure non sappiamo chi è stato, sappiamo con certezza che qualcuno è stato. Non faccio congetture, non avanzo alcuna ipotesi. Mi limito a rievocare il sospetto rimasto dopo la conclusione del processo che il segreto di Stato sia servito a proteggere il segreto dell'anti-stato. Risalgo alla strage di Piazza Fontana (...) perché la degenerazione del nostro sistema democratico è cominciata da lì, cioé dal momento in cui un arcanum, nel senso più appropriato del termine, è entrato imprevisto e imprevedibile nella nostra vita collettiva, l'ha sconvolta, ed è stato seguito da altri episodi non meno gravi rimasti altrettantop oscuri" (Norberto Bobbio)
Alla Camera dei Deputati, nella persona del suo Presidente
Al Senato della Repubblica, nella persona del suo Presidente
Al Presidente della Repubblica, quale garante e custode della Costituzione e
titolare di poteri di impulso per la sua attuazione
I sottoscritti, costituitisi nel "Comitato Torquato Secci, per l'abolizione del Segreto di Stato nei delitti di strage e terrorismo", ritengono inammissibile che in uno Stato democratico le decisioni del potere politico possano restare segrete, specie quando si deve appurare la verità sulle stragi, primario indeclinabile interesse della democrazia, come governo di popolo.
Il Segreto di Stato, in questo caso, lungi dal tutelare l'integrità della Repubblica e le istituzioni democratiche poste dalla Costituzione a suo fondamento, come lo motivano alcuni giuristi, "è, come afferma Torquato Secci, l'indimenticabile, coerente, libero e forte presidente dell'Unione dei familiari delle vittime della Strage di Bologna del 2 agosto 1980, unostrumento della violenza e la violenza deve essere fermata subito"; per questo è intollerabile che la giustizia cerchi con grande fatica la verità e che il governo la ansconda, o che anche sembri solo nasconderla, condizionando tutti i processi per strage con la frequente opposizione del Segreto di Stato.
La proposta di Legge, di seguito richiamata, che va contro il terrorismo e che non pesa una lira nel bilancio dello Stato, intende conferire alla magistratura la pienezza dei suoi poteri di indagine, di accertamento e di decisione nei processi penali che riguardano i fatti criminosi maggiormente pericolosi per l'ordine democratico e quindi "eversivi dell'ordine costituzionale" e che, come tali, " in nessun caso possono essere oggetto di Segreto di Stato" (secondo quanto già disposto dall'art. 12, 2° comma, della Legge 24 ottobre 1977, n. 801, che istituisce e regola i servizi di sicurezza).
Essa, però, ha, purtroppo, dormito per anni nei cassetti del Parlamento, mettendo in luce una incredibile passività , una assoluta insensibilità ed una sconcertante latitanza degli organi più qualificati dello Stato, indicative della chiara mancanza di volontà di eliminare il terrorismo delle stragi. E la resistenza passiva del Parlamento si è posta in netta antitesi con alcuni principi fondamentali della Costituzione (art.1, 2° comma, art.50 ed art.71, 2°comma), oltre a violare lo stesso Regolamento parlamentare (art.72, 1°comma).
Su queste basi, gli scriventi, preso atto che anche le pochissime proposte di legge di iniziativa parlamentare sulla grave questione indicata, sono, fino ad oggi, rimaste lettera morta, soprattuttto per una inspiegabile inazione sopravvenuta degli stessi proponenti, chiedono, esercitando il loro diritto di petizione costituzionalmente garantito (art.50), come espressione della loro sovranità (art.1, 2° comma), che gli organi in indirizzo si attivino con urgenza, congruamente e decisamente, ai diversi livelli istituzionali, perché venga discussa ed auspicabilmente approvata la proposta di legge di iniziativa popolare (già finita nelle secche del Palazzo), qui di seguito riportata, che così si articola, come fu, a suo formulata, dal magistrato Marco Ramat, che subito aveva compreso gli elementari desideri dei famigliari delle vittime delle stragi, nonché di tutti i democratici che oppongono la esigenza ineludibile della massima trasparenza agli "arcana imperii" di qualunque genere:
"Abolizione del Segreto di Stato nei delitti di strage e terrorismo"
Articolo unico:
"dopo l'art.15 della Legge del 24 ottobre 1977, n. 801, è inserito il seguente: art.15 - bis, che così dispone: il segreto di Stato non può essere opposto in alcuna forma, nel corso di procedimenti penali relativi:
a) ai reati commessi per finalità di terrorismo o di eversione di ordine democratico;
b) ai delitti di strage previsti dagli articoli 285 e 422 del Codice penale".
Contattare promotore del "Comitato Torquato Secci": AVV. Giosué Calabria:
339/8234298
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