Redazione1 |
25.11.2003 21:41
Con Sabina, contro il regime
di Paolo Flores d’Arcais e Francesco Pardi
Se poteva sussistere ancora qualche dubbio sulla natura del berlusconismo in quanto “Regime delle illibertà” le scorse settimane dovrebbero averlo fatto evaporare anche presso i più ottimisti e propensi al dialogo. La prima rete Rai ha infatti mandato in onda un “Porta a porta” (registrato), in cui Giuliano Ferrara ha definito l’Unità “un foglio linguisticamente e tecnicamente omicida”. La terza rete Rai ha invece cancellato un programma di Sabina Guzzanti che ha riproposto due fatti (si noti bene: fatti!) risaputi da tempo, ma ignoti a chi ha nella tv la sua unica fonte di informazione: che l’Italia, in quanto a libertà giornalistico-televisiva, è al 53° posto nel mondo (dietro a Colombia e Madagascar, ci sembra), e che la pubblicità delle marche leader sui quotidiani è crollata verticalmente, mentre le inserzioni delle stesse marche sulle tv berlusconiane sono aumentate in modo vertiginoso.
Bando alle ciance, perciò: Sabina è stata censurata non tanto per i suoi pezzi di satira, ma per aver ricordato alcune modeste verità di fatto, scomodissime per un potere che si regge (sempre più zoppicante) solo sulla dispiegata menzogna. Questo regime non poteva tollerare che per altre cinque domeniche, benché in piena notte e anche solo per pochi minuti, Sabina potesse rivelare qualche piccolissima verità sui processi di Berlusconi, sulla guerra di Bush, sulle condizioni dei lavoratori e dei pensionati, e insomma sulla realtà nuda, senza propaganda berlusconiana e senza slalom da inciucio.
Sabina il suo messaggio domenica prossima lo trasmetterà comunque: alle 20,30, all’Auditorium di Roma, nella sala grande da 2700 posti, e con un megaschermo nel piazzale/cavea che ne tiene molte migliaia. In molte città italiane i girotondi e i movimenti hanno già organizzato un collegamento in contemporanea, in teatri, cinema o piazze con megaschermo. Saranno tante “piccole” (ma poi non tanto) feste di protesta, per gridare tutti insieme, da un capo all’altro della penisola, con Sabina e i tanti colleghi che le hanno manifestato solidarietà e parteciperanno al suo spettacolo, il corale “ora basta!” di tutti i democratici alla censura e alla menzogna.
Ecco perché è importante che ciascuno si mobiliti, si faccia promotore, trascini gli amici a Roma o nelle città collegate, rompa con il suo impegno (le e-mail, le catene telefoniche, i “messaggini”) il muro di silenzio che tv e stampa vogliono far calare su questa iniziativa. Non pieghiamoci alla censura, e non facciamoci lobotomizzare dall’indifferenza. La somma dell’impegno di ciascuno sarà infinitamente più forte del silenzio di regime di televisioni e carta stampata. I siti www.centomovimenti.it e www.igirotondi.it stanno già operando per coordinare tutte le iniziative.
Circa 150 parlamentari delle opposizioni hanno protestato contro il bavaglio videocratico che ha colpito Sabina oggi, come ieri Biagi, Luttazzi, Santoro e tanti altri. Non è questo che impressiona, però. Che un democratico trovi insopportabile la censura dovrebbe appartenere all’universo delle cose ovvie. Colpisce, anzi angoscia, che circa 250 parlamentari delle opposizioni risultino tuttora, sull’argomento, latitanti o disattenti. Che la censura possa diventare qualcosa di ammissibile nell’orizzonte di una democrazia liberale, magari con la più lurida delle argomentazioni ipocrite, quella secondo cui la libertà di espressione, per non tralignare in libertà di offendere, esige una “licenza de’ superiori”: l’imprimatur, insomma.
Perché per le offese c’è il codice (penale e civile), la possibilità di denunciare per diffamazione, di querelare. Ma sarà un giudice a decidere. Pretendere di anticipare il giudizio con una censura politica è concepibile solo per una mentalità antiliberale. Tipica, non a caso, di chi vuole abrogare l’indipendenza della magistratura, oltre che mettere la mordacchia all’informazione libera. Le due cose si tengono, infatti. E sommate si chiamano REGIME.
fonte : Movimento Università-Opinione - muoge@libero.it
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