Redazione1 |
11.12.2003 21:48
“Caro Facchi- mi diceva un anziano operaio della Pirelli, seduto davanti ad uno dei cancelli della fabbrica- sei giovane, ma devi conoscere una regola, di cinque parole, che si impara con gli anni e può evitare cocenti delusioni: la-lotta-non-è-polenta!! “
Cosa vuol dire?
Semplice: la polenta è calda, piace, e se la accompagni con due fette di salame ed un buon bicchiere di vino, quando la fai arrivano tutti.
La lotta, invece, è dura, richiede sacrificio, fa quasi sempre freddo e, se la fai, rischi di ritrovarti solo, o con pochi matti come te.
Chiaro?
Cara, vecchia cultura operaia: forse un po’ alla buona, ma inequivocabile nel suo significato.
“Ma come- chiedevo io, ancora acerbo- facciamo assemblee con cinque-seimila lavoratori che votano compatti per il blocco delle merci e poi, davanti alle portinerie, al freddo, di notte, ci ritroviamo in sette o otto?”
Si chiamava processo di delega, ci autodefinivamo avanguardie, punte avanzate del movimento e forse esageravamo.
Certo, però, con quelle battaglie, condivise da molti anche se fatte da pochi, con quei sacrifici, abbiamo cambiato molto del modo di vivere in fabbrica ed abbiamo ottenuto risultati capaci di segnare un’epoca: ci sentivamo forti, perché sapevamo di avere dietro di noi i lavoratori, pronti a sostenerci con la mobilitazione, i grandi cortei, gli scioperi epici.
Perché mai questo amarcord, questo tuffo in una storia così lontana nel tempo, ma ancora tanto viva dentro di me?
Perché in questi giorni sto un po’ rivivendo quel clima.
Il presidio davanti alla sede della Rai di c.so Sempione mi riporta a quei tempi ed a quelle domande.
Stiamo vivendo un’esperienza davvero straordinaria, con centinaia di cittadini che passano per portarci la propria solidarietà, qualche genere di conforto, una battuta, a volte un ringraziamento.
Sto conoscendo compagni ed amici che sono felice di incontrare e con i quali credo e spero di poter fare molte cose in futuro.
Stiamo sperimentando forme di solidarietà che parevano scomparse dai modi della politica, e invece eccole riemergere, ecco venir fuori il cuore di chi sa di lottare per qualcosa di giusto.
Domenica, insieme ad una settantina di persone, ho potuto vivere lo straordinario momento di un concerto di Roberto Vecchioni.
Pensate, un concerto senza impianto voce, senza amplificatori, con il freddo ingeneroso che faceva dimenticare le parole al grande cantante e gelare le dita al chitarrista: eppure, la sensazione netta di vivere uno di quegli attimi irripetibili, che resteranno dentro.
Grazie alla immensa bravura ed alla umiltà di Vecchioni, ma grazie anche al bel clima che univa tutti noi presenti.
Questa sera, un altro grande momento con Francesco Baccini, che ci ha regalato un’ora di grande musica.
Stiamo prendendo tanto freddo ma, come vedete, arrivano anche le soddisfazioni.
Certo, lasciatemi dire, che fatica!
La Milano democratica, con i suoi partiti, i sindacati, le associazioni, i movimenti, le parrocchie, le bocciofile, le radio di sinistra e tutto quanto volete voi……..forse questa Milano potrebbe dare qualcosina di più.
Ecco, allora, riapparire un filo di amarezza.
A rincuorarmi torna allora alla mente la frase del vecchio operaio della Pirelli e la consapevolezza di rappresentare il pensiero di gran parte del paese: non abbatterti, caro compagno, sai bene che la lotta non è polenta!!
Comunque, se queste poche righe avessero, in qualche modo, risvegliato il vostro interesse o la vostra voglia di partecipazione, allora non negatevi nulla, venite, sia di giorno che di notte, alla Tenda Rossa ed unitevi a noi che, detto sottovoce, ne abbiamo tanto bisogno!!!
Vi apettiamo.
Stefano Facchi
Responsabile provinciale dei Cittadini per l’Ulivo
p.s.
La Tenda Rossa non è un covo poco rassicurante, ma, molto più semplicemente, un gazebo di colore rosso montato davanti alla sede Rai che ci consente di ripararci dalle intemperie.
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