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Forum :: Politica :: De Porti :: Quanto durerà la Chiesa? di A.De Porti
Autore Quanto durerà la Chiesa? di A.De Porti
Redazione1
17.12.2006 10:27
QUANTO DURERA’ LA CHIESA ANCORA ? VENTI ANNI, FORSE MENO ?
Che la Chiesa stia passando una fase assai critica non ci piove, almeno con riferimento alle vocazioni, sempre più rare; circostanza quest’ultima che costringe i Vescovi persino a centellinare i servizi dei vari parroci, sdoppiandoli fra varie Parrocchie e, da ultimo, eliminando persino, qui da noi, le Messe prefestive del sabato sera, a partire da dopo l’Epifania 2007.

Io penso che farsi domande della specie, sia più che legittimo, anzi doveroso, da parte di un cristiano. Perché succede tutto questo ? Perché certi Ministri della Chiesa sembrano meno “fermi” rispetto ai dogmi ecclesiali ? In questi giorni si parla di matrimonio possibile dei preti, ci sono Vescovi che ormai hanno già rotto questo tabù, c’è anche chi, scherzosamente, dice che in nome della “par condicio” potrebbero sposarsi anche le…Suore, ci sono poi preti che, lontani dai Palazzi Ecclesiastici, faticano ad esercitare il loro ministero in quanto lasciati “soli” dal potere spirituale centrale che, in questa sorta di “competizione” religiosa, ha altri grattacapi da risolvere a livello mondiale, con ripercussioni negative e pericolose per il cristianesimo. Islam docet !

Una volta le Chiese erano aperte tutto il giorno, ora, la stramaggioranza di esse, sono chiuse tutto il giorno, per poi riaprire qualche minuto prima delle funzioni religiose; si dice, a causa anche della crescente delinquenza. Che fare ? Che dire ? Di questo passo c’è da supporre che fra una ventina d’anni, forse anche meno, non ci siano più preti mentre le Chiese potrebbero diventare dei Musei a pagamento. Qualche accenno a questo esiste già nelle città d’arte. Ed il dato è incontrovertibile se comparato con i precedenti venti-trent’anni. Le Chiese oggi si riempiono solo in occasione di funerali o matrimoni importanti. Ma in questi “en plein” esiste davvero un input da spirito religioso o non dipenderà piuttosto da interessi vari che nulla hanno a che vedere con il cristianesimo, come ad esempio, il farsi notare in occasioni importanti, non escluso nelle officiature funebri, o per paura della morte che capiterà anche a ciascuno di noi e che vorremmo magari fosse officiata alla stessa stregua di chi si accompagna in quel momento, magari come prova anticipata del nostro funerale ?

Io penso che questo stato di cose non dipenda dal cristiano e neanche dai preti, ma da un nuovo modello di vita che non lascia più spazio ad astrazioni di ordine spirituale, non tanto perché parallelamente esiste anche la fatica di sbarcare il lunario in un mondo sempre più difficile che non consente spazio, ma soprattutto perché la vita viene presentata dai mass-media attraverso immagini che tutto offrono tranne la verità. E ciò al punto che il Vangelo pare ora assumere un ruolo di un libro incomprensibile, talvolta contraddittorio, fuori dai tempi se non addirittura masochista. Domandate ad un giovane di oggi se capisce il concetto evangelico del porgere anche l’altra guancia quando si è già preso un cazzotto su una e se non preferisca invece umanamente privilegiare delle “coccole” da parte di una velina della TV? Il problema poi si complica perché, oggi come oggi, la Chiesa non è più in grado di far recepire alle nuove generazioni la concezione filosofica di perfezione assoluta che è in capo a Dio. Pare infatti che, al giorno d’oggi, tutto ciò sia un concetto improponibile, avulso anche dalla ragionevolezza, in quanto risponde a logiche umanamente non più accettabili.

Andrebbe anche detto che le vecchie generazioni clericali sin qui succedutesi, non tutte per la verità, risentono anche della loro estrazione. Cosa intendo dire ? Che una volta, studiare per diventare prete, significava togliersi dai campi, ma anche dai problemi economici cittadini allo scopo di imparare gratis e diventare qualcuno, altrimenti, per certe famiglie, non ci sarebbe stata la possibilità di istruire i figli, per cui, la vocazione, più che “chiamata” da parte di Dio, (e ciò è successo anche in alcuni miei contesti familiari senza poi proseguire) diventava mera necessità che, nel prosieguo pastorale, non dava quel frutto capace di trasmettere sufficientemente il concetto del porgere l’altra guancia. Naturalmente, senza fare di ogni erba un fascio.

A questo punto che fare ? Non bisognerà certo nascondere gli occhi per non vedere: ci troviamo infatti in una fase che non da scampo a tormentose previsioni che, a breve, segneranno un capitolo nuovo della Chiesa, forse già con questo Papa, le cui preoccupazioni attuali, non sembrano avere mai avuto risvolti tanto emblematici come ora, in quanto, in quest’ ultimo mezzo secolo, è subentrata una fase nuova di vita, non solo religiosa, che ha spazzato addirittura alcuni secoli di vita precedenti ! Rendiamocene conto !

Cosa vedo in futuro ? Vedo un ritocco, se non proprio dei dogmi della Chiesa, sicuramente del modo nuovo di concepire le problematiche della famiglia (un divorziato non è un ladro, ma sempre figlio di Dio), vedo poi un forte passaggio della gestione spirituale della Chiesa, dai preti ai laici, ma vedo anche la possibilità che il prete si faccia una famiglia, anche in nome di madre natura, oltre che in nome di Dio. Ci saranno anche qui, come in altri contesti, preti bravi e preti meno bravi. Preti che desiderano avere moglie altri no, come nel laicato.

Non capire queste cose o, peggio, far finta di non capirle, significherebbe aggravare ulteriormente la gestione spirituale della Chiesa. E ciò, con conseguenze catastrofiche, dato che anche l’Enciclica Papale “Fides et ratio”, scritta soprattutto in funzione di una possibile collaborazione fra le varie confessioni religiose, non ha sortito ancora nessun effetto.

Realtà che, ancor oggi, è difficile anche solo da immaginare.

ARNALDO DE PORTI
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