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Forum :: Lettere :: Lettere aperte a.... :: Il ritardo di D'Alema di A.V.Gelormini |
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Il ritardo di D'Alema di A.V.Gelormini |
Redazione1 |
21.04.2007 20:08
IL RITARDO DI D’ALEMA
di Antonio V. GELORMINI
Ci risiamo. Si ricomincia. Veltroni e D’Alema tornano a fronteggiarsi. Pur sapendo già come andrà a finire, il leader maximo nelle sorti del nuovo Partito democratico vuole esserci. Sa che da oggi davanti all’amico-rivale si è aperta una prateria sconfinata. Il treno ha cominciato a correre. Distratto da Mussi, si è accorto del ritardo. Ma quel treno non va perso. Bisogna acciuffarlo. Pazienza se Fabio non ce la farà. Dannato nostalgico! Lui deve precipitarsi e, per muoversi meglio, si libera anche del fardello istituzionale della presidenza Ds. Alle formalità può pensarci Piero. C’è una sfida da raccogliere. Walter non può essere lasciato “troppo” solo.
Ci sarà una leadership da conquistare, anche se il Congresso ha già tributato la sua investitura a Veltroni, in un’apoteosi di applausi e di emozioni. Alla fine di un discorso appassionato, vibrante, innovativo e più vicino al Paese ‘reale’. Questa volta Massimo, l’errore non vuole ripeterlo. Se si deve passare per le primarie e la società civile, per la conquista di un legittimante consenso popolare, allora sarà meglio prepararsi per tempo. Questa volta non ci saranno fax da spedire. E tanto per cominciare, si cosparge il capo di cenere: “La scelta del Partito democratico non è frettolosa, semmai, se mi permettete un riferimento autocritico, è una scelta tardiva”.
Veltroni ha parlato da futuro Presidente del Consiglio. Ha toccato le corde vive del Paese. Ma il partito nuovo che si vuole far nascere avrà bisogno di una guida solida, articolata e per certi versi anche esperta. Ecco, da questo punto di vista, alla guida pratica del partito, a suo tempo, Walter non ha dato una grande prova di sé. Ci sarà bisogno di un grande sforzo organizzativo per portare all’elezione della costituente del Partito democratico, almeno un milione di persone. Ma ci sarà bisogno, anche, di dare struttura alla nuova architettura, che prevede confronto e competizione con il meglio dell’esperienza organizzativa in fatto di partiti. Qui Massimo sa di essere prezioso.
“Non decideremo più da soli” lo ha ricordato con forza, per accrescerne nella platea la consapevolezza. Fabio ha sbagliato la sua scelta e amichevolmente lo avverte: “Faremo di tutto per dimostrarti l’errore”.
“Extra Ecclesiam nulla salus”. Appunto, lui non ha alcuna intenzione di rimanere fuori. E afferra la mano tesa di Walter. dalla locomotiva lanciata del Partito democratico.
(gelormini@katamail.com)
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