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Forum :: Controcritiche Cinematografiche :: Libera il pensiero :: ControCritica: la meglio gioventu' |
Autore |
ControCritica: la meglio gioventu' |
Redazione1 |
19.12.2003 22:36
LA MEGLIO GIOVENTU’
Tutti ne hanno scritto, voglio farlo anch’io non fosse che per lo sforzo di essermene sorbite 4 puntate televisive.
Il lungo film di M.T.Giordana si propone senza via di scampo al paragone con due bei film del cinema italiano, “La famiglia” e “C’eravamo tanto amati”, entrambi di Ettore Scola.
Ne sembra quasi la naturale continuazione: comincia laddove questi finiscono oppure si sovrappongono per un breve periodo storico.
Fare questo paragone è piuttosto impietoso per “La meglio gioventù” che ne esce con le ossa rotte perché è alterno, presenta momenti medio alti ma anche cadute rovinose.
I riferimenti storici, la ricostruzione di costumisti e truccatori è piuttosto carente, non possiamo vedere i protagonisti negli anni sessanta pettinati come si usa oggi. Inutile mettere auto d’epoca, vestiti, precisione nelle ambientazioni, nel mobilio, nel piccolo particolare quando i volti escono da una rivista attuale.
Incongruenze di narrazione parecchie: una bambina non può entrare nelle carceri italiane, una professoressa non entra in pensione quando vuole abbandonando la cattedra, ecco, questi errori gli sceneggiatori di Scola non li facevano. Ero prevenuto verso Rulli e Petraglia (autori de La Piovra, sic!) e la loro mano ha colpito pesante anche qui. Il cinema è un’altra cosa, devono ancora studiarlo e impararlo.
Fastidiosi perché appiccicati i richiami ai grandi fatti della storia italiana, sono appiccicati al racconto con piaggeria, guarda quanto siamo bravi, ci dicono gli autori. Spesso il film sembra un documentario promozionale sulla bella Italia con quelle inquadrature, sempre uguali, delle città.
Infine piuttosto forzata questa famiglia i cui appartenenti attraversano nel bene e nel male tutti i grandi temi del paese. Ma come? Proprio tutti parenti dovevano essere? Terroristi, medici, idealisti, poliziotti, banchieri……però.
Ma bisogna parlare anche un pochino dei pregi.
Gli elementi affettivi sono spesso centrati.
Possiamo riconoscere davvero tutti un pezzo di storia della nostra famiglia ed in questo si può evidenziare un elemento di bravura, di sensibilità.
Troviamo la capacità di riferirsi alla vita quotidiana, ai piccoli fatti che la compongono. Di questi fatti il film è ricco e presenta quei momenti poetici che sa dare solo di chi sa anche fare del cinema.
La discontinuità de “La meglio gioventù” sta nel continuo ondeggiare tra il bel cinema e la televisione standardizzata.
Di quello ha i pregi, di questa i difetti.
Daniele Ramirez
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