Redazione1 |
9.12.2007 18:17
LA SOCIETA’ ITALIANA E’ UNA POLTIGLIA DI MASSA
Così, come da titolo, sentenzia appena pochi minuti fa un rapporto del Censis; il guaio è che nessuno se ne accorge di questo in quanto anche l’intelletto degli italiani comincia a risentirne dell’ossidazione contratta a suo tempo da rappresentazioni, immagini, discorsi, interventi che nulla hanno che vedere con la realtà . Ed ora essa ne paga lo scotto, provando un senso di solitudine che cerca inutilmente di compensare col telefonico in mano, come si spiegherebbe in chiave sociologica. Sono in aumento litigiosità ed altro nei rapporti fra la gente, ma ciò non sempre ha come giustificazione l’eventuale lesione di un diritto, quanto invece la necessità di utilizzare qualcuno come strumento allo scopo di sfogarsi. Poi c’è politica che invece di creare le condizioni per far nascere ed alimentare uno stato di concordia e felicità fra la gente, come sarebbe suo compito precipuo, produce tutto il contrario: oggi, i nostri onorevoli se non fanno tristezza solo a sentirli e vederli, poco ci manca, eccezion fatta per qualcuno.
Se a tutte queste defaillances si aggiunge il fatto che la mala politica degli ultimi anni ha favorito i ricchi a danno dei poveri, creando alcuni imperi economici capaci di sopraffare dignità , legalità , tutte le fasce deboli, le quali, ora come ora, non hanno più voce per fare valere anche il più umile diritto, dopo essere state abbagliate da rappresentazioni ingannevoli ed effimere da parte del precedente governo, allora tutto si spiega senza alcuna elaborazione mentale.
Perché questa è la realtà a cui si è pervenuti, come ho scritto ieri in un mio sito web (www.innovatorieuropeibelluno.ilcannocchiale.it)
Ora, se l’Italia è diventata una poltiglia ove non si ha più voglia di fare, di programmare, persino di vivere per taluni, non piangiamoci addosso, ma diamoci da fare buttando politicamente a mare tutti quei personaggi che, anche oggi, fanno il brutto ed il cattivo tempo con la forza dei mezzi economici e non del cervello !
Arnaldo De Porti
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