Redazione1 |
16.03.2008 12:47
Riporto una mia breve intervista, rilasciata lo scorso 14 marzo a Taranto, sul tema della prescrizione.
Giornalista: Con la ex Cirielli, a Taranto, si rischia la prescrizione per molti importanti processi. Lei che cosa intende fare, qualora andasse al Governo?
Antonio Di Pietro: Innanzi tutto, ad una domanda di questo genere, tutti i politici risponderebbero allo stesso modo: “C’impegneremo affinché non avvenga”. Ma non ci credete, e guardate chi ha fatto veramente qualcosa nella scorsa legislatura: ad impedire l’indulto c’eravamo io e pochi altri, a dire che la ex Cirielli, la legge sulla prescrizione, andava modificata c’ero soltanto io, non ce n’erano altri. Tutti dicevano che bisogna ridurre i tempi della prescrizione.
L’impegno concreto che io prendo con l’Italia dei Valori, se mi lasciate andare in Parlamento, è proprio questo, però ci vogliono i numeri. Ecco perché ci vuole il voto, perché ci vogliono i numeri, perché lì, in Parlamento, se ne fregano. Oggi dicono una cosa e ne fanno un’altra. Ci vogliono i numeri.
L’impegno concreto è questo: eliminazione della legge che preveda la prescrizione breve e introduzione di una norma che preveda che, dopo il rinvio a giudizio, non ci sia più prescrizione. Non ci sia più tempo di prescrizione dopo il rinvio a giudizio, cioè dopo che c’è un capo d’imputazione e inizia un processo. L’assoluzione non può essere che il merito: o sei innocente, o sei colpevole. Non deve accadere che, prima che si decida se uno è innocente o colpevole, si dica: “non si procede più”.
Questo giochino di dare un tempo entro il quale, se nulla è deciso, non si decide più, è diventato uno strumento, grazie alla legge che si è fatto Berlusconi, per arrivare prima all’impunità, poi alla verità.
Questo, con me, non potrà capitare.
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