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Forum :: La vetrina di Penna d' Oca :: E' meglio essere precisi :: Mezzogiorno,il patto con diavolo di A.V.Gelormini |
Autore |
Mezzogiorno,il patto con diavolo di A.V.Gelormini |
Redazione1 |
30.03.2008 18:57
MEZZOGIORNO, IL PATTO COL DIAVOLO
di Antonio V. Gelormini
Apprezzo la ricerca del dialogo del vincente. Sono più guardingo sulla scontata disponibilità del perdente. Di solito il piede di partenza è cosa fondamentale, per la tenuta e il dipanarsi del filo sottile di un’intesa. Per questo avrei voluto che la proposta, sul fronte comune Mezzogiorno, fosse piuttosto partita da Francesco Boccia, e che il tempo non gli fosse stato opportunamente rubato da Raffaele Fitto.
Ha ragione da vendere Michele Emiliano nel dirsi allarmato e preoccupato per le avances presentate dagli alleati degli allergici al Sud, e di chi farebbe volentieri a meno di tutto quello che si trova da Roma in giù.
La ricerca di attracchi della destra magari moderata, nei golfi mediterranei del Partito Democratico, evidenzia in effetti l’esigenza di sponde amiche, per capitani coraggiosi con peso specifico leggero, sulla bilancia delle scelte che contano nella compagine berlusconiana nazionale.
Offrirsi al dialogo a macchia di leopardo, incuranti del quadro nazionale, rischia derive gattopardesche. Non capire, o far finta di non capire, che il movimento autonomista di Raffaele Lombardo potrebbe diventare il catalizzatore di un processo da tempo auspicato dalla Lega (Voi preoccupatevi del Sud che al Nord ci pensiamo noi), non è affatto tranquillizzante. E mette a rischio non solo la gallina, ma l’intero pollaio, nell’accontentarsi con irresponsabile pragmatismo di un’immediata raccolta di uova.
L’ambizione del Mezzogiorno è sentirsi risorsa attiva in un ambito di unità nazionale, nel quadro ancora scomposto di una realtà mediterranea ed europea, che vuole assumere i caratteri di autentico protagonista e di interlocutore privilegiato dei colossi emergenti orientali.
La questione meridionale non si risolve tra noi. In troppi sperano che questo accada, col proposito di favorire ed accelerare ondate emotive secessioniste. Capisco che è difficile porre condizioni alla Lega, soprattutto quando il suo appoggio è di vitale importanza, ma il servire due padroni sarebbe fatale alla commedia e la trasformerebbe in dramma o tragedia.
Non si tratta di gelosia o di poema cavalleresco. Soprattutto al Sud i personaggi non possono essere sempre in cerca di autore. Di fronte agli elettori le parti in commedia vanno rispettate. Certo, l’interpretazione del copione resterà soggettiva, la diversità d’accento e d’inflessione dialettale farà la differenza, ma la bravura si misurerà sulla capacità di farsi capire al Nord come al Sud. E soprattutto di dimostrare, coi fatti, di reggere il confronto faccia a faccia. Da pari a pari. L’applauso seguirà scrosciante.
(gelormini@katamail.com)
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