Redazione1 |
1.04.2008 12:13
EXPO 2015, LA STRANA COPPIA
di Antonio V. Gelormini
Letizia Moratti è raggiante, e lo è a ragione. Fa bene ad abbracciare Romano Prodi all’annuncio a Parigi per l’assegnazione alla città di Milano dell’Expo 2015. Lo abbracci forte e continui a farlo a lungo, perché, soprattutto nelle ultime settimane, l’impegno profuso da molti lombardi eccellenti era stato piuttosto volto allo sfascio, anziché al sostegno della candidatura meneghina.
In tanti, senza nasconderlo troppo, si stavano già preparando al peggio individuando, con anticipo strumentale, capri espiatori come la “monnezza” di Napoli, l’immancabile incapacità del Governo e l’inadeguatezza dei nostri rappresentanti all’estero. Senza parlare di Malpensa e del mancato hub, dell’Alitalia e delle sue sorti, di Air France e dei nazionalismi padani.
Tutti smentiti, per fortuna. Perché il lavoro di concerto delle istituzioni, ad ogni livello dal Governo al Comune di Milano, si è dimostrato davvero vincente. E non è assolutamente detto che, a parti politiche invertite, sarebbe stato lo stesso. Le inopportune dichiarazioni a caldo del Cavaliere lo testimoniano amaramente.
Perché con la proclamazione di Milano, Città Expo 2015, si caratterizza ancora di più la funzione di grande aeroporto internazionale di destinazione di Malpensa, e non certo di scalo transitorio e di raccordo per altre mete commerciali. Perché viene messo a nudo il paradosso della difesa nazionalistica della Compagnia di bandiera, che ne avrebbe causato l’isolamento (preambolo al fallimento), praticato in quegli stessi ambienti candidati ad essere sede della più universale delle manifestazioni espositive. Pertanto, potenzialmente più interessati ad una reale riqualificazione internazionale di Alitalia.
Una vittoria dell’Italia e di quello spirito tipico, che gli italiani sono in grado di tirar fuori nel momenti più decisivi, a cui più volte ha fatto riferimento, con orgoglio, il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Ora la palla passi in mani creative più giovani e più ricche di entusiasmo. Perché molti degli attori sia della vittoria odierna, che della sottaciuta e scansata sconfitta da rinfacciare, nel 2015 saranno pressoché ottantenni. E per quanto l’Italia sia sempre più un Pese di anziani, il futuro va affidato a quell’esile filo di speranza rappresentato dai nostri figli.
(gelormini@katamail.com)
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