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Redazione1 |
8.04.2008 22:22
DOV’E’ FINITO FINI? di Antonio V. Gelormini
Nervosismo e paura di Silvio Berlusconi, di ritrovarsi con la macchina in avaria e il motore in “fiamme”, a qualche chilometro dal traguardo, non sono provocati né dalla silenziosa e costante rimonta del Partito Democratico, né dalle intemperanze dell’irascibile leader della Lega Nord. Da qualche giorno l’incubo della sconfitta si chiama Movimento Sociale Italiano.
Una fiamma mai spenta, una fiaccola ben più viva anche del bistrattato simbolo dei Giochi Olimpici, che dal bagno purificatore di Fiuggi ne era uscita avvolta col velo moderato di Alleanza Nazionale. Un orgoglio indomito, che ha guardato con invidia lo sganciamento liberatorio di Francesco Storace e che avverte con mortificazione il perpetuarsi di una nuda proprietà, scambiata con l’anima del partito, in un patto che rischia di rivelarsi demoniaco col leader di Forza Italia.
Le intenzioni dichiarate del Cavaliere, di non voler sentir parlare di successione, sono state un ulteriore campanello d’allarme per l’ennesima tattica dilatoria. “Il potere logora chi non ce l’ha”, recitava l’adagio sornione di Giulio Andreotti. Gianfranco Fini lo sa bene e il partito lo sta vivendo sulla propria pelle. L’ipotesi è che si faccia strada la convinzione che solo una sonora sconfitta possa aprire la strada del rinnovamento nel già vecchio Popolo della libertà.
Si ha l’impressione di una frenata. Di una sorta di partecipazione a distanza nella campagna elettorale. Anche perché tra la base del partito è tornato lo spettro gelido della funzione “frigorifero di voti”. Si sono quasi perse le tracce dei Ronchi, Nania, Baldassarri, Alemanno e dello stesso La Russa. Resistono Matteoli e Gasparri.
Come spesso accade in questi casi, nel vuoto di presenze di Alleanza Nazionale ha cominciato ad imperversare la Lega Nord, sventolando già da oggi i crediti federalisti e secessionisti che intende portare all’incasso. Saranno titoli a corso forzoso, soprattutto se il peso nella coalizione continuerà a crescere, per l’assenza degli altri.
E’ proprio vero, fra una settimana le sorprese potrebbero essere tante. E nella precocità di una stagione sempre più pazza, come le ciliegie, l’una potrebbe tirare l’altra.
(gelormini@katamail.com)
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