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Forum :: Lettere :: Lettere aperte a.... :: La Pugli va, ma l'italia Frena di A.V.Gelormini |
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La Pugli va, ma l'italia Frena di A.V.Gelormini |
Redazione1 |
3.05.2008 20:45
LA PUGLIA VA, MA L’ITALIA FRENA
di Antonio V. Gelormini
Se è vero che il futuro dell’industria del turismo è strettamente legato ad una consapevole e diffusa assunzione di una logica di sistema, non bisognerebbe abbandonarsi ai facili entusiasmi accesi dai pienoni in Puglia dei ponti primaverili.
Per carità, il dato è positivo nonché gratificante. Ed è la risultante da accreditare, con merito, all’azione promozionale che da tempo le istituzioni locali stanno perseguendo. Primo fra tutti l’Assessore Regionale al Turismo e Industria alberghiera, Massimo Ostillio, insieme all’intera organizzazione territoriale del suo assessorato.
Ma gli studi internazionali e gli ultimi rapporti sul turismo parlano di un’Italia che arranca. Di una sensibile flessione nel tasso medio di crescita dei visitatori. Solo l’1,1% la crescita fatta registrare nel decennio 1995/2006. Un potenziale attrattivo che scema e passa dal 6,8% al 4,9% sul totale mondiale. Una frenata che blocca l’Italia al quinto posto tra le mete mondiali, superata in progressione dalla Spagna ed ora anche dalla Cina.
E se non bastasse, perfino il Fondo Monetario Internazionale ci fa sapere che, sul fronte turismo, l’Italia è il fanalino di coda addirittura nel Mediterraneo. Non riusciamo a tenere il passo con Francia, Spagna, Portogallo e Grecia. Rallenta la competitività e perdiamo quote di mercato nei servizi per il turismo. In particolare, perdiamo terreno sia sul versante quantitativo dei visitatori, sia sulla spesa media per singolo turista.
Se non vogliamo continuare a guardarci l’ombellico, sulle nostre spiagge affollate solo alcune settimane nel cuore dell’estate, sarà bene davvero abituarsi a ragionare in termini di prospettiva, di programma e di pianificazione pluriennale. Ma soprattutto ad imparare a far fronte comune, a rompere le resistenze campanilistiche o nazionalistiche e a non accontentarsi del solo turismo di prossimità. Ad esortare con determinazione i nostri imprenditori a riappropriarsi della prerogativa “rischio d’impresa”, vero valore aggiunto di ogni iniziativa industriale di successo.
Il palcoscenico internazionale esige attori di prim’ordine. E se non si può essere tutti fuoriclasse o mattatori, è solo la forza della compagnia, nel suo insieme, che riuscirà ad affermarsi e conquistare un pubblico sempre più esigente e sempre più critico. La Commedia dell’Arte, una delle eccellenze della tradizione artistica italiana, nella pluralità di identità trova linfa e forza per la trama teatrale. Il tipico vestito di Arlecchino ne fa la sintesi più evidente.
Fino a quando continueremo a perderci in guerre tra poveri sui natali del Nero di Troia (se risalenti a Diomede o alla cittadina pugliese nel foggiano), anziché farne blasone per la Daunia insieme agli altri autoctoni di Murgia e Salento, o a pensare che il piccolo e anonimo museo civico o diocesano possa, da solo, dare origine a flussi turistici significativi, potremo solo continuare a pedalare. Mentre gli altri riusciranno a volare anche senza la spinta delle ali.
(gelormini@katamail.com)
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