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Padova Caserma Nord (oggi Luigi Pierobon): una lapide che divide |
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12.08.2008
Ci sono monumenti che narrano ma, nello stesso tempo, occultano; spiegano e mistificano, uniscono e dividono.
Memorie ufficiali e memorie di parte; memorie di Stato e memorie personali.
Tessere che non combaciano; conti che non tornano: come quelli dei morti!
Ma anche con quelli che non sono “Mai morti!” come il criminali fascista Federigo Menna che, pluricentenario, risulta avere votato nelle penultime elezioni a…Miami (USA)!
Oppure morti di vecchiaia come i famigerati Caneva (91 anni – giudicato per la strage di Pedescala) o addirittura onorati dal presidente della camera dell’ex-Centro Destra on. Casini come il complice di Menna nelle stragi patavine e fondatore del MSI Cesco Giulio Baghino (92 anni)!
Anche la Lapide che ricorda i fucilati dentro la Caserma di PD - Chiesanuova che, durante il fascismo veniva indicata come “ Nord“, oggi dedicata alla M.O. al Valore Militare il Partigiano Luigi PIEROBON “Dante”; lapide che porta la “firma” – IL 5° REGG. ARTIGLIERIA C.A. “ FOLGORE” A RICORDO – e ove sta inciso il seguento testo: “Col mutar degli uomini né delle cose muta la Patria nel volto dei morti - PER L’ITALIA CADDERO” !
Anche questa lapide mistifica e divide la memoria perché non distingue tra complici criminali e martiri per la Libertà !
Per dimostrare che NON tutti i morti “sono uguali” mi accingo a citare i nomi, le date e il numero delle esecuzioni nonchè le diverse ”appartenenze” dei fucilati in quella caserma.
17.8.1944 - Sette Partigiani (BANDINI Saturno-BARBIERO Primo-FRANZOLIN Antonio-MIOLO Pasquale-PIEROBON Luigi-PRESICCI Cataldo-SPIGOLON Ferruccio)
15.9.1944 - Tre sicari fascisti (CALORE Alfredo-FAI Giorgio-GAGLIARDO Agostino)
30.12.1944 - Quattro Partigiani (BRAGGION Riccardo-CULATTI Turiddu-MARTIN BIANCO Olivo-RUSSO Ferdinando)
20.01. 1945 - Un Partigiano (PELLIZZARO Bruno)
15. 4 . 1945 - Tre Partigiani (FRANCO Guido-LAZZARETTO Bruno-NALESSO Nerone).
Dalla lapide in oggetto mancano altre due fucilazioni:
16.4. 1945 - Due Militari Italiani (FAVA Giacomo- MORONI Tommaso) fucilati e poi impiccati. Essi sono ricordati da una lapide in via Ciamician unitamente ad altri 5 Partigiani del Cansiglio impiccati l’8 dicembre 1944 ( CALAMELLI Fernando-SEMENZIN Orlando-SPATOLA Carlo-ZACCARON Arturo-MARAZZATO Massimo) perché accusati per un delitto maturato tra nazisti in ogni caso a loro estraneo.
Venti Fucilati e cinque impiccati: questo è il tragico bilancio dei crimini perpetrati in quella caserma ( e nella vicina via Sette Martiri – ex-Due Ponti) mentre in quella gemella (Caserma Sud oggi dedicata alla M.O. “Mario ROMAGNOLI” trucidato coi suoi soldati dai nazisti nell’isola di Cefalonia) si consumava la tragedia del Campo di Internamento per Slavi.
Siccome una studiosa universitaria della Resistenza mi ha detto: “Io le lapidi non le leggo!” – ho ritenuto di farlo io facendo così emergere il paradosso che vede uniti nel motto “Per l’Italia caddero” sia i tre sicari che, per denaro, tesero l’agguato mortale al loro camerata Fronteddu il 16.8.1944 e i sette Partigiani fucilati (e tre Partigiani impiccati in via S. Lucia – BUSONERA Flavio- CALDERONI Ettore- LAMPIONI Clemente “Pino”) assassinati il giorno dopo, il 17.8.1944, perché accusati di un delitto maturato tra nazisti e repubblichini per “motivi passionali”!
Questa Lapide, lo ripeto, occulta e mistifica la verità perpetuando una divisione sino a che non vi sarà UNA SEPARAZIONE tra sicari fascisti e martiri Partigiani!
Solo così convergeranno le “memorie”: quelle ufficiali, quelle di parte, quelle di Stato e quelle private!
Solo SEPARANDO chi è caduto per crimini alimentati dalla cupidigia da chi è morto per la Pace e la Democrazia, solo allora le “tessere combaceranno” legittimando anche il conto dei morti!
Silvio Cecchinato, Padova
Nella foto: la lapide alla caserma Pierobon di Padova
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