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L'etica della responsabilità.
18.04.2003

Movimento Università-Opinione

muoge@libero.it

L’etica della responsabilità pubblica,il valore della scienza e della coscienza.

La scienza per la vita e la follia per la guerra

Senza l'avallo delle Nazioni Unite, Inghilterra e Stati Uniti hanno imposto al mondo una logica di guerra che gran parte delle nazioni tentava di evitare. Lutti e distruzioni sono ormai all'ordine del giorno e come se ciò non bastasse il governo italiano aggiunge quotidiane squallide giustificazioni nel maldestro tentativo di mantenersi in una posizione di equidistanza che fa pensare più ad un neo-badoglismo che ad una real politik. Tutto ciò in stridente contrasto con la cultura di pace voluta dalla nostra Costituzione e professata dal nostro Paese dai giorni della Liberazione.

Per giustificarla il governo italiano ha prodotto un cumulo di mistificazioni. Infatti:

- è falso che la guerra sia perfettamente legittima perché, con la risoluzione 1441, l’ONU ha decretato il disarmo ma non la guerra contro l’Iraq;

- è falso che siano antiamericani coloro che sono per la pace. Si può essere solidali con gli Stati Uniti d’America senza approvarli in ogni loro agire. Anche la stragrande maggioranza degli italiani è contro la pena di morte, praticata negli Stati Uniti, ma non per questo sono bollati d’antiamericanismo;

- è falso che la guerra sia stata decisa per "fini umanitari ". Le vere motivazioni sono economiche (come in tutte le guerre), per il controllo dei giacimenti petroliferi e per dare "sfogo" all'industria delle armi (v. "Il gruppo Carlyle", riportato in calce);

- è falso che questa guerra riuscirà a debellare il terrorismo, anzi lo alimenterà. Il terrorismo si combatte sviluppando istruzione e lavoro, componenti fondamentali della Democrazia, che non è un bene esportabile, né può essere imposta con la forza;

- è falso che chi manifesta per la pace sia "amico di Saddam Hussein". E’ un’accusa miserevole che deve essere rigettata senza timore di smentita;

- è falso che chi invoca la pace sia parziale, non essendosi mobilitato per precedenti conflitti. Manifestazioni di dissenso sono sempre avvenute, senza distinzioni. Ma oggi ci troviamo di fronte a una tremenda minaccia per l’equilibrio mondiale, resa ancor più grave dai propositi aggressivi degli USA, ormai unica superpotenza che dovrebbe essere vincolata, più di altri, al rispetto della legalità internazionale.

Non possiamo rassegnarci alla vittoria della legge del più forte, alle pretestuosità delle giustificazioni addotte a sostegno della guerra e al prevalere di una cultura della morte su quella della vita, tanto più noi che operiamo in ambito formativo e delle scienze della vita. Gli Stati Uniti d’America sono sempre stati i principali e straordinari sostenitori del progresso scientifico e per questo hanno la nostra incondizionata ammirazione. Ci domandiamo, perciò, come sia possibile che questa nazione da una parte dia contributi straordinari alle grandi conquiste scientifiche e dall’altra ricorra alla tecnologia più avanzata per generare morte e distruzione.

Quali possono essere i primati dell’Occidente se per imporli ricorre alla guerra?

Il nostro profondo umanesimo, la ragione e il sentimento ci impongono di far sentire alta la nostra voce affinché sempre e ovunque prevalga la cultura della vita.

Federico Cesarone, Giorgio Di Liberto, Alessandro Morelli


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