24.11.2003
Communitas 2002 precisa e comunica... Ho letto alcune analisi fatte in merito all’assemblea nazionale dei Movimenti del 16 novembre e mi sento in dovere di esprimere un personale apprezzamento per la puntualità di alcune di queste perché noto molti punti di contatto tra le medesime e quella di Communitas. In particolare molto puntuale mi è sembrata la parte politica del messaggio di Sunseri. Prima di addentrarmi nel merito, vorrei chiarire che Communitas 2002 è un’associazione movimentista strutturata, con Statuto, Programma e Direzione politica: il pensiero che scaturisce dalla nostra associazione è un pensiero mediato delle molteplici componenti e posizioni politiche dei soci. Questo ci aiuta ad essere sopra ai partiti, ma non in antitesi con essi e quindi non potremmo mai essere favorevoli ad una sola parte della coalizione di Centro sinistra.
Il nostro Direttivo si è sempre espresso in funzione di stimolo e pungolo per formulare, quando necessario, anche una critica costruttiva nei confronti dei partiti della coalizione, ma non è disponibile a cavalcare una parte del centro sinistra in opposizione all’altra.
Abbiamo letto le analisi di tutte le componenti dello scenario politico ed in ognuna di esse abbiamo cercato di cogliere gli aspetti unificanti e di lasciare in secondo piano quanto poteva contrastare con l’auspicata unità di tutte le componenti dell’opposizione.
Siamo certi che l’obiettivo comune sia quello espresso nei tre punti definiti da Pardi, con cui ci sentiamo di condividere gli enunciati iniziali, mentre un po’ meno l’analisi politica della lista unitaria che si ritiene fondata su un mero ritorno al craxismo, operando una generalizazione che credo, o almeno spero, non sia rispondente alla realtà . La controproposta, poi, di saltare tutto l’arco centrale della sinistra per appoggiarsi su un ponte ideale che ha i piloni su Di Pietro e Rifondazione non ci sembra sostenibile.
Communitas non condivide questo ponte che “scavalca” e che, se venisse perseguito da tutti i movimenti, rischierebbe di ghettizzare la società civile in ambiti politici che non potrebbero essere più lontani. Pensiamo che certi approcci di Rifondazione all’analisi politica, seppur per certi versi condivisibile, spesso si allontana dalle istanze proposte dai movimenti.
Relativamente a Di Pietro, siamo assolutamente conocrdi nell’invitare lo SDI a non opporre ingiustificati e pregiudiziali ostacoli all’adesione piena del movimento di Di Pietro. Nel contempo, però, bisogna chiedere a Di Pietro e agli altri componenti del suo movimento/partito, un impegno nell’alleanza che sia finalizzato e strategico, e non solo temporanenamente pensato tatticamente per una tornata elettorale: una scelta che abbia una forte spinta ideale e progettuale, nonché condivisione programmatica, e non solo vista come antitesi a Berlusconi. La questione morale è invece fuori discussione e dovremmo pretendere che venga condivisa e sottoscritta da tutti.
Altra considerazione è quella relativa alla rappresentanza e partecipazione dei movimenti alla politica di opposizione di cui si è ampiamente discusso nella riunione di Roma: su questo punto occorre molta riflessione e prudenza per non essere inglobati e omologati; non è per questo che la società civile si è mobilitata e su questo punto abbiamo tutti noi una grande responsabilità morale.
Direzione Communitas 2002 Angelo Salvatori
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