8.04.2008
Cuore di Carta : gli incontri della settimana
Venerdì 11 aprile 2008 h. 21.00
Sala Dante Biblioteca Comunale Conselve (PD)
Candido Cannavò
Presenta il libro
Pretacci...
presenta e coordina Edoardo Pittalis
Rassegna “ Incontri con l’Autore “ promossa da Comune di Conselve, Assessorato alla Cultura, organizzato da Associazione Culturale Cuore di Carta
Informazioni www.cuoredicarta.org tel. 333 6068778 redazione@cuoredicarta.org
Ingresso libero
Il libro :Da don Gallo a don Benzi, da padre Bossi a don Ciotti, da don Merola a padre Zanotelli, a don Bizzotto: venti sorprendenti ritratti di uomini leali, coraggiosi e ribelli che spingono la Chiesa tra dolori, speranze e contraddizioni del nostro tempo.
«Lungo il marciapiede della vita ho riscoperto la grande attualità del Vangelo.»
Quello di Candido Cannavò è un reportage dentro l’«altra» Chiesa. Quella estranea alla «ritualità pomposa e noiosa che non arriva al cuore della gente». È un lungo viaggio tra i preti che interpretano la diffusione della Parola in modo combattivo perché «il Vangelo è combattimento, è sfida agli stereotipi, ai luoghi comuni, alle convenienze». Alla paura. Preti come monsignor Giancarlo Bregantini, che nel ruolo di vescovo di Locri è stato il faro di quanti si battono contro la ’ndrangheta. Come don Gino Rigoldi, il cappellano del «Beccaria» che da tanti anni cerca di aiutare ragazzi venuti su un po’ storti. Come padre Mario Golesano, che è andato nel quartiere di Brancaccio a cercare di riempire il vuoto lasciato da don Pino Puglisi, ammazzato da un sicario al quale regalò il suo ultimo sorriso. E don Andrea Gallo, «gran cardinale della Basilica del Marciapiede», convinto come Fabrizio De André che «dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori» e dunque deciso a portare il Vangelo tra i peccatori. Fino a don Oreste Benzi, che se n’è andato per un infarto nel novembre 2007 dopo avere speso tutte le sue notti a offrire una via d’uscita a migliaia di «Maddalene» che si vendevano nelle strade. Preti spesso scomodi. «Pretacci». Come il capostipite al quale un po’ tutti dicono di richiamarsi: don Lorenzo Milani. Il parroco di Barbiana che incitava i pastori di anime a non aver timore di «star sui coglioni a tutti come sono stati i profeti innanzi e dopo Cristo».
Candido Cannavò è andato a cercare questi suoi «preti da marciapiede» convinto che per capire davvero l’isolamento della Locride, per esempio, fosse necessario arrivarci con quel trenino che parte da Lamezia Terme e impiega tre ore per centotrenta chilometri. Fosse partito con l’auto blu, non l’avrebbe potuto capire mai. E i suoi «pretacci», potete scommetterci, gli avrebbero chiuso la porta in faccia.
— dalla prefazione di Gian Antonio Stella
NOTE BIOGRAFICHE
Candido Cannavò è nato a Catania nel 1930. Ha iniziato la sua carriera di giornalista presso il quotidiano della sua città «La Sicilia» nel 1949, occupandosi di sport ma anche di importanti problemi sociali e di costume. Il suo nome è strettamente intrecciato a quello della «Gazzetta dello Sport», di cui è stato direttore dal 1983 al 2002, facendola diventare il più diffuso quotidiano sportivo d’Europa. Nel luglio del 2005 ha festeggiato il 50o anniversario della sua prima firma sul giornale per il quale ha seguito i maggiori avvenimenti sportivi mondiali e undici Olimpiadi. Nel 1996, durante i Giochi di Atlanta, il CIO gli ha conferito
l’ordine olimpico. Nel 1998 ha ricevuto il Premio Ischia per il giornalismo e nel 2006 il prestigioso premio San Vincent – Indro Montanelli alla carriera. Il suo primo libro, il best seller Una vita in rosa, ha ottenuto nel 2003 il Premio Chianciano, sezione autobiografia, e il secondo, Libertà dietro le sbarre, nel 2004 ha ricevuto un riconoscimento speciale nell’ambito del premio letterario e giornalistico Ernest Hemingway. Il suo ultimo libro E li chiamano disabili (2005) è stato un successo da 11 edizioni.
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