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Napoli. Lontana la città di F.Calvino
19.04.2008

Mercoledì 23 aprile 2008, Nuovo Teatro Nuovo

Lontana la città di Fortunato Calvino

Il debutto, in scena, di un nuovo capitolo teatrale dell’autore e regista partenopeo che, ancora una volta, 'affronta' le viscere oscure della città

 

Il teatro diviene lente d’ingrandimento su quell’intricato labirinto di vicoli, attraversando le viscere più oscure di Napoli, città tormentata da ataviche e complesse contraddizioni. Un impegno a cui si dedica, da tempo, Fortunato Calvino con la stesura di testi teatrali ispirati a problematiche sociali, tra i quali Lontana la città (testo finalista al Premio Riccione di Teatro 2005), che debutterà, in prima nazionale, mercoledì 23 aprile 2008 alle ore 21.00 (in replica fino a domenica 27), al Nuovo Teatro Nuovo di Napoli (Sala Assoli), e di cui il drammaturgo partenopeo firma anche la regia.

Presentato da Metastudio ’89, l’allestimento si avvale della presenza, in scena, di Roberta Serrano, Gioia Miale, Loredana Simioli, Massimiliano Rossi, Alessandro Poggiali, Stefano Siviero. Le musiche originali sono a cura di Paolo Coletta, le scene di Paolo Foti, i costumi di Annamaria Morelli, per la regia di Fortunato Calvino.

 Lontana la città è un testo che affronta l’argomento racket, la prevaricazione e la violenza delle cosche malavitose, ambientato in un quartiere periferico di Napoli, metropoli costituita da tante piccole città, isole dalle mura alte ed invisibili, lontane dalla città  civile. 

In questi microcosmi sopravvive una cultura arcaica e tribale, in cui sopraffazione e violenza convivono con religiosità e modernità.

In un quartiere popolare di Napoli che si trova una lavanderia gestita da Rosaria, madre di due figli: un maschio, che è riuscito a trovare lavoro al nord, ed una femmina, Anna, che l’aiuta nell’attività. La giovane figlia rappresenta il suo tormento, poichè frequenta il figlio di un malavitoso. Il marito, ex dipendente dell’Ilva di Bagnoli e vittima del prepensionamento, viene colpito da un’ischemia celebrale che lo costringe  su una sedia a rotelle.

Per Rosa comincia una nuova vita, fatta di lavoro e sacrifici, per poter portare avanti la famiglia. La lavanderia va bene, i clienti sono tanti e tra questi ci sono anche i camorristi del quartiere, che  non pagano da anni. Lei annota tutto, sperando che un giorno si decidano a saldare il conto. Intanto Don Ciro, il boss della zona, si è innamorato di lei e le rivela, senza remore, le sue intenzioni, ma Rosaria non apprezza le sue avance.

L’uomo, sposato e con figli, non accetta il rifiuto e diventa sempre più insistente, fino al giorno in cui, esasperato, tenta di farle violenza sotto gli occhi impotenti del marito. Rosaria decide allora di chiudere il negozio e cambiare città.

La scena vuota, i vestiti sospesi nella lavanderia di Rosaria rappresentano corpi-simbolo senza vita, anime schiacciate dal pizzo. I pochi elementi scenici indicano un mondo sospeso nel buio, ambito in cui Rosaria e Gaetano convogliano le  loro esistenze. Ma mentre in Rosaria resiste un sentimento di ribellione alla violenza che pervade i vicoli  del suo quartiere,  Gaetano, invece, è un uomo mortificato dalla vita,  che, con la perdita del lavoro, ha perso anche l’identità sociale. 

“In Lontana la Città – conclude Fortunato Calvino - ho voluto descrivere questo mondo complesso e contraddittorio. Ho utilizzato un linguaggio onirico e surreale, con uno sguardo costante allo stile del teatro di tradizione, che, unitamente all’attenzione per la cruda e pregnante attualità e le tematiche sociali,  ha sempre rappresentato l’elemento primario della mia scrittura teatrale”.

Lontana la città, di Fortunato Calvino

Napoli, Nuovo Teatro Nuovo (Sala Assoli) – dal 23 al 27 aprile 2008

Info e prenotazioni al numero 0814976267   email botteghino@nuovoteatronuovo.it  

Inizio delle rappresentazioni ore 21.00 (martedì, sabato) e ore 18.00 (domenica)


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