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Emiliano: «È una parodia, a quando la marina e l'aviazione?»
16.06.2008
«Una parodia da commedia all'italiana». Michele Emiliano, ex magistrato e sindaco di Bari, boccia l'idea dei soldati nelle città. E avverte: «Attenti all'ossessione securitaria o finiremo preda del gioco al rilancio».

La Russa manda i soldati a pattugliare le strada. Il suo collega Chiamparino evoca la Colombia. È necessità o propaganda?
«In Colombia la situazione è seria, qui siamo alla parodia. Io ho vissuto anni tra caserma e macchina blindata, ho visto l'esercito schierato quando facevano saltare in aria i giudici, ma questa è una piccola commedia all'italiana. Perché non scatenare anche marina e aviazione?».

Non è serio perché 2500 uomini sono troppo pochi?
«Intanto è un numero risibile. E poi cosa faranno? I reati non si prevengono con una marcatura a uomo, serve uno schema più complesso. I soldati sono addestrati alla guerra, non a pattugliare centri urbani e trattare con ragazzi di periferia. Passata la sbornia gli italiani recupereranno la lucidità».

Ma è una trovata semplicemente inutile o comporta pericoli?
«È stato ucciso un tenente dei carabinieri durante una rapina. Se fosse successo con Prodi lo avrebbero massacrato: per fortuna il Pd mantiene il Paese nella realtà. Scherzare sulla sicurezza porta a un rilancio continuo: ogni crimine scatenerà una risposta più forte».

Servirebbe più polizia?
«Il numero di poliziotti è adeguato. Abbiamo battuto terrorismo, mafia e politica corrotta non con l'esercito ma con investigazioni e intercettazioni».

Le ultime in buona parte ce le siamo giocate...
«Marcare i negozi anziché intercettare i rapinatori è un'idea che dimostra insipienza e mancanza di strategia».

Come valuta il giro di vite sull'immigrazione clandestina?
«Il Nord, come tutte le società in declino, ha timore di mischiarsi. Ma senza extracomunitari non funzionerebbero tram né fabbriche. E chissà quanto sangue terrone ha Bossi senza saperlo. Ma molte famiglie temono che gli portino via la "roba". Mi sembrano norme per quietare l'infelicità interiore».

La gente però chiede sicurezza.
«Serve un'idea di comunità, di equilibrio, di prospettiva per i figli di nessuno, a partire dalla scuola pubblica. Ricordiamoci poi che Roma è la capitale più sicura d'Europa».

Per la norma anti-lucciole vale lo stesso discorso?
«Già l'esistenza di un simile mercato sconcerta. Al Sud non ha le stesse dimensioni. Il sesso a pagamento come l'ossessione securitaria dimostra qualcosa che non va nel cervello. E mi preoccupa più dei sederi delle prostitute in strada».

In certi quartieri si convive con un degrado quotidiano. Come agire?
«È una situazione che dà molto fastidio. Ma centinaia di prostitute in fila a Milano o Torino significano migliaia di clienti. Chi sono? Cosa cercano davvero? Al posto della Moratti me lo chiederei perché un sindaco deve capire la sua città, i suoi concittadini».

Ci penseranno i soldati?
«Possono far sparire le lucciole per qualche settimana, non eliminare il fenomeno. È una questione sociale, non di ordine pubblico. La causa sta nella solitudine e nella fatica di dare un senso alla vita».

La Lega vuole più poteri ai sindaci. Lei è d'accordo?
«Avevamo preparato un pacchetto sicurezza con Prodi, che trovò il veto della sinistra radicale. Si consentivano ai sindaci provvedimenti "in bianco", oltre che su igiene e incolumità pubblica come già previsto, sulla "sicurezza urbana". Ora Berlusconi lo ripropone e credo che il Pd lo voterà».

Cambierà qualcosa sull'ordine pubblico?
«Si potranno vietare le bottiglie di vetro in piazza o chiudere le strade. Ma l'ordine pubblico resta potestà del questore. Non credo che i sindaci vogliano questa responsabilità senza mezzi per attuarla. Poi, al leghista Tosi che girava con un leoncino perché "leun mangia terun", non affiderei poteri straordinari...».

Le ronde servono?
«Se sono una provocazione culturale agli italiani omertosi dalle Alpi alla Sicilia, bene. In Germania se uno parcheggia in divieto di sosta insorgono i cittadini. Ma se l'esercito non è in grado di curare il territorio, figurarsi una banda di cittadini volonterosi. È pericoloso giocare alla guerra. Magari armati di pistole senza saperle usare».

Intervista di Federica Fantozzi - da www.unita.it


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