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Rischio atomico: a Ghedi sindaci davanti alla base militare
6.08.2008
"Beati i costruttori di pace"
Associazione Nazionale di Volontariato - Onlus
Iscritta al Registro Regionale delle OO.VV. (L. Reg. Veneto n° 40/93) con D.P.G.R. n° 46 del 12/2/98 (N° Classificazione PD0331)
Associata al Dipartimento di Pubblica Informazione delle Nazioni Unite

Hiroshima e Nagasaki
6 – 9 agosto 2008
VICENZA – BRESCIA – GHEDI - AVIANO

COMUNICATO STAMPA del 6 agosto 2008

Ghedi-Vicenza, 6 agosto 2008. Questa mattina, alle ore 8,15 i gonfaloni dei cinque Comuni vicini all'Aeroporto militare di Ghedi Torre (provincia di Brescia) erano allineati davanti all'ingresso della base: erano presenti i cinque rappresentanti (con la fascia tricolore) dei Comuni di Ghedi, Castenedolo, Rezzato, Botticino e Montirone, chiamati da Beati i Costruttori di Pace e dalle associazioni locali proprio dove sono ospitate decine di bombe atomiche per ricordare il dramma della bomba atomica su Hiroshima.

Dopo le parole di benvenuto del vicesindaco di Ghedi, Giuseppe Franzoni, sono intervenuti don Albino Bizzotto di Beati i Costruttori di Pace e don Fabio Corazzina di Pax Christi. E' stata letta anche una parte del discorso che il sindaco di Hiroshima, Akiba, ha pronunciato proprio oggi, alle 8,15 (ora esatta dello sgancio) a Hiroshima: "Un altro 6 agosto e gli orrori di 63 anni fa riafforano con tutta la loro forza nella mente degli Hibakusha, i Sopravvissuti. Anche noi abbiamo nel cuore le voci, i volti e le forme che svanirono nell'inferno di quel giorno. Servono per rinnovare in tutti noi l'impegno affinché nessun altro abbia mai a soffrire quel che loro soffrirono. Oggi, per la prima volta nella storia, la maggioranza dell'umanità vive nelle città. L'Ucgl, la più grande associazione di Città ed Enti Locali, ha aderito a Mayors for Peace e sostiene la nostra campagna per l'eliminazione delle armi nucleari. 190 Stati hanno ratificato il Trattato di Non Proliferazione nucleare; 113 Paesi hanno ratificato trattati costituenti Zone Libere da Armi Nucleari. L'anno scorso la risoluzione proposta dal Giappone all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, che chiedeva la messa al bando e l'eliminazione delle armi nucleari, ha visto il voto a favore di 170 Stati. Solo 3 Stati hanno votato contro e tra loro gli Stati Uniti. Possiamo solo sperare che il Presidente degli Usa che verrà eletto in novembre possa ascoltare la maggioranza delle donne e degli uomini del pianeta, per i quali l'abolizione delle bombe atomiche è l'impegno prioritario per la salvezza dell'umanità. Già in anni recenti, cittadine e cittadini impegnati hanno forgiato alleanze con molti Stati e sono riusciti a far adottare trattati che hanno messo al bando le mine anti-persona e le munizioni a grappolo. Dalle città ci arrivano le soluzioni più efficaci contro il riscaldamento globale. I cittadini, insieme alle istituzioni locali, sanno come trovare le soluzioni ai problemi della famiglia umana, perché le città sono la casa della maggioranza della popolazione mondiale. Le città non hanno eserciti. Le città hanno costruito delle vere alleanze tra di loro, fondate sulla comprensione reciproca e sulla fiducia”.

La commemorazione di stamane era stata preceduta, ieri sera a Brescia, dallo spettacolo di Beppe Casales "Einstein aveva ragione": la storia delle sperimentazioni nucleari Usa, nel sito del Nevada. A partire dalla storia di Jack, ragazzo nato lo stesso giorno del primo test nucleare nel Nevada Test Site, nel 1951. Lo spettacolo è stato seguito da una fiaccolata in silenzio per le vie di Brescia.

Le iniziative di riflessione sul rischio atomico che fanno memoria dello sgancio delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki si spostano ora in piazza Matteotti a Vicenza, “città simbolo della lotta contro l’attuale processo di riorganizzazione del complesso militare-industriale, che trova nel progetto della nuova base Dal Molin uno dei punti forza”, come affermano gli organizzatori. Oggi 6 agosto sono previste una preghiera interreligiosa e la lettura, da parte dell’attore Raffaele Esposito, del testo di Nuvola de Capua “Guerra è Pace?: Dialogo ideale tra Gandhi e Einstein”.

Domani, giovedì 7 agosto, alle 18,00, invece, una tavola rotonda ricorderà la figura del Sindaco fiorentino Giorgio La Pira. Parteciperà il Sindaco di Vicenza Achille Variati, Pietro Giovannoni della Fondazione La Pira di Firenze, e il senatore Paolo Nerozzi.. Sarà presente anche Eros Cruccolini, Presidente del Consiglio Comunale di Firenze.

Alle 21,00 si terrà invece “Stupido Risiko – Una geografia di guerra”, spettacolo di Patrizia Pasqui con Mario Spallino, in collaborazione con Emergency. Il racconto parte dalla Prima Guerra Mondiale e arriva ai conflitti dei giorni nostri, attraverso episodi emblematici - tutti storicamente documentati - che si susseguono in modo cronologico e sono intervallati dalla storia di un marine, che parla toscano, e che rappresenta il soldato di oggi. I cui racconti, veri, sono tratti dal libro "Ammazzare il tempo in Iraq" di Colby Buzzell, soldato americano autore del blog più famoso negli Stati Uniti sulla guerra in Iraq.

Venerdì 8 agosto, sempre in Piazza Matteotti a Vicenza, alle ore 18,15, tavola rotonda sul ritorno del nucleare civile, con Gianni Tamino e Gianni Mattioli. Alle 21,00, sarà la volta dello spettacolo Lu Santo Jullare Françesco: Mario Pirovano porta sulle scene il tema della pace e della guerra riproponendo l'opera di Dario Fo ed in particolare il discorso di Francesco ai Bolognesi. Non una predica moralistica ma un'affabulazione ironica, poetica, a volte sarcastica a mo' dei giullari del tempo. Il 15 agosto 1222 Francesco si trovava a Bologna, dove era stato invitato a tenere un'orazione sul tema che stava più a cuore in quel momento ai Bolognesi: la guerra, che di nuovo era esplosa contro gli Imolesi con il suo seguito di crudeltà, stragi e distruzione. Francesco sceglie di rivolgersi ai presenti con una “concione giullaresca”, una predica basata sull'ironia.. Dario Fo ha ricostruito la concione di Bologna in una sorta di grammelot italico medievale, impostando la sequenza narrativa sulla classica “provocazione a rovescio” dei giullari, con l'esaltazione della guerra e la condanna della pace. Mario Pirovano rappresenta il testo con passione, facendoci divenire parte di quella folla di cinquemila persone che, nel bel mezzo della piazza del Comune di Bologna, ebbero la fortuna di assistere alla straordinaria, ironica e sempre viva provocazione di Francesco.

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