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Furbettismo,nuova frontiera della politica di Giovanni Frazzica
10.10.2008

FURBETTISMO, NUOVA FRONTIERA DELLA POLITICA di Giovanni Frazzica

Il secolo che sta alle nostre spalle, il cosidetto secolo breve, ci ha fornito una ampia collezione di “ismi”, quei suffissi che servono a formare parole composte, usatissime nella terminologia politica, spesso con tono spregiativo. Citiamo i più diffusi? Nazismo, fascismo, stalinismo, leninismo, troskismo, franchismo, gollismo, trasformismo, peronismo, populismo. Questi termini vengono considerati in maniera negativa perché rappresentano in alcuni casi l’antitesi e, in altri, una variante rispetto ai concetti di democrazia e di libertà. In maniera diversa sono giudicati invece il socialismo, il popolarismo, il comunismo ed il liberalismo, movimenti politici nati per concorrere a determinare gli equilibri del sistema democratico. Tant’è che per denotare la loro eventuale degenerazione si parla di “socialismo reale”, di “comunismo totalitario” o di “liberismo sfrenato”. Ma, ahimè, per volere dei moderni soloni della politica tutta questa è materia da archiviare, roba del secolo scorso. Veltroni tutto questo armamentario di ismi, indiscriminatamente, senza distinguere tra buoni e cattivi, lo ha sepolto sotto le macerie del “voto utile”, creando, alla sinistra del Pd il vuoto parlamentare. Se si dovesse votare domani, ammesso che siano reali i suoi sondaggi che danno il suo Pd al 30%, chi gli porterebbe il 21% mancante per fare maggioranza? Questo Ahmadinejad del Testaccio ha negato il diritto all’esistenza di culture con più di cento anni di storia, per sostituirle col culto della personalità, la sua. Ispirato dal solerte Bettini e da Franceschini ha confezionato un pacchetto di suggestioni che avrebbero dovuto convincere gli italiani a votare massicciamente per loro, vincitori delle primarie, liquidatori del Governo Prodi, artefici, nei loro sogni, di una fase epocale di cambiamento, sulla scia di Obama, il mito planetario dei democratici americani. Quella sua richiesta a mezzo slogan di cambiamento (change! change! gridavano i Veltroni boy’s alle manifestazioni del Pd), tradita dalle liste infarcite di mogli, figli, cognati, amiche, amici e portaborse, ci ha regalato la più forte compagine di centrodestra che l’Italia abbia mai avuto dal dopoguerra. Ben presto è stato svelato il fragile e poco esaltante contenuto del retrobottega di questo apparato e oggi tutti, siano essi miracolati o scontenti, si interrogano sul loro futuro. I più attrezzati provano a fare le correnti, altri cercano scampo in altri lidi, molti si rifugiano, anche mentalmente, su un immaginario Aventino, aspettando tempi migliori. Ma i parlamentari sanno di non avere delle ere geologiche per organizzare le loro rielezioni, bisogna trovare un sistema intelligente per superare questa crisi e, se l’intelligenza latita, si vada avanti col suo surrogato: la furbizia. Potrebbe appunto essere il Furbettismo il nuovo movimento politico di questo secolo che in Veltroni e nei suoi epigoni troverà i suoi profeti. La prima trovata, copiata dal salvataggio Alitalia, potrebbe essere la creazione del “bad party”, un soggetto politico su cui caricare errori, colpe e debiti. Le cose che contano verranno poste in salvo altrove. E c’è già chi sta pensando ad un nuovo simbolo ed un nuovo nome.

 

Fonte: www.mondonuovonews.com


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