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Lettera aperta a Veltroni (di G. Sunseri) |
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9.02.2009
Lettera aperta al segretario del Partito Democratico, Walter Veltroni
Caro Walter,
sento e leggo con sincera condivisione e senso di risolta inquietudine che vi apprestate ad una giusta e tempestiva manifestazione domani a Roma a difesa della Costituzione, volgarmente attaccata da questo premier che ritiene di poter governare al di sopra di ogni garanzia democratica avendo come suggeritore solamente i sondaggi e come obiettivo solo i suoi personali interessi.
Vorrei però sommessamente farti notare che già nel recente passato, appena due anni fa, la Costituzione italiana ha subito un rozzo tentativo di stravolgimento da parte della stessa cultura di centrodestra che adesso governa. E non c'è stato allora alcun partito politico né uomo di partito che si è intestata la battaglia di difesa della Costituzione, solamente i sindacati e tutte le altre associazioni culturali che operano nel sociale hanno fortemente ed in maniera determinante partecipato alla raccolta di firme per il referendum popolare ed alla successiva campagna.
I partiti tutti sono rimasti distratti, non interessati ad una battaglia che non gli avrebbe portato alcun vantaggio immediato mentre l'esposizione in caso di sconfitta sarebbe stata punita severamente.
Ancora più timidamente vorrei dire che la Costituzione non si dovrebbe difendere solo se la attaccano formalmente e annunciano di volerla cambiare, la Costituzione si difende nell'unico modo che la nostra civiltà giuridica prevede (o prevederebbe): rispettandola e facendola rispettare. Se si reagisce soltanto alle manifestazioni verbali esplicite e non si dice nulla quando la si disattende credo che ci si comporti con la stessa logica di chi demanda ogni passaggio della vita pubblica agli annunci che incidono mediaticamente abdicando alla conoscenza ed osservanza dei principi in essa contenuti.
Questo per sottolineare che già la Costituzione stessa prevede la ineleggibilità di chi ha determinati rapporti economici con lo Stato (concessioni televisive), ed un premier eletto incostituzionalmente non può che ignorare la Costituzione disconoscendo il ruolo di garante del Capo dello Stato.
Ed ancora più inquietante risulta un Parlamento composto da rappresentanti non scelti direttamente dal popolo: questa legge elettorale rappresenta infatti un *vulnus* del rapporto diretto fra elettore e suo rappresentante.
In definitiva difendere la Carta vuol dire anche diffonderla e farla rispettare: ma se la insegniamo ai ragazzi e ne illustriamo i principi che dovranno costituire la loro futura filosofia di vita, cosa ci diranno poi se vedono che trascuriamo il quotidiano disattendimento?
Quanto ti scrivo spero allora che possa servire per meglio indirizzare le comuni azioni politiche nell'immediato futuro, con meno cinismo e più spirito democratico.
Un abbraccio,
Giuseppe Sunseri
Palermo, 9 febbraio 2009
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