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Nuova limitazione alla libertà di stamoa
14.08.2009

NUOVA LIMITAZIONE ALLA LIBERTA' DI STAMPA. Il Diritto all'oblio esteso a Internet. - Il 23 giugno il DDL Lussana è passato all'esame della II Commissione Giustizia. La proposta di leggeprevede nuove disposizioni in materia della tutela della privacy suInternet, in particolare sul cosiddetto "Diritto all'oblio".

I politici
ci hanno già provato con l'emendamento D'Alia e con la legge Carlucci.
Ora ci riprovano con un nuovo emendamento: diritto all'oblio su
Internet. La proposta è stata presentata il 20 maggio scorso, ma
soltanto alcuni giorni fa il testo è passato all'esame della II Comm.
Giustizia. Il politico di turno a cui spetta difendere nuovamente la
Casta è Carolina Lussana, Lega Nord, sua la proposta che è passata al
vaglio della commissione. Il Diritto all'oblio è stato recepito da
tempo, la legge prevede che un individuo che abbia commesso un reato,
una volta che l'opinione pubblica ne sia stata correttamente informata e
il reo abbia scontato la pena, al fine di favorirne il reinserimento
nella società, si obbligano gli organi di stampa o chiunque voglia
tentare di rievocarne i reati commessi a non renderli più noti. La
baldanzosa leghista ha presentato un DDL: L'art. 1 recita così: Salvo
che risulti il consenso scritto dell'interessato, non possono essere
diffusi o mantenuti immagini e dati, anche giudiziari, che consentono,
direttamente o indirettamente, l'identificazione della persona già
indagata o imputata nell'ambito di un processo penale, sulle pagine
internet liberamente accessibili dagli utenti o attraverso i motori di
ricerca esterni al sito in cui tali immagini o dati sono contenuti. E in
base alla gravità dei delitti commessi, si decide per quanto tempo la
fedina penale del reo può essere consultabile su Internet. L'art. 2
stabilisce le sanzioni in caso di inottemperanza alla legge. Se dalla
denuncia dell'interessato trascorrono 3 mesi senza che i dati personali
riguardanti vecchi reati vengano rimossi, il Garante della Privacy può
applicare nei confronti dei soggetti responsabili un'ammenda che va dai
5.000 ai 100.000 ? e disporre la rimozione dei dati personali trattati
illecitamente. L'art. 3 è una sorta di "contentino", in quanto
stabilisce una serie di tutele in cui tale legge non si può applicare,
ovvero in caso di condanna all'ergastolo, di reato di terrorismo, di
genocidio o di strage. Inoltre il DDL non si applica al trattamento dei
dati per ragioni di giustizia da parte degli organi giudiziari, del CSM
e del Min. della Giustizia o per ragioni di ricostruzione storica e
giornalistica. L'art. 4 riconosce all'interessato il diritto al
risarcimento del danno. L'art. 5 compie delle modifiche sostanziali al
decreto legislativo n. 196 del 30.6.2003, applicando la stringa "su
Internet" alle disposizioni vigenti in materia di tutela di diritto
all'oblio. Il DDL è l'ennesimo provvedimento governativo volto a
limitare sempre più la libertà su Internet. Una sorta di lottizzazione
che, dopo aver intaccato televisione e giornali, mira anche ad Internet.
Anche perchè la semplice minaccia pecuniaria di 100.000 ? indurrà
automaticamente i provider ad oscurare quelle pagine che riportano dei
dati sensibili. Ci chiediamo ora: è giusto che un diritto sacrosanto
come quello all'oblio venga strumentalizzato per fini politici? Perchè
poi mirare direttamente alla Rete? Il forte rischio è che i reati
commessi da politici e industriali vengano per legge cancellati e dunque
dimenticati dall'opinione pubblica.

www.mondonuovonews.com


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