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Un cosa peggiore del giudice che sbaglia. di Mario Segni
31.01.2005
www.mondonuovonews.com
QUI DI SEGUITO RIPORTIAMO UN ARTICOLO DELL'ON. MARIO SEGNI CHE AFFRONTA
CON TAGLIO ORIGINALE, MA POLITICAMENTE CORRETTO, LA DELICATA E CONTROVERSA
VICENDA DETERMINATA DALLA SENTENZA DI UN GIUDICE DI MILANO SU PRESUNTI
TERRORISTI ISLAMICI. L'ARTICOLO OFFRE SPUNTI DI RIFLESSIONI CHE POSSONO
STIMOLARE ANCHE VOSTRI INTERVENTI, SPERO DI POTER LEGGERE I VOSTRI
COMMENTI.
                 Giovanni Frazzica
 Una cosa peggiore di un giudice che sbaglia: il giudice asservito ai
politici
di Mario Segni

Gli USA sono sempre un grande Paese, al quale molte volte bisogna
ispirarsi, anche se non ne condividiamo tante cose. E la cosa mi ritorna
in mente proprio in questi giorni, all'indomani della polemica per la
sentenza del giudice milanese sugli islamici.
Partiamo da quest'ultimo punto. Voglio dirlo subito, ad evitare equivoci.
Sono rimasto sconcertato da quella sentenza. Non immaginavo che  non fosse
perseguibile chi in Italia arruola kamikaze. Anche perchè questo tipo di
arruolamento e di indottrinamento si accompagna, probabilmente, ad ipotesi
di terrorismo interno. Detto questo, se alcune reazioni sono giustamente
preoccupate, altre sono eccessive, altre ancora sbagliate e pericolose.
Fissiamo un primo punto. Noi siamo uno Stato di diritto. E dobbiamo
continuare ad esserlo anche di fronte a minacce terroristiche. Anzi, è più
che mai necessario resistere alla tentazione di affrontare i terroristi
con le stesse armi, non solo per una questione di civiltà e di principio,
ma anche per una visione strategica della lotta contro questi pericoli.
Abbandonare la strada dello Stato di diritto e delle garanzie sarebbe già
una vittoria dei terroristi. E' spesso ciò che essi vogliono, perchè
acquisiscono in questo modo simpatie e legittimità. La vittoria contro le
Brigate  Rosse fu dovuta proprio al fatto che lo Stato non cedette mai a
questa tentazione, e seppe condurre una battaglia ferma ma legale. Chi
dunque invoca metodi spicci contro gli islamici si ricordi che,
innanzitutto, questo sarebbe un grande regalo a Bin Laden.
Ne deriva che la sentenza del giudice Forleo va valutata sullo stretto
piano del diritto. E qui non sono in grado di esprimere un giudizio perchè
sarebbe necessario uno studio approfondito dell'argomento. Gianni Riotta
(Corriere) ritiene che nessuna giustificazione legale sussista alla base
della sentenza. Può darsi. Ma altre opinioni dicono, sul piano giuridico,
l'opposto. E allora andiamoci piano a bastonare il giudice. Perché se la
sentenza è giuridicamente fondata, la colpa non è del giudice ma delle
nostre leggi. Ed è il Parlamento e i politici che sono in  fallo. E di
fronte a certi attacchi una cosa bisogna dire. Che sul piano del
comportamento il giudice Forleo è stato esemplare: nessuna intervista,
nessuna dichiarazione. Tutto il contrario di certi giudici, anche di Mani
Pulite, che non hanno perso un'occasione per uscire sui giornali.
E qui viene il paragone con gli Stati Uniti. Sul Corriere di ieri vi è una
intera pagina dedicata a un colonnello dell'Esercito americano che ha
pubblicato un documento di aperta e serrata contestazione delle decisioni
di Bush sull'Iraq. E la cosa più straordinaria è che il documento è
pubblicato su una rivista dell'esercito. Si tratta del colonnello Wester,
e chi voglia leggerla la trova alla pagina 6 del Corriere di mercoledì.
Dunque nonostante alcuni brutti episodi (tipo il carcere di Guantanamo)
gli Stati Uniti rimangon o il grande Paese della libertà, dove un
colonnello dell'esercito critica su un foglio ufficiale delle Forze Armate
la politica militare del suo presidente.
E allora ai Castelli, ai Borghezio, che hanno reagito in modo indecoroso
all'episodio di Milano, che dicono di volere il giudice eletto dal popolo
perché deve fare la volontà dei cittadini (ma quando Pilato condannò Gesù
e assolse Barabba, non faceva forse la volontà del popolo?) consiglio un
viaggetto in America, per imparare alcune cose fondamentali di ogni
sistema civile. Perchè non bisogna mai dimenticare che c'è una cosa
peggiore di un giudice che sbaglia. Ed è un giudice asservito ai politici.
Terza pagina
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