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Tibetani in sciopero alle Olimpiadi
16.02.2006
 

OLIMPIADI A TORINO: SCIOPERO DELLA FAME DI UN GRUPPO DI TIBETANI
Dal 13 febbraio 2006, a Torino , in concomitanza con l'inizio dei Giochi Olimpici, un gruppo di tre tibetani inizierà uno sciopero della fame ad oltranza sotto una tenda allestita in S. Pietro in Vicoli. Con questo gesto di estrema protesta, intendono richiamare l'interesse dell'opinione pubblica sulle continue, gravi violazioni dei diritti umani perpetrate da Pechino in Tibet e all'interno della stessa Cina.
Nel rendere noti i motivi della manifestazione, Kalsang Phuntsok, dirigente del movimento Tibetan Youth Congress, ha così dichiarato: "I Giochi Olimpici sono l'occasione giusta per chiedere il rispetto di quei diritti umani che ogni nazione partecipante dovrebbe rispettare. Nonostante le ripetute rassicurazioni, la Cina non rispetta i diritti umani. In Tibet, in particolare, continua il genocidio. È nostra intenzione digiunare a tempo indeterminato fino a quando il mondo non chiederà conto alla Cina di questo genocidio. La Cina è potente, noi abbiamo soltanto la forza della verità. Vinceremo."
I digiunatori sono Sonam Wangdue e Gathong Jigme, due giovani esponenti del Tibetan Youth Congress e il settantacinquenne monaco tibetano Palden Gyatso, uno dei principali simboli della resistenza tibetana, detenuto per trentatre anni nelle carceri cinesi e, dalla sua liberazione, testimone infaticabile in tutto il mondo degli abusi perpetrati dal governo di Pechino. Il racconto degli anni della prigionia e delle torture subite è narrato nel volume autobiografico "Tibet, il Fuoco sotto la Neve".
Malgrado le precarie condizioni di salute, Palden Gyatso ha dichiarato di volersi unire ai digiunatori in segno di solidarietà con i compatrioti e nella speranza che qualcosa possa cambiare all'interno del Tibet. Queste le sue parole: "Quando i Giochi Olimpici furono assegnati alla Cina, si disse che questa decisione avrebbe contribuito a migliorare il livello dei diritti umani. In realtà nulla è cambiato, anzi, la situazione è peggiorata".
Un quarto tibetano si unirà al gruppo nei prossimi giorni.
Esprimi la tua solidarietà ai digiunatori: torino2006@italiatibet.org


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