Cari amici,
ho letto oggi sul Corriere della Sera che a Rieti la giunta all'unanimità ha deliberato di intitolare una via ad Alessandro Pavolini.
Pavolini, di famiglia alto borghese ed intellettuale, si era accostato al fascismo immediatamente dopo la marcia su Roma, fu federale di Firenze ed in tal veste promosse il maggio musicale fiorentino (e fin qui siamo nella normalità , anche Bottai era un intellettuale); poi divenne ministro della cultura popolare (il Minculpop, quello che stabiliva cosa i giornali potevano scrivere e non scrivere). Progressivamente il germe del futurismo gli fece assorbire la mistica della guerra e del sangue, sicché aderì alla repubblica di Salò e partecipò al congresso di Verona (novembre 1943) che fondò il Partito Fascista Repubblicano; durante il Congresso arrivò la notizia che a Ferrara era stato ucciso il federale fascista, sicché molti congressisti partirono da Verona, andarono a Ferrara, presero 11 cittadini (forse antifascisti) e li uccisero; divenne fondatore e capo della Brigata Nera, cioè di una banda di feroci assassini (per intenderci quelli che si mettevano le divise tedesche per andare a fucilare i partigiani, quelli di Spiotta); non inoltrò la domanda di grazia di Ciano (di cui era amico) e degli altri condannati, diventando così corresponsabile della morte dei Caduti di Verona.
I fascisti di Rieti non hanno inteso onorare l'intellettuale, ma il capo delle Brigate nere; speriamo che il Prefetto impedisca questo oltraggio alla nostra Patria.
Come vi dico da tempo, i fascisti sono convinti di aver avuto ragione e ci vogliono riprovare.
Una domanda: l'UDC come ha votato in giunta?
Un caro saluto.
Piero Stagno