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Riapre a Cagliari la sezione “Palmiro Togliatti” |
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14.06.2005
Il Il battesimo che si è voluto dare al rilancio delle attività della sezione non poteva ignorare il dramma aperto dalla legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita e lo si è fatto con un ampio ed aperto dibattito che ha visto la partecipazione di uomini di scienza, del sindacato, del partito e di cittadini avidi di sapere quanto la maggior parte dei media ha per lungo tempo nascosto in ossequio al protervo principio che meno si sa, meglio si dominano le masse. E’ per questo che il PdCI ha voluto dare informazione e conoscenza reagendo al clima perverso che antireferendari e cultori dell’astensione hanno creato con la capillare mobilitazione delle autorità della Chiesa che durante le funzioni religiose o su giornaletti parrocchiali alimentano un clima di scontro aperto minacciando i votanti con anatemi e conseguenze sacrileghe. Al contrario, nella sede di via Buragna, in un clima disteso, davanti ad un auditorio partecipativo si è parlato di leggi, di politica, di scienza. Luisa Sassu, della Camera del Lavoro di Cagliari, ha dato inizio alla discussione subito dopo le parole di accoglienza ed augurio di Carlo Artemalle e del segretario della federazione Antonio Littarru. Le discrasie e le involuzioni della legge sulla PMA sono venute fuori nello svolgersi della relazione; un embrione/persona che acquisisce diritti a scapito della madre, il contenitore ruiniano, cui viene tolta ogni dignità umana e di donna ridotta, da una legge crudele e stupida, a terzo incomodo con, accanto, un medico ormai inutile, privato di ogni coscienza e deontologia ridotto ad automa in mano della legge. Ma la perversione di questa normazione che tra le altre iniquità rende le donne e le coppie diseguali, la persona privata del diritto costituzionale alla propria salute e la scienza alla propria libertà, assume per il dottor Monni, scienziato di livello europeo, e ricercatore e risanatore (sino ad un anno fa, purtroppo) di ineluttabili disgrazie proprie della gente sarda, la talassemia, ben altro significato. Considerato l’embrione come titolare di un diritto e non più di tutela, considerato cioè l’embrione come persona, non più subordinato alla salute della madre, la cui salute deve, per ordine naturale, prevalere sul nascituro, la legge 194, sulla interruzione terapeutica della gravidanza, diventerà il bersaglio immediato delle conseguenze alla premessa di questa legge. L’aborto sarà, tecnicamente, omicidio. I pericoli di questa involuzione vengono portati alla luce dalla rappresentate di Amistanzia ,Ivana Dettori,(per intenderci amicizia e fiducia) una associazione di donne che molto si è spesa nei paesi dell’Isola e che porta la testimonianza non di una percezione, ma di un vissuto dei paesi visitati in cui, apertamente, parroci ed associazioni cattoliche predicano l’astensione e si pongono la legge 194 come immediato bersaglio da abbattere. Numerose altre testimonianze di padri e madri che esibivano, fieri, il prodotto della PMA ottenuto in una corsa col tempo, per avere il loro bambino che portavano con sè, in un gesto di amore e di testimonianza. Creatura umana nata nella terribile angoscia di precedere la promulgazione della legge 40. A queste sofferenze si è guardato, assieme ai bambini, giovani ed uomini disabili che protestano la loro rabbia di essere considerati il frutto di un destino dovuto e per taluni non accettato. Sotto l’esperta guida di Maria Demurtas, che ha coordinato il sereno dibattito, si sono poi espressi due compagni della sezione. Dapprima Vinicio Garau, del CC, che ha affrontato i problemi e gli impegni politici tanto della sezione quanto del partito per un lavoro che vigilando comunque sugli effetti della legge ed il post referendum entri nei problemi urgenti del lavoro, dell’istruzione e della vita sociale dell’ Isola salvaguardando quei residui di democrazia che vogliono ancora pervicacemente toglierci. Più ampio ed aperto alla speranza di una vittoria, referendaria naturalmente, l’intervento conclusivo del consigliere regionale Tore Serra. Pur denunciando la divaricazione fra i mezzi posti in campo dalle autorità religiose e, purtroppo illegittimamente , da alcune cariche istituzionali , la seconda e terza carica dello Stato per intenderci, e le poche risorse dei fautori del si, egli confida nel buon senso degli italiani , un popolo che già in decisive occasioni, vitali per la nascita e la sopravvivenza dello Stato democratico ha dato segno di maturità ed indipendenza personale tanto da sconfiggere le forze più retrive che hanno, negli anni, attentato alla Repubblica ed alla sua Costituzione antifascista.
Vincenzo A. Romano, segreteria Federazione PdCI Cagliari
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