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Forum :: Lettere :: Lettere aperte a.... :: ALITALIA, BIANCHINA DEI CIELI di A.V.Gelormini |
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ALITALIA, BIANCHINA DEI CIELI di A.V.Gelormini |
Redazione1 |
29.08.2008 17:52
ALITALIA, BIANCHINA DEI CIELI
di Antonio V. Gelormini
Tutta la vicenda Alitalia ha rappresentato negli ultimi anni una gigantesca “opera buffa”, con risvolti talvolta drammatici e spesso con incursioni nel grottesco sfacciate e senza pudori. L’epilogo, in uno scialbo scenario da commedia all’italiana, tende a scadere nel ridicolo e, non me ne voglia l’ex ministro (persona stimata e capace), l’arrivo caratteristico di Fantozzi, come commissario liquidatore, riassume tutti i fondamentali della tragicomica finale.
Se arrivasse nella sede romana della Magliana, attraversando spedito il GRA (Grande Raccordo Anulare) sull’indimenticabile “Bianchina”, la riaffermazione della difesa di uno strumentale e ambiguo orgoglio nazionale sarebbe davvero completa.
Saranno i venti e gli echi provenienti dell’Ossezia e dalla Georgia, o le piogge disdicevoli e fastidiose delle correnti migratorie, che già sorvolano le piazze e i giardini delle nostre città, fatto sta che per gli italiani la soluzione del piano Fenice, architettato per la compagnia di bandiera, potrebbe rivelarsi come la famosa “Corazzata Potyomkin” di fantozziana memoria.
Nessuno a parole metterà le mani nelle loro tasche, anche perché è molto facile che le trovino vuote o bucate. Si provvederà ad addebitare direttamente il loro conto corrente sociale. Quello che non produce estratti conto individuali e periodici, facilmente controllabili. Quello che indica già alla nascita di ogni cittadino di questo Paese un debito pro-capite di circa 28.000 euro (55 milioni di vecchie lire). Tito Boeri lo ha riassunto in maniera efficace, analizzando cosa intende l’attuale governo per economia sociale di mercato: “un metodo scientifico per socializzare le perdite e privatizzare gli utili”.
La Fenice tornerà a volare minacciosa e magari col nuovo status di razza protetta. Almeno nel recinto dei confini nazionali. Il marchio CAI (Compagnia Aerea Italiana) rimanderà più alle penne di rapaci sui cappelli degli alpini, che alla leggerezza e all’agilità di piume e ali di aironi, fenicotteri e cicogne viaggiatrici. Al di là delle Alpi e dello stesso Mediterraneo però i cacciatori low cost, e non solo, sono all’erta. E la riapertura della caccia è alle porte. Inglesi e irlandesi non aspettano altro che sentire: “Pull”!
(gelormini@katamal.com)
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