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Forum :: La vetrina di Penna d' Oca :: E' meglio essere precisi :: Una generazione al limite. di C. Giambelli |
Autore |
Una generazione al limite. di C. Giambelli |
Redazione1 |
13.09.2008 18:56
Una generazione al limite.
Il solleticante articolo di Ezio Mazzi dal titolo “L’ingorgo all’Italiana” mi sfruguglia a provare a scrivere qualche riflessione sul concetto di limite, a me caro, come appassionato di de-crescita, cioè’ di critico della crescita… senza limiti. Il limite ha di per sé un senso negativo e uno positivo che possono invertirsi rapidamente a seconda delle convenienze di chi esprime il punto di vista dominante, dimostrando così, ancora una volta, la mutevolezza delle cose, la relatività dei valori a cui si vuole attribuire una valenza assoluta.
È positivo, per alcuni, il limite all’ingresso degli immigrati: bisogna porre dei limiti, intesi come difese, barriere, sicurezze; dicono: “Adesso basta; abbiamo superato ogni limite”: questa frase segna, per chi detiene il potere, la decisione di un cambiamento apparentemente senza ritorno, con deleteri effetti su altri, quelli che subiscono la decisione. Peccato che le popolazioni disperate, affamate e oppresse che rischiano tutto della propria vita per cambiare la propria situazione non possano ugualmente avere lo stesso diritto di agire sulla base della stessa frase: “abbiamo superato ogni limite”.
Il concetto di limite è un archetipo ben presente nella vita dell’umanità. La storia della Torre di Babele valga come esempio rilevante, ma anche tutta la Bibbia e soprattutto i libri Sapienziali sono un distillato del concetto di limite, applicato alla vita di tutti i giorni: in altre parole si cercava di discernere ciò che è possibile e auspicabile da ciò che è disdicevole, oltre il limite del ragionevole per la convivenza umana.
Nelle condizioni di traffico urbano vediamo bene esemplificato il concetto di limite: limite di velocità, limite del grado alcolico del guidatore sono misure ben condivise quando siamo a casa, comodamente seduti a leggere il giornale, indignandoci per i morti su strada; ma al tempo stesso sono avvertiti come limiti-impedimenti, quando procediamo a velocità sostenuta, con i nostri SUV (si fa per dire….), sempre più… illimitati nella dimensione. E, protestiamo, le strade sono poche e strette e ci limitano nella mobilità e nella velocità! Probabilmente questo era già vero ai tempi dell’Impero Romano, quando si creavano ingorghi di bighe e carri nelle anguste strade dell’epoca e conseguenti liti. Così, come riportano le cronache storiche, succedeva quando due cavalieri a cavallo si trovavano casualmente a voler attraversare uno stretto ponte contemporaneamente dalle due parti: nessuno dei due voleva recedere, né i cavalli sono propensi a indietreggiare; così si finiva a duelli mortali.
E poi esistono le leggi che stabiliscono, una volta per tutte e in modo uguale per tutti, i limiti utili alla convivenza: anche qui, però vale la stessa considerazione, la legge come baluardo dei diritti e doveri dei cittadini ma anche impedimento-limite alla propria azione creativa e libera. Le vicende di Berlusconi ci raccontano molto su questa differenza: propenso a ricusare i giudici e a proclamare di essere vittima di una giustizia distorta è altresì pronto a invocare la legge quando si sente diffamato dall’Economist che lo dichiarava in un suo articolo “inadatto a guidare l’Italia”. Ma in questo caso il limite glielo ha ricordato il giudice affermando nella sentenza che gli argomenti dell'Economist rientrano pienamente nel "libero ed insindacabile esercizio del diritto di manifestazione del pensiero riconosciuto e tutelato dall'art.21 Cost.".
Così converrebbe procedere con molta umiltà e cautela e su questo abbiamo molto da imparare dagli animali che nella loro “sapienza” millenaria conoscono bene il concetto di limite: facciamo quindi tesoro, culturale, della “sapienza” delle formiche che sanno adattare la propria strada agli ingorghi e anche a quella delle lumache che sanno quando fermarsi dall’espandere la propria casa, che altrimenti diventerebbe di un peso e dimensione insostenibili.
Al limite………non facciamo come i cavalli: impariamo a retrocedere, piano piano, per fare spazio agli altri !
Claudio Giambelli
della CdB di San Paolo - Roma
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