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Forum :: La vetrina di Penna d' Oca :: E' meglio essere precisi :: Impatto ambientale per inceneritori |
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Impatto ambientale per inceneritori |
Redazione1 |
7.11.2009 15:43
CALCOLO DELL'IMPATTO SANITARIO
CORRELABILE AL FUNZIONAMENTO DELL'INCENERITORE DA 103.000 TONNELLATE/ANNO DI
RIFIUTI SOLIDI URBANI PREVISTO A TRENTO.
Il dibattito sui rapporti fra inquinamento ambientale e salute soffre in
Italia di un alto tasso di provincialismo scientifico-culturale, per cui,
ogni volta che si affronta il problema dell'impatto ambientale e sanitario
di un inceneritore, si mette in dubbio il rapporto emissioni >
inquinamento > danni alla salute, trascurando linee guida internazionali che
ormai su questo argomento hanno scritto parole inequivocabili, grazie a
studi molto complessi (basti pensare al progetto europeo Externe o a quelli
della scuola di salute pubblica dell'Università di Harvard (39), che sono in
grado di determinare con certezza questo tipo di rapporto e anche di
quantificarlo in termini di costi economici.
Nel nostro Paese, invece, chi propone la realizzazione di un insediamento
altamente inquinante, si può permettere di dichiarare, senza tema di cadere
nel ridicolo, che l'impatto ambientale è nullo o quasi, così come le
conseguenze sulla salute.
Ecco allora che amministrazioni locali, spesso dietro la spinta di comitati
civici preoccupati per i rischi sanitari connessi, commissionano studi
spesso inadeguati, e, qualora questi studi, inadeguati, rassicurino
sull'inesistenza di un rischio sanitario, si giunge invariabilmente alla
conclusione, errata, che non esiste impatto, mentre invece la causa è da
ricercarsi nell'inadeguatezza dello studio stesso, che non è in grado di
mettere in evidenza il danno per la salute.
Contemporaneamente si propongono studi di monitoraggio ambientale ed
epidemiologico, spesso anch'essi inadeguati, per verificare l'assenza di
conseguenze per la popolazione.
Tutto questo modo di procedere, spesso avvallato anche dalle istituzioni
preposte alla protezione dell'ambiente e della salute (ARPA, ASL, Ordini dei
Medici) è da considerarsi errato, perché, allo stato attuale, i danni di un
inceneritore sono prevedibili a priori in base alle metodiche scientifiche a
nostra disposizione, e non è necessario ricorrere a studi "fatti in casa"
per capire concetti che già ampiamente fanno parte della letteratura
scientifica internazionale.
Sappiamo, infatti, che per qualunque tipo di inceneritore, anche dell'ultima
generazione, a parte i costi dovuti al riscaldamento globale, causati dalle
emissioni di CO2, CH4 e NO2, più del 95% dei costi esterni sono dovuti
all'impatto sulla salute, specialmente in termini di mortalità . La morbilitÃ
(principalmente bronchite cronica, ma anche asma, perdita di giorni
lavorativi, ricoveri ospedalieri ecc.) ammonta ad almeno un terzo dei costi
causati da PM10, NOx e SO2. (32)
Questi costi sono correlati o alle tonnellate di rifiuti bruciati, tenendo
conto dell'attuale normativa Europea maggiormente restrittiva (32), o in
base alle emissioni previste (per gli inceneritori in progetto), o
dichiarate (per quelli già esistenti e funzionanti) di sostanze inquinanti
(39).
In base agli studi Externe della Comunità Europea, l'incenerimento di 103
000 t/anno di rifiuti può comportare una spesa per i danni provocati alla
salute di 2.183.600 Euro.
Dopo 20 anni di attività , pari alla combustione di 2.060.000 tonnellate di
rifiuti, la spesa sanitaria provocata sarà stata di 43.672.000 euro.
A queste cifre si giunge tramite una quantificazione della spesa ottenuta in
base ad una sorta di "tariffario", che prevede diecimila euro per ogni punto
di Q. I. perso nei bambini, cinquantamila euro per ogni anno di vita perso
ecc.
Questo significa, per fare un esempio, che se si tramutassero le cifre da
milioni di euro in anni di vita persi, si arriverebbe, nei 20 anni di
attività prevista per l'inceneritore, alla perdita di ben 873 anni di vita
(essendo pari a cinquantamila euro il costo attribuibile alla perdita di un
anno di vita).
Ora è su questi dati, e non su altri, che chi deve decidere se costruire un
inceneritore di rifiuti solidi urbani deve basare le proprie scelte. La
cittadinanza esposta deve essere debitamente informata, per sapere quale sia
veramente l'elevatissimo prezzo da pagare, chiedendosi se è realmente
disposta ad immolare una cifra così mostruosamente elevata di anni di vita
solo per aver scelto una metodologia di trattamento dei rifiuti altamente
nociva per l'uomo.
La metodica sviluppata presso la Scuola di Salute Pubblica dell'UniversitÃ
di Harvard (39), allo scopo di studiare i danni alla salute provocati dalle
emissioni delle centrali a carbone, può essere applicata anche agli
inceneritori, perché si limita a stimare il danno causato dai 3 inquinanti
principali che sono PM 2,5, SO2, NOx. (cfr tabella).
Pertanto, disponendo di questi dati di emissioni, si può risalire ai costi
esterni di tipo sanitario stimati per quella determinata fonte di emissioni.
In queste osservazioni ci limiteremo soltanto alla valutazione dei costi
sanitari correlati alle emissioni dei 3 inquinanti considerati dallo studio
di Harvard, pur essendo evidente che in questo modo una parte dei danni
sanitari dovuti alle altre cause non viene stimata.
La tabella riporta la mortalità in dollari per ogni tonnellata di inquinanti
emessa.
Moltiplicando le quantità emesse per le cifre in dollari riportate si
ottengono i costi sanitari stimati riferibili a questi inquinanti.
INQUINANTEMORTALITA' IN DOLLARI PER TONNELLATA DI INQUINANTI EMESSA
PM 2,5 PRIMARIE30.000500.000
SO2 6.000 50.000
Nox 500 15.000
La marcata variabilità di costi stimati dipende dalla differente
localizzazione delle fonti di inquinamento: una fonte di inquinamento posta
al centro di una zona a bassa densità di popolazione avrà costi sanitari
minori rispetto ad una posta in aree ad altra densità di popolazione.
In base ai dati riportati nel progetto per l'inceneritore di Trento, si può
risalire ad un costo indicativo, causato dai soli tre inquinanti succitati,
con una variabilità da un minimo di 293.000 dollari ad un massimo di 2.700
000 dollari/anno.
· PM 2,5: 1.9 ton/anno: da 57.000 a 950.000 dollari
· NOx: 38 ton/anno: da 19.000 a 570.000 dollari
· SO2: 23.6 ton/anno: da 217.600 a 1.180.000 dollari
Poiché lo studio vale per gli Stati Uniti, dove la densità della popolazione
è estremamente più bassa che in Italia (circa 6,5 volte), si può ipotizzare
che i costi sanitari di un inceneritore come quello di Trento siano almeno 6
volte maggiori rispetto ai valori minimi e massimi stimati.
Infatti gli effetti degli inquinanti sulla salute dipendono in maniera
precipua dalla densità della popolazione esposta.
Pertanto i costi per la situazione italiana andrebbero così ricalcolati: da
1.758.000 a 7.080.000 dollari all'anno.
Per l'area di Trento appare molto cautelativa una stima intermedia dei costi
sanitari pari 4.419.000 dollari all'anno, pari a 88.380.000 dollari dopo 20
anni di attività .
A questi costi vanno aggiunti i danni dovuti ai microinquinanti (metalli
pesanti, idrocarburi policiclici aromatici, diossine) e quelli dello
smaltimento delle ceneri derivanti dalla combustione dei rifiuti: per ogni
3-4 ton di rifiuti si ottiene circa 1 ton di ceneri. Queste ceneri vanno
smaltite in discariche speciali per rifiuti tossici nocivi, che sono più
costose e pericolose delle altre discariche.
La Germania e la Svizzera mettono le ceneri volatili dentro sacchetti di
nylon immagazzinati in miniere di sale. In Giappone alcuni inceneritori
vetrificano le ceneri. In Danimarca le spediscono tutte in Norvegia.
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