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Forum :: Politica :: Ulivo che fare....... :: Che ne dite di Panebianco? |
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Che ne dite di Panebianco? |
Redazione1 |
15.07.2003 17:07
Che ne dite di Panebianco?
Romano Prodi e la coalizione da ricostruire
ULIVO, NON BASTA UN CAPO NELL’OMBRA
di ANGELO PANEBIANCO
dal Corriere - 15 luglio 2003
Chi si preoccupa per le sorti del fragile bipolarismo italiano guarda oggi soprattutto a quanto avviene nel centrodestra, ai conflitti fra le sue componenti, ai seri rischi di paralisi che corre l'azione di governo. Ma la comprensibile attenzione per le divisioni della maggioranza non dovrebbe fare dimenticare che il futuro della politica italiana dipende anche da quanto accade nell'area dell'opposizione. L'opposizione vive da troppo tempo in una condizione schizofrenica. Da un lato, essa conosce perfettamente, e da gran tempo, il nome del leader, del capo politico a cui, quasi certamente, si affiderà , e che dovrà guidarla in vista delle elezioni politiche del 2006. Dall'altro, si comporta come se quel nome le fosse sconosciuto, come se la «designazione tacita» del leader non fosse mai avvenuta. Né, per conseguenza, si è ancora impegnata a riorganizzare, in funzione di quel nome, la coalizione di centrosinistra. Tutti sanno, e tutti i dirigenti del centrosinistra ammettono privatamente, che Romano Prodi è il leader cui verrà affidato il compito di guidare il centrosinistra. Ma, ufficialmente, si comportano come se ciò non fosse vero o, per lo meno, come se il problema non li riguardasse.
C'era, naturalmente, fino a poco tempo fa, una spiegazione per tanta riservatezza: dipendeva dalla carica che Romano Prodi riveste, dal suo ruolo di presidente della Commissione europea. Si trattava di non mettere in imbarazzo Prodi in Europa, investendolo troppo in anticipo di una funzione di leadership incompatibile con i suoi compiti europei.
Ora, però, si avvicina il momento in cui la carica andrà a scadenza (Prodi lascerà la presidenza europea nell'autunno del 2004) e la riservatezza ha sempre meno senso. Soprattutto, la mancata designazione ufficiale del leader, candidato a sfidare Silvio Berlusconi nelle prossime elezioni politiche, impedisce al centrosinistra di lasciarsi alle spalle l'immagine che fin qui ha dato di sé, di una confusa accozzaglia di gruppi eterogenei e rissosi, uniti solo dall'ostilità per Berlusconi, ritarda il momento della costruzione di una coalizione più compatta, unita dietro a un leader, e pronta a presentare al Paese una proposta di governo.
Oggi, il centrosinistra, sotto la guida di Piero Fassino e di Francesco Rutelli, appare rianimato. Sia i successi ottenuti alle elezioni amministrative sia le divisioni insorte nella maggioranza, sono state boccate d'ossigeno per l'opposizione. Ma ci sono almeno due ragioni per le quali è auspicabile che il centrosinistra metta fine a tutte le sue esitazioni, designi ufficialmente Prodi come leader e, in attesa del suo ormai prossimo ritorno, cominci a lavorare per fare della coalizione una credibile alternativa di governo. La prima ragione, che riguarda direttamente l'interesse del centrosinistra, ha a che fare con la circostanza che, ancorché poco probabile, il ricorso a elezioni anticipate non può essere del tutto escluso (del resto, ne ha parlato lo stesso Fassino). E se elezioni anticipate ci fossero, sarebbe difficile per il centrosinistra affrontarle senza essersi preparato per tempo.
La seconda ragione ha a che fare con una esigenza, diciamo così, «sistemica». Coalizioni compatte sono necessarie al fragile e precario bipolarismo italiano. Se il centrosinistra si darà la coesione che gli serve e che solo una chiara scelta sulla leadership può garantirgli, questo sarà di aiuto per la nostra democrazia in una fase in cui le spinte centrifughe manifestatesi nella maggioranza sembrano preannunciare una nuova fase di frammentazione parlamentare e di tentazioni trasformistiche. Inoltre, un centrosinistra più compatto, e reso competitivo dalla scelta del leader, potrebbe finalmente mettere paura al centrodestra obbligandolo a ridare slancio all'azione di governo.
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Deo |
15.07.2003 17:39
Raramente concordo con Panebianco, ma ....
Raramente concordo con le cose che spesso dice Panebianco.
Ma l'articolo che allego mi pare segnali un problema vero per l'Ulivo.
Non solo per quanto riguarda la definizione del leder, ma per tutto quanto ci sta dietro e sotto.
Se la questione della Costituente, della Federazione dell'Ulivo e delle sue regole, della costruzione del Forum programmatico aperto, della selezione dei gruppi dirigenti e dei candidati ai vari livelli si presentava già come urgente nella primavera scorsa, oggi diventa ancora più stringente e non più rinviabile.
A settembre occorrerà assolutamente metterci mano.
Arrivare alle prossime scadenze - quelle certe, quelle possibili e quelle probabili - senza aver definito quei passaggi decisivi, sarebbe una errore imperdonabile.
Ciao, Deo
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