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Forum :: La vetrina di Penna d' Oca :: E' meglio essere precisi :: Il No della Francia di A.Di Pietro
Autore Il No della Francia di A.Di Pietro
Redazione1
2.06.2005 17:56
IL NO DELLA FRANCIA, ALLA COSTITUZIONE EUROPEA

I risultati del Referendum francese sono ormai ufficiali: 54, 87% NO, contro 45,13 % SI.
La Francia, con un'affluenza di partecipazione alle urne da record, pari al 70% della sua popolazione, si é democraticamente espressa e di fatto ha bloccato, politicamente e almeno per il momento, il processo di integrazione europea.

Da federalisti convinti, quali noi di Italia dei Valori siamo, rispettiamo la volontà del popolo francese, che a larga maggioranza ha votato contro la Costituzione europea, ma non nascondiamo la nostra delusione, nel constatare che questo grande Paese, in questo particolare momento storico, non ha saputo essere all'altezza del Suo glorioso passato, che l'ha consacrato fin dagli inizi, vero e proprio "motore" dell'integrazione europea.

Stato membro fondatore, nazione che ha dato i natali al genio politico di Jean Monnet e Robert Schuman, esempio positivo e propositivo per cinquant'anni, la Francia rischia oggi di influenzare negativamente l'opinione pubblica di altri paesi che attraverso un referendum dovranno ratificare la Costituzione. L'Olanda mercoledì prossimo, ma anche il Portogallo, la Danimarca, la Polonia, l'Irlanda, ecc..

E' innegabile che il voto francese sia stato pesantemente condizionato da fortissime ragioni di politica interna: la netta contestazione alla politica di Chirac e al suo governo, le strumentalizzazioni demagogiche della destra e sinistra e soprattutto la lacerante divisione del Partito Socialista, che sulla Costituzione, ha proceduto ad una sorte di primarie in vista delle elezioni presidenziali del 2007.

Quello che doveva essere un sereno dibattito su un testo, sia pur perfettibile, ma che comunque riteniamo sia ad oggi, il risultato dell'unico compromesso possibile per riformare l'assetto istituzionale esistente di un'organizzazione nata per gestire la cooperazione tra sei paesi, diventati oggi venticinque, in questi mesi, si é trasformato in un dibattito tutto franco-francese. E' come se i nostri cugini transalpini avessero dovuto esprimersi, non su un lungo testo di principi, doveri, e regole procedurali, che pochissimi hanno letto, ma sul loro personale grado di soddisfazione: il lavoro, il loro stipendio, la situazione sanitaria, ecc...

Il dibattito é stato talmente strumentalizzato e svuotato del suo reale significato, che tanto a destra come a sinistra, tra i fautori del no, c'è chi ha assurdamente sostenuto la necessità di rigettare questo testo perché eccessivamente confessionale, e quindi potenziale strumento per rimettere in discussione la laicità della Repubblica francese e alcune sue leggi (tipo l'aborto, o l'interdizione di portare il velo nelle scuole), mentre altri hanno sostenuto che, lo stesso testo, fosse invece eccessivamente laico e permissivo nei confronti di altre realtà religiose, che non fossero quella cattolica ...

Comunque sia andata, una cosa é certa: non bisogna assolutamente sottovalutare il profondo senso di disagio, malessere, insicurezza che hanno espresso i francesi e che possiamo facilmente ritrovare in tutte le società europee, ma riflettere con serietà sulle cause di questa insoddisfazione e soprattutto sul tangibile, clamoroso scollamento tra i rappresentanti delle istituzioni e dei partiti e la gente così detta "comune".

L'Europa in ogni modo, continua, non si ferma. Ci sono ben nove paesi che rappresentano la metà della popolazione dell'UE che hanno già ratificato la Costituzione ed altri si apprestano a farlo, inoltre il Trattato di Nizza attualmente in vigore, permette di continuare a lavorare, sia pur con regole farraginose e lasciando irrisolti tanti problemi.

Noi di Italia dei valori, ci auguriamo sinceramente che nonostante questa clamorosa battuta di arresto, come già successo in passato, la costruzione europea avanzi a piccoli passi e che questa crisi sia l'occasione e lo stimolo per un nuovo rilancio del processo di integrazione europea, più vicino e attento alle reali esigenze, aspettative e speranze dei cittadini
Antonio Di Pietro
Presidente di Italia dei Valori
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