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Forum :: Referendum :: No alla legge 40 :: CGIL: VOTARE E' DIRITTO E DOVERE |
Autore |
CGIL: VOTARE E' DIRITTO E DOVERE |
Redazione1 |
10.06.2005 15:12
REFERENDUM/ APPELLO DAL 'MONDO' CGIL: VOTARE E' DIRITTO E DOVERE
"Libertà è partecipazione", tra i firmatari Epifani e Cofferati
"Libertà è partecipazione". Il 'mondo' della Cgil - Guglielmo Epifani e tutti gli attuali segretari confederali, molti economisti che collaborano con il sindacato di Corso d'Italia, e gli ex leader compreso Sergio Cofferati - rivolgono un appello a votare al referendum del 12 e 13 giugno: "Andare alle urne è un diritto e un dovere civile" si legge nel manifesto pubblicato oggi su L'Unità ; seguono 100 firme, inclusa quella di Ottaviano Del Turco
I firmatari invitano "a non rinunciare all'esercizio di un diritto fondamentale, per conquistare il quale tante donne e tanti uomini hanno lottato duramente". Nessuna indicazione esplicita su come esprimersi su "un tema che riguarda tutti" come la procreazione medicalmente assistita. L'appello è a non disertare le urne: "Esercitare il diritto di voto anche questa volta sarà il modo più giusto per dare attualità all'impegno civile che ha segnato la nostra storia, le nostre battaglie, le nostre conquiste".
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Redazione1 |
10.06.2005 15:22
Andare a votare SI di V.Amorosi
brevi risposte:
punto primo. L'embrione che dice "io so cosa significa essere figlio" fa alquanto ridere.
L'embrione non sa cosa significa essere figlio, perché nei primi giorni di vita non ha ancora sviluppato il sistema nervoso, quindi non pensa e non sa.
punto secondo: l'embione non è una persona, ma solo UNA POTENZIALE PERSONA (vedi sopra) mentre la madre che lo deve portare in grembo è una persona a tutti gli effetti. E tutti quei malati che aspettano nuove cure per salvarsi sono persone già nate e cresciute
punto terzo: l'attuale legge prevede che vengano impiantati comunque gli embrioni, anche se malati, dando soltanto successivamente la possibilità di rifiutare l'embrione CON L'ABORTO. Bella roba! Questo dimostra quanto sia viva l'attenzione per i diritti e la salute fisica e mentale delle donne
punto quarto: non andare a votare significa : buttare i soldi dei cittadini che hanno pagato il referendum, schiaffeggiare i cittadini che hanno voluto e firmato per indire il referendum e uno sporco trucco per negare il diritto ad esprimersi
punto quinto: l'ingerenza della stramaladetta Chiesa non è compatibile con il principio di laicità dello Stato previsto dalla Costituzione.
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Redazione1 |
10.06.2005 15:36
Referendum di Communitas
REFERENDUM:
Per il successo del referendum può essere opportuno mobilitarsi presto
"L'obiettivo del quorum è davvero a portata di mano. Le 1000 buone ragioni del Sì stanno progressivamente demolendo il muro dell'astensione e la gabbia di indifferenza che si è tentato di costruire attorno al referendum.
Per sconfiggere gli inviti all'astensionismo sono importanti una mobilitazione straordinaria in questi ultimi giorni, qualche piccolo sacrificio mattutino ed anche un po' di fantasia.
Tutte le persone convinte di votare Sì per l'avanzamento della ricerca, per uno Stato etico ma laico; tutte le donne che non accettano di sentirsi trattate con crudeltà dalla legge 40 come mere incubatrici; tutti i medici che vogliono continuare il loro lavoro secondo scienza e coscienza, vadano a votare Domenica mattina presto, già nelle prime ore successive all'apertura dei seggi.
Anche se perderanno un po' di sonno ne sarà valsa la pena: con il loro esempio e facendo registrare già alle 12,00 un'affluenza elevata, contageranno positivamente tanti altri cittadini e cittadine che sono in dubbio e li aiuteranno a capire che il loro voto è utile e importante per dare all'Italia una legge più saggia e meno crudele.
E' importante, infatti, andando a votare in massa già dal mattino, dimostrare che, quando si discute di diritti e libertà , gli italiani vogliono sentirsi protagonisti del loro futuro, e non succubi di divieti strumentali e furbeschi."
Communitas 2002
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Redazione1 |
11.06.2005 10:49
Vai a votare DOMENICA MATTINA !!! di A.Cifatte
REFERENDUM:
Vai a votare DOMENICA MATTINA !!! .
Raggiungere (o non raggiungere) il quorum è
ormai la condizione per vincere (o perdere)
la sfida referendaria del prossimo 12/13 giugno.
Raggiungere il risultato di un'alta affluenza al voto
già nella mattinata del 12 sarà un modo di
spiegare agli elettori più titubanti che
* è possibile vincere,
* il proprio voto è importante per raggiungere il quorum,
* un ultimo sforzo di "coinvolgimento" degli indecisi può
essere determinante.
Quindi, togliere il dubbio che andare a votare sia "inutile".
Inoltre, potrebbe anche spingere il "fronte del no" ad
abbandonare la "tattica" astensionista.
Quindi
ANDIAMO A VOTARE, DOMENICA MATTINA
già nelle prime ore successive all'apertura dei seggi.
Cerchiamo di registrare un'affluenza elevata già alle 12,00,
contagiamo positivamente tanti altri elettori.
VOTARE SI
* per la libertà ,
* per la salute e la ricerca,
* per uno Stato laico e tollerante,
* per dare una chance a chi vuole costruire una famiglia,
* per dare all'Italia una legge più saggia e meno crudele.
PASSAPAROLA!!!
Angelo Cifatte
Ufficio Tel. 010 5573779
Casa Tel./Fax 010 5701274
Cell. 333 4891234
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Redazione1 |
11.06.2005 11:18
Il referendum del 12-13 giugno; la posizione dell' associazione NewGlobal.it
Il referendum del 12-13 giugno; la posizione dell' associazione NewGlobal.it
I referendum sono sempre un momento importante per la democrazia di un
paese e quelli abrogativi rappresentano la prova del nove per i politici
che attraverso un si o un no possono sapere se hanno fatto una legge che
risponde al sentire della maggioranza delle persone da loro governate o se
al contrario hanno in qualche modo mal usato il loro mandato.
E' evidente, posta questa premessa, che l'associazione inviti tutti ad
esprimere in maniera chiara ed incontrovertibile la propria volontà in un
modo o in un altro.
Dopo questa premessa entriamo nel merito dei 4 quesiti referendari che
data la loro carica di significati anche etici pongono a tutti dubbi e
perplessità . Nel rispetto di tutte le opinioni la nostra associazione
esprime le seguenti posizioni:
1)scheda celeste, il quesito posto dal referendum chiede se si vuole
abrogare quattro commi della legge 40/2004 (agli articoli 12,13,14),
consentendo la ricerca scientifica sulle cellule staminali di origine
embrionale
Sicuramente questo è il quesito più difficile e carico di dubbi o
valutazione etiche. Dopo diverse discussioni siamo giunti ad una
posizione rappresentativa anche se non condivisa da tutti che invita a
votare SI.
L'embrione è una cellula uovo fecondata che riproduce se stessa attraverso
successive scissioni per un periodo di 14 giorni, dopo di che comincia a
formarsi il feto. Cioè, dopo un primo periodo, le cellule embrionali -
secondo il programma genetico in esse contenuto - cominciano a
differenziarsi e a formare gli organi. Il processo di differenziazione
termina, approssimativamente, al terzo mese di gravidanza, allorché il
feto è completamente formato e comincia a crescere.
La scienza ci insegna che c'è differenza tra vita cellulare e vita umana,
giacchè molti esseri viventi unicellulari sono virtualmente immortali,
mentre l'essere umano - come ahimè sappiamo tutti - è mortale. E
banalmente si potrebbe aggiungere che _un uomo è vivo quando non è morto_.
Ma proprio questo è il punto: quando è che un uomo può dirsi morto? a)
Quando la sua anima lo abbandona?
b) Quando tutte le cellule che lo compongono cessano di vivere?
c) Quando cessa di vivere il suo cervello?
Vista l'impossibilità di affrontare il tema in maniera scientifica
saltiamo il punto a per concentrarci sugli argomenti b) e c).
La scienza (ma anche l'esperienza) ci dimostra che anche dopo la sua
morte, per diverse ore, ad un uomo continua a crescere la barba... gli
crescono le unghie, molte cellule continuano a funzionare... e ciò
nonostante l'uomo è morto.
E' morto - e dunque non esiste più come individuo - dal momento in cui il
suo cervello ha cessato di funzionare. Su questo non vi sono soverchie
incertezze nella scienza medica contemporanea. Tanto è vero che, ai fini
legali, la morte consegue alla cosiddetta morte cerebrale, come è previsto
dalla l. n. 578/1993, il cui art. 1 dispone che "la morte si identifica
con la cessazione irreversibile di tutte le funzioni dell'encefalo". Sul
punto (e sulla legge) nessuno ha mai sollevato dubbi o incertezze.
Considereremmo pertanto la questione, allo stato dell'arte, come un dato
pacificamente acquisito.
D'altra parte, il diritto (art. 1 c.c.) ha fino ad ora individuato il
momento iniziale della vita individuale con la nascita, benché si possa
convenire che questa nozione giuridica di "inizio" dell'individuo possa
non coincidere con l'inizio biologico della vita individuale.
Ribaltando, però, il discorso fatto poc'anzi per la morte, diremmo che
potremmo fissare l'inizio della vita dell'individuo con l'avvio delle sue
funzioni cerebrali. In altri termini: se lo spartiacque tra individuo vivo
e individuo non vivo (giacché morto) è l'attività dell'encefalo, tale
criterio deve poter essere valido sia per stabilire la fine della vita,
sia per individuare il suo inizio.
Ed a noi pare che un simile criterio sia imposto dal principio di non
contraddizione.
Resta tuttavia un elemento imprescindibile: per poter applicare un simile
criterio occorre essere in presenza di un organo chiamato encefalo. In
altre parole, per parlare di esistenza di un individuo vivo occorre, come
minimo, che esista il suo cervello e che questo funzioni (bene o male,
poco o tanto ...non importa). E' - in termini biologici - la trasposizione
del "cogito" cartesiano.
L'embrione, come tutti sanno, non ha cervello. Il cervello si formerà di
lì a poche settimane, ma nell'embrione non è presente.
L'embrione, dunque, è vita, ma non è un individuo; non è una persona.
Il fatto che un embrione sia innegabilmente una forma di vita (cellulare)
di genere umano non contraddice in alcun modo la conclusione testé
attinta.
Anche i capelli, le unghie o la barba dell'uomo sono forme di vita
(cellulare) di genere umano. Le prime vivono annunziando la nascita
dell'individuo; le seconde sopravvivono all'individuo. La vita di queste
cellule - pur essendo indissolubilmente legata alla vita dell'uomo - ne è
in parte autonoma: esse possono vivere (non importa se per lungo o per
breve periodo) indipendentemente dalla vita dell'individuo (e ciò
consente, ad esempio, l'espianto di organi per i trapianti).
L'ulteriore circostanza che il DNA dell'embrione sia diverso sia dal DNA
dell'uovo, sia da quello dello spermatozoo e sia, invece, uguale al DNA
dell'individuo che (forse) nascerà non ci pare possa inficiare la logica
sin qui seguita. Anche il DNA di un pelo cresciuto dopo la morte
dell'individuo avrà lo stesso DNA dell'individuo. Ciò non toglie che
l'individuo non sia più, perché già morto, oppure non sia ancora, perché
non ancora venuto ad esistenza.
2) scheda di colore arancione, si chiede se si vuole abrogare una serie
di commi agli articoli 1,4,5,6,13 e 14, eliminando il limite dei tre
embrioni, l'obbligo di impiantarli tutti nella donna anche se malati, il
divieto di congelamento degli embrioni e il divieto per la donna di
revocare il consenso all'impianto
poiché si tratta di salvaguardare la salute della donna l'associazione
invita a votare SI
3) La scheda grigia chiede se si vuole abrogare i commi della legge
40/2004 nei quali si fa riferimento all'embrione come persona giuridica.
Anche in questo caso l'associazione si esprime per il SI anche se
riconosce alla legge in vigore dei meriti peraltro riconosciuti anche dal
fronte referendario che non ha toccato la parte dell'articolo che vieta
ogni
forma di selezione a scopo eugenetico degli embrioni e dei gameti ovvero
interventi che, attraverso tecniche di selezione, di manipolazione o
comunque tramite procedimenti artificiali, siano diretti ad alterare il
patrimonio genetico dell'embrione o del gamete ovvero a predeterminarne
caratteristiche genetiche, ad eccezione degli interventi aventi finalitÃ
diagnostiche.
Votando SI si permette ai medici di non impiantare embrioni che hanno
ereditato malattie genetiche gravi da genitori entrambi portatori.
4) la scheda di colore rosa, chiede se si vuole abrogare i commi agli
articoli 4,9,12, che vietano la fecondazione eterologa.
Anche qui l'associazione invita a votare SI ma chiede al parlamento di
porre due cautele dal punto di vista legislativo.
a) che il consenso del genitore non biologico sia dato a seguito di un
periodo di riflessione e con l'aiuto di psicologi al fine di affrontare
per tempo tutto il corollario di problemi psicologici che questa pratica
inevitabilmente porta e soprattutto per valutare l'effettiva volontà del
genitore non biologico di accettare il nascituro.
b) che l'identità del donatore sia conosciuta, (anche se soggetta alla
massima riservatezza) dal centro medico che esegue la pratica in modo da
renderla nota esclusivamente al nuovo nato alla maggiore età oppure sia
utilizzata in caso di indispensabili esigenze mediche.
Inoltre per rendere altamente improbabili i paventati problemi di
matrimoni tra consanguinei si chiede di usare donatori che vivono in posti
distanti dalla coppia infertile.
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