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Forum :: Politica :: De Porti :: Il sistema bancario di A. De Porti |
Autore |
Il sistema bancario di A. De Porti |
Redazione1 |
27.08.2005 09:59
IL SISTEMA BANCARIO ITALIANO E’ COMPLICE (SENZA COLPA) DEI CRAC !
Vi ricordate quando, sul Gazzettino del 30.12.2003 e sul Corriere delle Alpi del 3.1.2004, anche alla luce della mia pregressa lunga esperienza bancaria, dicevo che Tanzi della Parmalat , c’entrava relativamente sul crack della nota società ? E dicevo ciò, scontrandomi addirittura con giornalisti come Ferdinando Camon (Corr.Alpi 11/12/2003) che parlavano di truffatori di professione, mentre io dicevo che le cose non stravano così, ripromettendomi di rispolverare i predetti miei interventi di qualche anno fa a tempo debito ?
Ora, il “tempo debito” è venuto. Infatti oggi quasi tutti i quotidiani titolano : “ Le banche sono ritenute “corresponsabili” del crollo del colosso alimentare ”.
Non ritengo opportuno ripetermi per non farla lunga invitando alla lettura (se possibile) dei predetti pezzi, ma vorrei ricordare due cose essenziali, già dette in quelle date:
1) il sistema bancario italiano non funziona più da anni: la “centrale dei rischi” di Bankitalia è uno strumento obsoleto che fornisce dati inaffidabili traendo in inganno le nuove banche che vogliono concedere fidi. Perché ? Perché se un cliente è in “rosso” e va male nella vecchia banca (dico così per farmi capire meglio), nel caso che egli chieda affidamento ad una banca nuova, quindi diversa dalla sua, quest’ultima le fornirà lo stesso buone informazioni per facilitare la pratica di fido onde poter “rientrare” da posizioni debitorie esistenti che, in termini tecnici stanno per assumere la denominazione di “sofferenze” per poi trasformarsi in “incagli”, quando appunto non c’è più niente da fare..
Il colmo è che, quando un cliente appare “collaudato” dal sistema bancario tutte le banche si accodano a finanziare e poi…crac.
2) se quanto sopra riguarda il sistema bancario andrebbe anche detto che, spesso e volentieri, le aziende sono solite fare tre bilanci: uno, gonfiato, per ottenere più facilmente i fidi dal sistema bancario; un secondo piuttosto carente per questioni fiscali e quindi pagare meno tasse; il terzo, quello reale, per l’imprenditore. Ovviamente, fatti salvi gli imprenditori onesti che pur ci sono !
Ora, e concludo, succede che la centrale dei rischi della Banca d’Italia trae in inganno il sistema creditizio in quanto i dati rilevati dalle banche sulle segnalaziooni “riservate” non sono sempre rispondenti alla realtà, mentre le banche vengono ingannate dalla clientela che chiede il fido con bilanci gonfiati, come ho detto dianzi. Tutto un casino, insomma…scusate la parola. Casino che diventa ancor più grande quando l’imprenditore, trovandosi con l’acqua alla gola, cerca di salvare l’azienda ed il personale con ogni mezzo, talvolta fraudolento..
E così si arriva ai casi Parmalat che ora chiedono risarcimenti alle banche. (solo 2,9 miliardi di Euro a Banca Intesa ed altre a ruota…) che diventano “corresponsabili” col sistema bancario. Ma le attenuanti ( o le colpe ?) ci sono per tutti e cioè per Parmalat, Bankitalia e sistema bancario.
Così stanno le cose, seppur dette alla carlona...
ARNALDO DE PORTI
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