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Forum :: Politica :: Ulivo che fare....... :: IL GOVERNATORE DIMEZZATO di A.V.Gelormini |
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IL GOVERNATORE DIMEZZATO di A.V.Gelormini |
Redazione1 |
29.08.2005 17:46
IL GOVERNATORE DIMEZZATO
di Antonio V. GELORMINI
Strano comitato il CICR che consuma gran parte del tempo dell’audizione del Governatore della Banca d’Italia Antonio Fazio, per ascoltare la lenta lettura in ciociaro delle 24 cartelle declamanti un’opinabile autoassoluzione. Forse sarebbe stato il caso di farsele mandare in anticipo, leggerle e chiedere conto di una serie di anomalie venute a galla negli ultimi mesi.
I componenti del Comitato per il Credito e il Risparmio, si sono limitati ad ascoltare una minuziosa quanto fuorviante litania. E nessuno che abbia sentito il dovere o abbia avuto il coraggio di chiedere semplicemente: “Dottor Fazio, dialogare di notte amichevolmente con un banchiere di cui lei deve giudicare l’Opa non fa sorgere un conflitto d’interessi?”
Ma cosa volete che si parli di conflitto d’interessi in un Paese in cui, come dicono a Napoli, “il pesce puzza dalla testa”? Per tre ore il Governatore si è difeso a modo suo, ha dettato gli argomenti da affrontare e si è limitato ad elencare la legittimità delle sue decisioni.
In un pirandelliano gioco delle parti, sembrava non si avesse voglia di capire che il problema non riguarda la legittimità formale degli atti. Il vero problema, come continua a sostenere, con evidente preoccupazione, il Ministro del Tesoro Siniscalco, è un Governatore delegittimato agli occhi dell’economia e della finanza internazionale.
Un Governatore dell’Istituto Bancario Centrale dal quale, ormai, pochi acquisterebbero la classica “auto usata”. Un Governatore non più in grado di rappresentare il suo Paese, né di garantirne la rispettabilità e la credibilità indispensabili nei più alti consessi economici internazionali.
La nemesi di un Cavaliere, anch’esso dimezzato, non può giustificare un’involuzione della situazione politica e una confusa attività di free climbing sugli specchi di fine legislatura. Sintomi, questi, di estrema disperazione e di catarsi distruttiva generale, della serie “muoia Sansone e tutti i filistei”.
La trama biblica racconta che allora la forza era andata via col taglio dei capelli, mentre oggi il trapianto con bandana non è andato al di là di un modesto ritocco estetico. Prova ne è il ciclone del dilettantismo che ha colpito la già traballante credibilità istituzionale italiana, questa volta in politica estera, con la vicenda Scelli – Croce Rossa – Terroristi.
Terroristi che tali restano e che non possono diventare improvvisamente “guerriglieri”, dopo il fiume di precisazioni e di censure rivolte, nei mesi scorsi, alle analisi dei vari Strada, Gruber o Botteri.
Da tempo il Paese è costretto a convivere con l’imbarazzo e il pressappochismo. Cosa ci riserveranno le prossime settimane non è difficile da immaginare. Intanto, perfino Cossiga denuncia: “Il governo è allo sbando”.
E mentre qualcuno si chiede se dopo le polemiche sulle tabelle degli emolumenti ai Governatori delle Regioni, saranno mai ritirate le indennità e le pensioni faraoniche a un Governatore che infanga la credibilità del suo Paese, registriamo con ammirazione l’uscita di scena, dal palcoscenico internazionale, di un uomo modesto come Alan Greenspan.
Il banchiere centrale più potente del mondo, che per 18 anni ha presieduto la Federal Reserve, guadagnandosi la riconferma dell’incarico ogni quattro anni.
(gelormini@katamail.com)
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