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Forum :: Appelli :: A sostegno di Sansa :: Da Belgrado/Pristina, scrive Jelena Bjelica |
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Da Belgrado/Pristina, scrive Jelena Bjelica |
Redazione1 |
9.09.2005 10:58
Da Belgrado/Pristina, scrive Jelena Bjelica
Negli ultimi anni i giovani media kosovari hanno registrato un significativo
passo avanti, ma la strada per una piena affermazione di un giornalismo
indipendente, professionale ed eticamente corretto è ancora lunga
La realtà democratica del Kosovo è fragile e in ogni momento, proprio a
causa dei deboli e non ancora sviluppati principi di base della democrazia -
media liberi e professionali, stato di diritto - può frantumarsi. Secondo il
rapporto "Indice di sostenibilità dei media nel 2004", che ogni anno viene
pubblicato da IREX (International Research & Exchanges Board), i media
kosovari sono "vicini alla sostenibilità ", in altre parole in Kosovo si
registra un certo progresso per quanto riguarda la normativa e la
professionalità . Solo tre anni prima, nel 2001, la stessa organizzazione
aveva considerato i media kosovari come "un sistema mescolato
insostenibile", ossia come un paese in cui gli standard minimi non vengono
rispettati e in cui alcuni segmenti del sistema giuridico e lo stesso
governo ci si oppone all'affermazione di media liberi e indipendenti.
La conclusione del rapporto dell'IREX è che uno dei maggiori problemi con
cui la società kosovara si confronta quotidianamente è la presenza della
missione di pace internazionale, che vede la libertà di espressione prima di
tutto come mezzo per mantenere la pace e la sicurezza, in particolare quando
sono in questione relazioni interetniche, piuttosto che un diritto umano in
generale. Però, il peggior problema dei giornalisti kosovari riguarda
senz'altro le condizioni in cui lavorano e la povertà in cui vivono, così
come l'inesistenza di un sano sistema sociale in grado di fornirgli una
protezione di base.
I media elettronici
Il servizio pubblico di radiodiffusione in Kosovo è svolto dalla Radio
televisione del Kosovo (RTK) che è regolata dall'amministrazione temporanea
dell'UNMIK. La legge sul lavoro del servizio pubblico di radiodiffusione è
in attesa di essere adottata entro la fine del 2005. La RTK è composta di
una stazione TV e due stazioni radio: TV Kosovo, Radio Kosova e Blue Sky
radio. La TV Kosovo trasmette informazioni in cinque lingue, ciò significa
che il 26 percento dei notiziari sono trasmessi nelle lingue delle
minoranze. La trasmissione del telegiornale nelle lingue delle minoranze
copre circa il 10 percento, mentre l'unica radio multietnica è Blue Sky
radio e il giornale radio è diviso in tre lingue: albanese, serbo e turco.
Nel documento Standard per il Kosovo è tratteggiata la strategia per le
trasmissioni nelle lingue delle minoranze. Nonostante la RTK non sia
un'istituzione responsabile della progettazione di determinate strategie
riguardanti questa questione, essa ha creato le condizioni per
l'implementazione di questa strategia.
"Oltre al nostro programma per le minoranze, il 9 agosto 2004 abbiamo
iniziato una versione TV del notiziario in serbo che viene trasmesso dagli
studi di Blue Sky radio, e abbiamo assunto due nuovi conduttori (serbi) per
questo progetto", dice il caporedattore della RTK Agim Zatrici.
La nuova legge sul servizio pubblico deve regolare le procedure operative
del servizio pubblico di radiodiffusione del kosovo, ed è nato con l'aiuto
dell'OSCE e con la partecipazione dei rappresentanti della società civile.
Il giornalista austriaco Daran Gasi è il rappresentante speciale dell'OSCE
per i media, responsabile degli standard dei media. Gasi esamina il
documento per la riforma dei media ed è consulente per quanto riguarda la
proposta di legge che aiuterà i media del Kosovo a mantenere gli standard
etici dell'Europa occidentale. Inoltre, Gasi aiuta i media kosovari ad
attenersi alle indicazioni dello stesso documento sugli standard.
La legge sulla radiodiffusione è in fase di bozza (marzo 2005) e come
sostiene Gasi non sarà terminata finché non si terrà un dibattito pubblico
su questa legge, al quale parteciperà il pubblico e i funzionari in una
commissione comune che sarà guidata dal governo. L'OSCE svolge un ruolo di
consigliere in questo iter.
L'adozione della Legge sulla commissione indipendente per i media funge da
modello per la procedura di adozione della Legge che regola il lavoro della
RTK: dopo che sarà terminato il disegno di legge e il governo si sarÃ
espresso in merito, la legge sarà inoltrata al parlamento per l'adozione. La
commissione parlamentare responsabile di questa legge ha tenuto diverse
riunioni con le organizzazioni non governative che operano nel settore dei
media, tra le quali: l'Associazione dei giornalisti professionisti e
l'Associazione delle emittenti kosovare.
Come risultato di questi incontri, sono state apportate diverse modifiche
alla Legge sulla commissione indipendente per i media, la più evidente è
l'emendamento sula procedura di interdizione dei programmi in caso di stato
d'emergenza. Una parte del disegno di legge prevede che in caso si verifichi
una situazione di emergenza il Commissario per i media può ordinare
l'interdizione delle pubblicazioni (per i media stampati) o delle
trasmissioni dei programmi (per i media elettronici). Questo emendamento è
giunto in risposta al comportamento poco professionale dei media durante i
disordini del marzo 2004. Secondo il rapporto del Temporary media
Commissioner del Kosovo sui fatti del 16 e 19 marzo, "l'RTK insieme ad altre
tre televisioni nazionali nella notte tra il 16 e il 17 marzo ha creato un
contesto emotivo e politico della storia, intervistando esclusivamente
coloro che hanno attribuito la morte dei ragazzi a banditi serbi e a orde di
cetnici, non basandosi sui fatti reali".
Il responsabile dell'Associazione dei giornalisti professionisti del Kosovo
(APNK) Naser Miftari dichiara di essere moderatamente soddisfatto del
processo di creazione delle nuove leggi sui media.
"Se le nostre osservazioni verranno tenute in considerazione durante l'iter,
allora saremo soddisfatti di questo processo", dice Miftari. "La
partecipazione della società civile (nel processo di creazione del disegno
di Legge sulla commissione indipendente per i media) non era terminata, ma
era sostanziale".
Dardan Gasi, rappresentante speciale dell'OSCE per i media, dice che la
futura Legge sul lavoro dei media in Kosovo passerà attraverso una procedura
simile. Gasi è sicuro che tutte le leggi sui media che sono previste dagli
Standard per il Kosovo saranno adottate entro la fine dell'estate 2005, cioè
entro il termine ultimo previsto.
I media della carta stampata
In Kosovo oggi esistono sette quotidiani con una tiratura complessiva di
circa 40.000 copie. Questo pluralismo nella stampa quotidiana è senz'altro
un passo avanti, se si tiene presente che negli anni ottanta e nella prima
metà degli anni novanta in Kosovo esisteva solo un quotidiano Rilindja con
una tiratura complessiva di circa 100.000 copie vendute. Rilindja
(resistenza) oggi è già parte della storia dei media kosovari. Nonostante
fosse stata proibita, e i suoi giornalisti arrestati, questo giornale oggi
non esiste più.
Però, la novità per i media della carta stampata in Kosovo è il Kosovo press
codecs , pensato come meccanismo di autoregolazione. Tutti i rappresentanti
dei quotidiani in Kosovo simbolicamente firmatari del Codice etico dei
giornali si sono impegnati a rispettare le norme in esso contenute. I
caporedattori e i direttori responsabili dei sette quotidiani del Kosovo
(Express, Koha Ditore, Zeri, Kosova Sot, Epoka e Re, Bota Sot e Lajm) hanno
firmato la bozza del Codice giornalistico il 18 marzo 2005 a Pristina.
Per dar vita al Codice etico dei giornali del Kosovo, il 10 agosto di
quest'anno è stato fondato il Consiglio giornalistico del Kosovo. Questo
Consiglio è l'organo esecutivo di autoregolazione nel campo sensibile delle
normative di legge sui media, e come presidente del Consiglio è stato
nominato Willelm Houwen, olandese, che per una lunga serie di anni
attraverso le attività di Press Now e OSCE ha lottato per la
democratizzazione e la professionalizzazione dei media nella ex Jugoslavia.
Il Codice dei giornali kosovari è formulato su un accordo comune sui limiti
che può raggiungere la libertà d'espressione sui media stampati, tenendo in
considerazione la violazione per diffamazione e la legge sulla privacy che
sono parte del Codice penale.
"Il codice per i giornali, il Consiglio dei giornalisti e la Commissione
indipendente per i media, sono tutti meccanismi di autoregolazione e che
sono stati creati in sostituzione delle effettive e pesanti leggi adottate
dal parlamento. Il livello di osservanza fungerà inoltre da indicatore dello
sviluppo democratico della società . Detto più precisamente, il Kosovo ha una
lunga strada davanti a sé, finché i media di questa regione dovranno subire
la mancanza di professionalità e di etica giornalistica", conclude Dukagjin
Gorani, caporedattore responsabile del quotidiano di Pristina Express e uno
dei promotori della creazione del codice e del consiglio dei giornalisti.
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