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Forum :: Antifascismo :: 60° anniversario liberazione :: ATTACCHI INTIMIDATORI E MINACCIE ALLA CASA DELLA LEGALITA' DI GENOVA
Autore ATTACCHI INTIMIDATORI E MINACCIE ALLA CASA DELLA LEGALITA' DI GENOVA
Redazione1
9.09.2005 17:55
La lotta alla mafia è il 1° problema da risolvere nella nostra bellissima terra e disgraziata...Non doveva essere soltanto una distaccata opera di repressione ma un movimento culturale e morale che coinvolgesse tutti e specialmente le nostre giovani generazioni, le più adatte a sentire subito la bellezza del fresco profumo di libertà che fa rifiutare il puzzo del compromesso morale, dell¹indifferenza, della contiguità e quindi della complicità. Ricordo la felicità di Falcone quando in un breve periodo di entusiasmo egli mi disse: La gente fa il tifo per noi. E con ciò non intendeva riferirsi soltanto al conforto che l¹appoggio morale della popolazione dava al lavoro del giudice, significava qualcosa di più, significava soprattutto che il nostro lavoro stava anche svegliando le coscienze².
Paolo Borsellino
con cortese richiesta di pubblicazione e max diffusione

ATTACCHI INTIMIDATORI E MINACCIE ALLA CASA DELLA LEGALITA' DI GENOVA
Alla Società di Mutuo Soccorso Arci Perugina di Genova Rivarolo, sede della Casa della Legalità e della Cultura, si fanno vivi gli ³amici degli amici².
La struttura di via Sergio Piombelli 15, dove sono ospitate le rappresentanze e le attività di diverse strutture civili impegnate nell¹azione di contrasto alle mafie e per la promozione della cultura della legalità, come la Fondazione Antonino Caponnetto, il Centro Falcone Borsellino, Libera ­ contro le mafie e l¹associazione ³liberaMente², dopo 9 mesi di vita ha subito pesanti minaccie, aggressioni fisiche e verbali, tentativi di intrusione, con toni e linguaggio tipico dell¹atteggiamento mafioso, costringendo le FFOO ad intervenire per ben tre volte tra la notte di sabato/domenica, martedì pomeriggio e mercoledì sera.
Il soggetto che pretendeva di fare da ³padrone² è stato identificato dalle FFOO e querelato per i diversi reati commessi.
Nella denuncia-querela depositata presso il comando di polizia di Cornigliano, si è richiesto inoltre di accertare chi siano i soggetti che si sono recati nella sede intorno alle 20 di martedì con atteggiamento intimidatorio, usando frasi e termini identici a quelli usati dal soggetto già identificato, che parlando in un dialetto stretto lanciavano tipici Œghigni¹ minacciosi ai responsabili della gestione della struttura e chiudendo prima di andarsene con la battuta ³qui qualcuno ha paura della mafia².

La fasulla politica sulla sicurezza, attuata in questi anni, che da un lato vuol far sentire il cittadino più protetto, con il passaggio in alcune strade del poliziotto di quartiere, ha al contempo sottratto ai nuclei territoriali delle FFOO uomini e mezzi (centralizzandoli), indebilendo la capacità di risposta tempestiva nelle periferie, agevolando di fatto una criminalità organizzata ben divisa e articolata nel territorio. Per questa ragione, gli interventi delle volanti alle nostre richieste di intervento urgente nella notte tra sabato/domenica e nel pomeriggio di martedì sono state troppo lente, permettendo al soggetto denunciato di imperversare e lanciare messaggi chiari alla popolazione della strada che sentiva le sue frasi, ben scandite ed urlate, in chiaro stile di avvertimento. Considerata la situazione nonna Betta, Elisabetta Caponnetto, socia anch¹essa della Sms Arci Perugina ­ casa della Legalità, a nome della Fondazione Antonino Caponnetto ha scritto al Questore di Genova per chiedere di garantire la massima protezione alla struttura ed ai suoi volontari e frequentatori, sia per evitare episodi più gravi, sia per testimoniare che lo Stato, le Istituzione non lasciano soli coloro che combattono la Mafia.

I gravi atti intimidatori portati da uomini che si sono dichiarati ³di Famiglia² e che non apprezzano ³gli infami che sono della famiglia della legge e delle Forze dell¹Ordine² dimostrano ancora una volta che la Mafia è giunta, si è radicata e sommersa dietro attività apparentemente lecite, anche nella nostra città, arrivando a controllare pezzi di territorio, garantendo Œlavoro¹ - soprattutto nel settore dell¹edilizia, del risanamento ambientale e di trattamento dei rifiuti ­ anche grazie ad appalti e sub-appalti gestiti in modo non adeguato a contrastare il cancro dell¹economia mafiosa della nuova generazione. Anche a Genova, le mafie hanno trovato accordo, quelle italiane e quelle straniere, dai Marsigliesi ai Cinesi, passando per quelle dell¹Est. Attività commerciali e attività varie usate come mezzo di riciclaggio del denaro sporco o come copertura di attività illecite, ogni giorno più visibili, in tutte le zone, ma in particolare nelle periferie popolari ( come negozi che appaiono e dopo breve tempo svanicono ). Come il traffico della droga è tornato ad essere massiccio e quasi incontrastato, soprattutto per le cosiddette droghe pesanti divenute, al contempo, maggiormente economiche e facilmente reperibili, utilizzando un numero elevato di soggetti a rischio ed una struttura a rete. Assistiamo nuovamente a strade sempre più popolate dalla tratta delle ³nuove schiave², come il pizzo che viene richiesto sempre più ad ampio raggio nella città, a Commercianti che preferiscono pagare, rinunciando alla propria indipendenza e dignità per non rischiate di essere lasciati soli dalle Istituzioni, dopo l¹eventuale denuncia dei taglieggiatori.
Le periferie della città sono svuotate di attività e luoghi di socializzazione e contrasto civile e culturale alla legge del branco ed alla cultura mafiosa.
L¹azione repressiva di contrasto, compiuta da Magistrati e FFOO, è sempre più faticosa e vanificata dall¹assenza di un chiaro e costante impegno della Istituzioni e dalle troppo isolate e timide risposte civili.

Ora abbiamo la certezza del fastidio che porta la presenza di una ³casa della legalità², dove poter trovare documentazione, dove potersi incontrare e costruire insieme una risposta civile sempre più ampia di sostegno all¹azione repressiva delle Autorità dello Stato, ma dove anche le Scuole possono portare i propri ragazzi e bambini ai laboratori educativi che promuovono i progetti di Libera-Scuola e della Fondazione Antonino Caponnetto, dove è possibile incontrare e conoscere da vicino le persone che in prima linea hanno combattutto e combattono ancora la criminalità organizzata e difendono lo Stato, la sua Costituzione con il principio di una legge uguale per tutti, fondato sul principio di una Magistratura autonoma ed indipendente.

Alla Mafia da fastidio che si parli di mafia perché non si deve sapere che essa esiste ed agisce. Noi resistiamo, non ci intimidisce la promessa fattaci a viva voce di ³ricevere il vestito² e non ci pieghiamo alla prepotenza di una banda o di una ³famiglia² che vuole sostituirsi alle regole dello Stato. Continueremo a parlarne, ancora con maggiore intensità, rilanciando l¹appello a denunciare gli atti intimidatori e le attività illecite, che siano il racket o la spaccio, che sia l¹intimidazione o il caporalato, le scommesse clandestine o i combattimenti tra caniŠ Segnalando ancora una volta che la Sms Arci Perugina ­ Casa della Legalità, quale parte della Fondazione Antonino Caponnetto, può raccogliere le segnalazioni dei singoli cittadini e formulare denuncia alle autorità competenti a nome della Fondazione, garantendo quindi coloro che vorranno collaborare ad un¹azione di contrasto radicale della criminalità organizzata.

Dalla prossima settimana saranno distribuiti volantini per informare la popolazione dell¹accaduto e per rilanciare la mobilitazione delle coscienze. Da Ottobre partiranno gli incontri con le persone che in tutta Italia, da Magistrati e Cittadini, combattono per la legalità, continuando a ³far camminare le idee² di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, come ogni persona che voglia essere cittadino può fare quotidianamente.

Chiediamo quindi a tutti di venire nella ³Casa della Legalitಠin Via Piombelli 15, per far capire e vedere agli ³amici degli amici² che siamo in molti, uomini e donne semplici e non eroi, a ³rifiutare il puzzo del compromesso morale, dell¹indifferenza, della contiguità e quindi della complicità.² Una resistenza civile, pacifica e non violenta, che non cede alle provocazioni ed alle minaccie, nelle diverse forme e modalità in cui ci/vi vengono portate, che si organizza dal basso e costruisce una rete di persone e soggetti che si oppone e denuncia le vecchie e nuove Mafie.


Christian Abbondanza
Simonetta Castiglion

Per informazioni:
0106456385 - 3924682144
e-mail: c.abbondanza@genovaweb.org
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