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Forum :: Che pensa quest'uomo...quiz? :: Si è lui....scatena la tua fantasia :: Il treno di Prodi di V. Gelormini |
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Il treno di Prodi di V. Gelormini |
Redazione1 |
16.01.2006 21:54
IL TRENO DI PRODI
di Antonio V. GELORMINI
Arturo Parisi l’aveva in un certo qual modo anticipato, parlando di una locomotiva. Una locomotiva capace di far correre il treno ulivista, composto da diversi vagoni, in grado di accogliere il popolo delle primarie e dar spazio alle aspettative che quell’evento ha evidenziato e rivendicato.
Una locomotiva e non una bicicletta. “La bicicletta elettorale di una lista che si proponesse come una semplice somma tra partiti”, aveva sottolineato il Presidente dei Dl, “associando in modo esplicito o implicito due simboli, finirebbe per soggiacere alla regola per la quale 2+2 è raramente uguale a 4”.
Ieri la locomotiva è arrivata e il macchinista ha chiarito, senza mezze misure, quale percorso intende seguire: quello indicato da oltre 4 milioni e 300 mila italiani, che una fredda domenica dello scorso autunno, sono andati spontaneamente a votare pagando e dando un segno di unità e di diversità.
“O si corre con una bandiera unitaria o è meglio che ognuno vada con la propria bandiera” ha affermato con coraggio il Professore, dal palco del Congresso straordinario dei Repubblicani Europei riunito a Roma. “Non sarò il leader di una stretta coalizione di partiti. Io devo essere l’amalgama tra i partiti e la società civile, perché è di quest’amalgama che il paese ha oggi bisogno”. Ed ha poi aggiunto: “E´mio dovere, lo devo a quei milioni di italiani che hanno votato alle primarie”.
Altro che tir, questa volta l’impressione è che la locomotiva sia entrata a sorpresa, con tutta la sua forza innovativa, nella vecchia e decadente stazione del centrosinistra, svegliando di soprassalto capistazione, dirigenti, casellanti, controllori e bigliettai.
Se l’Italia deve ricominciare a correre, certo non può farlo in bicicletta. Né può illudersi che questo possa avvenire ai ritmi dell’avanzata del Quarto Stato nel celebre capolavoro di Giuseppe Pellizza da Volpedo. E questo, un passista come Romano Prodi lo sa bene.
Primo risultato concreto. La locomotiva ha travolto i palinsesti dei notiziari, liberando finalmente la scena dalla pantomima giudiziaria del Presidente del Consiglio ed dalle cronache insipide e debordanti sui retroscena del caso Unipol.
Quasi contemporaneamente uno strano raggio di vitalità ha investito gli ulivisti di ogni schieramento e riacceso speranze che sembravano sopite. Leggendo le agenzie, si ha l’impressione che riecheggino le note e le parole di uno storico successo di Francesco Guccini: “Corre, corre, corre la locomotiva e ruggendo si lascia indietro distanze che sembravano infinite”.
C’è da chiedersi, ora, una volta lanciata la sua corsa, chi sarà il pazzo disposto a lanciarsi contro il treno? (gelormini@katamail.com)
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