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Forum :: Area laica e dintorni :: idea di Luigi Fasce :: Il falso bilancio del cavaliere di A.V.Gelormini |
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Il falso bilancio del cavaliere di A.V.Gelormini |
Redazione1 |
18.02.2006 14:22
IL FALSO BILANCIO DEL CAVALIERE
di Antonio V. GELORMINI
In preda al delirio elettorale, pur di mantenere il centro della scena mediatica, il Cavaliere ormai è costretto a spararle ogni giorno più grosse. Per la verità, le munizioni non gli mancano, difetta piuttosto un certo senso della misura, ma questo si sa è un problema sorto già col primo vagito.
Inutile chiedersi se sono studiate o se vengono, così, spontanee. Quella di oggi mette a dura prova anche i pazienti discendenti di Giobbe e tocca corde pericolosamente sensibili. “Il Paese è in debito con me. Ho bisogno di altri cinque anni”: Incredibile. Si pensava di averle viste tutte, dopo l’approvazione della legge sul falso in bilancio. Ma la possibilità di ascrivere il debito di un intero Paese tra le proprie attività, fa davvero un baffo alla creatività del suo ministro più fantasioso.
Come se non bastassero le pene per i numerosi debiti contratti dagli italiani, pur di affrontare con qualche dignità le primarie esigenze quotidiane, oggi gli si chiede di aggiungere anche quello contratto, non si sa quando, col Signore di Arcore.
Dovremmo, dunque, sentirci in debito con l’unica persona che incrementa i suoi redditi e quelli delle sue società, mentre il Paese va a rotoli. E per di più, sapendola sull’orlo di un probabile fallimento (politico), dovremmo coscienziosamente fare di tutto per salvarla e ritrovarcela ancora di fronte che reclama il suo credito. Ma dove lo ha visto questo film?
Avesse detto di avere lui un debito con gli italiani, forse qualcuno avrebbe potuto immaginare di seguire l’esempio non molto edificante di alcune banche: che evitano di registrare come perdita un credito inesigibile e mantengono in vita artificialmente il debitore, iscrivendo l’operazione tra i capitoli attivi di bilancio. Ma anche in questo caso, avrebbe comunque avuto bisogno di una dose di credibilità ormai perduta e irrecuperabile.
Da tempo la mania di grandezza gli ha fatto perdere contatto con la dimensione terrestre e lo scenario apocalittico immaginato nel caso di una sconfitta elettorale, gli fa vivere la scadenza del 9 e10 aprile come quella di un angosciante giudizio universale. Forse anche per questo ha tentato in tutti i modi di allontanarne l’appuntamento.
Con gli ultimi condoni resta ben poco da poter chiedere agli italiani. D’altro canto, come per il gas, molti di loro sono alla canna. E’ per questo che mai primavera fu più attesa e più desiderata. Consapevoli che il lavoro paga i debiti, mentre la disperazione li aumenta, sanno bene a chi toccherà continuare a lavorare e chi invece appare disperato. Hanno deciso, quindi, di metterci una croce sopra e fare un ultimo sforzo per evitare di superare la soglia della rovina.
(gelormini@katamail.com)
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