Redazione1 |
20.09.2006 21:34
Riceviamo da Mariangela Pani, giornalista di ADN Kronos, questa riflessione indotta anche dai tanti ricordi che le sono stati dedicati.
Per Oriana e su Oriana
E’ innegabile. Con la morte di Oriana Fallaci se ne va un pezzo importante del giornalismo italiano. Anch’io giornalista, anch’io fiorentina, ho masticato con le pagine della Fallaci, quasi ancora bambina, la prima scrittura di rabbia e di denuncia. C’è di più: da Oriana ho imparato, molto prima che da altri miti che sarebbero venuti poi, il significato della parola ‘indignazione’ e di come essa - declinata al femminile - potesse avere una forza dirompente. Forse, da lì è nata un’aspirazione che poi si è tramutata in mestiere, forse da lì è nata l’illusione che con le parole noi poveri scribacchini potevamo contribuire non a cambiare il mondo, ma a aprire gli occhi alle persone.
Eppure anche Oriana, come ognuno di noi, ha avuto un suo percorso. Rispettabile come quello di tutti noi, ma non per questo condivisibile. Le sue posizioni, estreme e radicali, contro l’Islam e contro il mondo che nel terzo millennio ha cominciato con forza a bussare alle nostre porte occidentali, non sono state mie né di altri. Troppo facile etichettare noi ‘di sinistra’ e lei ‘di destra’. Quello che lei ha espresso è stata la paura dell’altro, la difesa a oltranza di valori ‘buoni’ contro quelli cattivi, un ideale spartiacque di mondi e confini. Peccato, perchè, senza opporre la ragione alla rabbia, da ‘mito’ è diventata un ‘modello’ cioè ha ‘scritto’, ha inciso nella pietra una linea di azione, di pensiero e di ideologia per cui potevi solo essere o con lei o senza di lei. Peccato. Essere un mito non è facile. Non a caso con l’idea e i valori dei miti nella nostra vita facciamo i conti da secoli, anche noi coscienze laiche. Mi pare eccessivo questa polvere sollevata attorno alla presunta ingratitudine di Firenze nei confronti della Fallaci (e del resto ha detto bene il sindaco Domenici: ci sono precedenti illustri, vedi Dante), mi pare eccessivo proporla come un mito: come un modello sì, ma scusate, non è il mio e non me ne vergogno.
Mariangela Pani
20 settembre 2006
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