Redazione1 |
21.09.2006 22:14
PRESENTATO IL 2° BILANCIO SOCIALE INAS-CISL
Un documento che mette in chiaro attività, valori e prospettive del patronato
Il secondo bilancio sociale dell’Inas, patronato della Cisl, ne rivela l’immensa opera di inclusione sociale, portata avanti attraverso la tutela dei diritti dei cittadini: è questo il tratto principale emerso durante la presentazione del documento, svoltasi questa mattina a Roma. Si tratta della seconda edizione di questo studio - l’unico tra i patronati - che l’Inas ha fatto condurre alla Fondazione Giulio Pastore.
“Con la realizzazione di questo strumento, l’Inas scommette sul terreno del mutamento, come è proprio della Cisl, di cui il patronato è parte integrante”: così il segretario confederale Antonino Sorgi ha aperto il proprio intervento al convegno. Il confronto con le istituzioni sui temi affrontati dal documento, secondo Sorgi, deve partire subito. Non mancano, in effetti, spunti importanti, come ha spiegato il presidente dell’Inas-Cisl Giancarlo Panero: “Il bilancio sociale è uno stimolo per noi a fare meglio, ma dimostra anche che la nostra attività non è improvvisata. Quindi le campagne contro di noi non hanno fondamento, perché il nostro è un servizio sociale, riconosciuto solo per il 30% del lavoro che svolgiamo su molti fronti, dalla previdenza complementare all’assistenza agli immigrati, dalla tutela dei nostri concittadini all’estero al forte sostegno alla pubblica amministrazione. Eppure alcuni decreti della legge sui patronati non sono ancora stati attuati e ciò ci impedisce di dispiegare in pieno le nostre potenzialità di assistenza”. Per sciogliere questo nodo, il senatore Antonino Montagnino, sottosegretario del ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale, tra i promotori della legge succitata, si è impegnato ad agire nelle sedi istituzionali poiché, come ha sottolineato nel proprio intervento, “il ruolo del patronato si inserisce nella costruzione della democrazia e della cittadinanza, raccogliendo la grande sfida di tutelare i ‘vecchi diritti’ e quelli nuovi, imposti dai mutamenti del mercato del lavoro. L’attuazione della legge è fondamentale perché rappresenta un passo verso la liberalizzazione dei servizi”. Un’attività – quella dei patronati – che deve essere preservata, quindi, poiché fondata sulla priorità sociale dei diritti degli emarginati, secondo Gianni Tiburzi vicepresidente Inas e moderatore del convegno. Particolare attenzione, in questa edizione del bilancio sociale, è stata dedicata al rapporto con gli enti previdenziali che, “senza il patronato, dovrebbero ridurre la propria capacità di erogazione dei servizi”, ha detto Sante Marzotto, vicepresidente Inas. In quest’ottica, i dirigenti di Inps, Enpals, Inail, Inpdap, il presidente dell’Ipost Giovanni Ialongo e quello dell’Ipsema Antonio Parlato, sono stati chiamati, a partire proprio dal convegno di oggi, a confrontarsi. Unanimi i riconoscimenti per l’attività del patronato, accompagnati da proposte di lavoro pratiche. Per Vittorio Crecco e Luigi Marchione direttori generali rispettivamente di Inps e Inpdap, è necessario integrare una serie di attività anche in termini qualitativi, per una maggiore efficienza nell’erogazione dei servizi. Secondo Lia Ghisani, presidente dell’Enpals, il patronato rappresenta un grande stimolo per il processo di orientamento della funzione pubblica verso l’utenza. Per migliorare l’efficienza, secondo Maurizio Castro, direttore generale dell’Inail, è indispensabile un piano integrato di azione con l’Inas. Dunque, il patronato come catalizzatore di servizi “che pongono al centro il lavoratore e l’uomo in generale, rivendicando una missione di salvaguardia della dignità, come dimostra il progetto di definire un codice etico per l’Inas, nato proprio dall’autoanalisi portata avanti dall’Istituto con questo secondo bilancio sociale”, ha concluso Sorgi.
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